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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

Un buon numero di persone, quindi, sono ex-volontari che però o non hanno resciso completamente i<br />

legami con la prima associazione oppure non si precludono l’eventualità di entrare in altre OdV, di<br />

natura più o meno diversa.<br />

L’addio al volontariato<br />

Pochi tra loro, infatti, sembrano decisi a non intraprendere altre attività volontarie.<br />

Tra questi, troviamo una persona che ha smesso per la mancanza di tempo conseguente agli impegni<br />

lavorativi e conseguente, anche, alla volontà di dedicare il proprio tempo libero agli amici: unendo<br />

queste due cose, il tempo che rimaneva per l’OdV era davvero poco, troppo poco. E a quel punto<br />

diventava pericoloso continuare, perché non aveva più dimestichezza con gli strumenti d’intervento.<br />

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“L’unica sarebbe stata quella di poterlo fare una volta a settimana, allora sarei anche<br />

rimasto, solo che sai, durate il giorno ti devi occupare del lavoro, se poi durante la settimana<br />

non potevo neanche prendere degli impegni, è anche vero che il mio genere di vita è anche<br />

diverso da quello dei ragazzi che stanno qui, nel senso che a me, insomma, piace un po’<br />

andare in giro, non amo stare a casa, per cui, ho un sacco di amici, cene, poi capitavano<br />

proprio nei giorni che dovevo fare la notte, andare in palestra, poi tu dici anche, sì, il tempo ci<br />

sarebbe, vengo solo il giovedì, no? Poi magari devi fare un’altra cosa, questo e quello,<br />

giovedì, dici no, perché ho da andare lì e non fai niente.”<br />

Quando gli chiediamo se gli manca l’esperienza del volontariato, la risposta è laconica:<br />

“Beh un po’ sì, perché comunque sentivi che a qualcosa servivi, così capisci anche cosa penso<br />

della mia vita, e qui potremmo chiudere.” (intervista 21, Danilo, 37 anni)<br />

Troviamo, infine, un’altra persona che non potrebbe più dedicarsi al volontariato perché umanamente<br />

non se la sente più. Per troppo tempo ha visto le persone soffrire, prima, quando lavorava, e poi, con<br />

l’attività volontaria, in cui ha portato avanti lo stesso tipo di impegno: essere di aiuto a chi soffre.<br />

Questa è la risposta che ci dà quando le chiediamo se l’esperienza volontaria le manca:<br />

“Sì. Ma non lo rifarei.” (intervista 9, Margherita, 63 anni)<br />

E quelle che seguono, sono le ragioni per cui sente di non potere più dedicarsi all’assistenza ai<br />

bisognosi, soprattutto quando non c’è più speranza.<br />

“No, non me la sentivo, perché sono tutti casi terminali e non ho più il coraggio… no, non è il<br />

coraggio è che non voglio più veder soffrire la gente. Non ce la faccio, perché soffrono loro e<br />

soffro io, quindi non voglio assolutamente io. È diventata una cosa a livello mentale, perché a<br />

lungo andare diventa una cosa a livello mentale, non ce la fai più a vedere soffrire la gente.<br />

Specialmente i giovani, perché se tu calcoli che questo signore ha ottant’anni, ha passato una<br />

vita si sa che c’è un inizio, c’è una fine… ma quando tu vedi ragazze di trent’anni, di<br />

venticinque anni, amiche delle tue figlie, persone che conosci bene, amiche mie… non hai più<br />

il coraggio di fare volontariato…” (intervista 9, Margherita, 63 anni)<br />

Riassumendo…<br />

Chiedendo ai dirigenti e ai volontari attivi nelle OdV i motivi per cui hanno visto propri ex-compagni<br />

di associazione abbandonare l’attività volontaria, abbiamo visto emergere diversi fattori.

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