uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
I dirigenti, in sintesi, sembrano mostrare un’attenzione particolare al rinforzo delle motivazioni per i<br />
volontari attivi nell’OdV. Le strategie che sembrano avere un maggiore successo sono: l’ascolto dei<br />
volontari, l’attenzione rispetto alle loro necessità, la presenza di un ambiente associativo accogliente<br />
e sereno in cui il volontario possa trovarsi a suo agio, la creazione di amicizie tra volontari e, per<br />
alcuni, il rimborso di spese che i volontari possono trovarsi a sostenere per compiere le loro azioni.<br />
I volontari di lungo corso<br />
I volontari di lungo corso che abbiamo intervistato sembravano in difficoltà nell’individuare strategie<br />
ed azioni che è possibile attuare allo scopo di motivare e stimolare i volontari a rimanere all’interno<br />
dell’OdV. Questa difficoltà probabilmente nasce proprio dal fatto che sono loro i primi ad essere<br />
“vittime” degli stimoli a continuare l’impegno…<br />
Un dato di grande interesse che emerge però dall’intervista fatta ad <strong>uno</strong> di loro è l’importanza<br />
dell’associazione, sia come creatrice di momenti ludici e culturali; sia, e soprattutto, dal nostro punto<br />
di vista, come nuova “fonte di identità”…<br />
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“Noi ce lo chiediamo sempre, ogni volta che ci incontriamo, perché ci piacerebbe vedere tutti<br />
coinvolti…ciò che è importante è lo spirito di corpo, di appartenenza ad un’associazione…anche<br />
se è difficile creare dei momenti comuni…tranne la festa del socio che di solito si fa alla fine<br />
dell’estate, c’è una gita sociale che si fa prima dell’estate…durante le gite cerchiamo sempre di<br />
unire l’aspetto ludico a quello culturale… (…) un mix tra aspetto culturale e ricreativo e ludico…<br />
(…) per coinvolgere sia i soci un po’ lontani dalle attività dell’associazione sia i non volontari e<br />
soprattutto la fascia più giovane avevamo pensato di organizzare una serie di cineforum (…)<br />
aiutare anche a guardare il film, la scenografia, per imparare anche a criticare un film, dare la<br />
capacità critica e di giudizio su una cosa…” (intervista 43, Mirko, 39 anni)<br />
Un atteggiamento di tipo diverso invece è quello di Elisa, che invece sembra considerare autoevidente<br />
il motivo per cui un volontario continua a fare volontariato, e che più che cercare motivi per<br />
continuare, sembra offrire attenuanti a chi lascia…<br />
“Ovviamente l’incentivo è di carattere morale, quindi se <strong>uno</strong> capisce il valore, il senso di una vita<br />
dedicata in parte anche al volontariato, capisce… ciò che ti ritorna indietro. Però, io capisco<br />
anche che ci sono momenti nella vita in cui l’aspetto del volontariato è un aspetto del tutto<br />
marginale, ecco. Allora noto con piacere comunque, che ci sono tanti ragazzi giovani, studenti<br />
universitari che nonostante l’impegno di studio non abbandonano, anzi, si lasciano parecchio<br />
coinvolgere e hanno tanto piacere di stare all’interno dell’associazione. Cosa che mi fa tanto<br />
piacere perché quando io ero studentessa per me non esisteva niente al di fuori dello studio, ma<br />
niente, eh? Nemmeno un’ora di palestra, una sera un’uscita con le amiche, non esisteva niente,<br />
invece questi ragazzi dedicano tanto tempo anche a queste iniziative qui.” (intervista 12, Elisa,<br />
32 anni)<br />
Questi due brevi stralci di intervista, che delineano due concezioni molto diverse di incentivi da dare<br />
al volontario, sembrano emblematici dei due atteggiamenti tipo che emergono dalle interviste ai<br />
volontari di lunga data. Infatti, da una parte c’è chi vede come necessaria una certa identificazione<br />
con l’associazione da parte del volontario, che proprio per sentirsi tale deve riconoscersi come parte<br />
del gruppo che gli sta intorno. In cambio, l’associazione gli offre un’identità, un gruppo coeso e<br />
occasioni di crescita e divertimento che stimolano le persone a continuare a frequentare<br />
l’associazione. Dall’altra parte, invece, si collocano coloro che ritengono non necessari queste<br />
stimolazioni e che considerano le motivazioni individuali come preminenti: se <strong>uno</strong> può e vuole, non<br />
ha bisogno di tanti movimenti, se <strong>uno</strong> non può più o non vuole, è nella sua libera scelta decidere di<br />
non fare più volontariato.