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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

Le sue parole ci permettono di capire un po’ meglio la natura delle motivazioni che portano le<br />

persone a fare volontariato, e soprattutto a farlo con costanza, per molto tempo. La signora Marta,<br />

come abbiamo detto, è attiva nell’OdV fin dal momento della sua fondazione, circa 25 anni fa. Ma il<br />

suo incontro con il mondo del volontariato è iniziato qualche anno prima, come ci racconta:<br />

“Io sono andata a Lourdes per la prima volta con il treno bianco, nel ’77 cercando di fare<br />

un’esperienza, e ho trovato un mondo della sofferenza che mi ha coinvolto e per cui ho<br />

cominciato con questa esperienza. Poi non trovando nell’U. una adeguata affermazione, ho<br />

aderito all’A. e ho iniziato un cammino formativo che prosegue tuttora. (…) Il mio primo<br />

interesse è l’A. perché si occupa della sofferenza, dell’ emarginazione dovuta alla malattia o ad<br />

altre cause, ho il desiderio di vivere insieme ai malati la malattia perché in qualche modo mi<br />

aiuta a crescere, mi fa capire i valori essenziali della vita ed è questo in fondo quello che mi ha<br />

spinto a rimanere.” (intervista 30, Marta, 64 anni)<br />

Abbiamo detto prima che questa testimonianza ci aiuta a indagare un po’ meglio sulla natura delle<br />

motivazioni che sono alla base del volontariato: infatti, da questo racconto si deduce in modo<br />

piuttosto chiaro che all’interno delle motivazioni ha un peso di tutto rilievo il momento stesso<br />

dell’incontro con il volontariato. In questa e in altre interviste, si può vedere come, quando le persone<br />

riflettono sulle proprie motivazioni, si ricolleghino sovente al loro primo incontro, alla loro prima<br />

esperienza di volontari.<br />

Certo, l’incontro non è sempre casuale come in <strong>uno</strong> dei casi che abbiamo incontrato prima, e avviene<br />

spesso perché ci sono valori, di ordine religioso, morale, politico, e/o sollecitazioni da parte di chi è<br />

già attivo. Ma, spesso, questo momento dell’incontro dell’individuo con il volontariato sembra<br />

contare molto, nel senso che sembra forgiare le motivazioni che accompagnano poi il percorso<br />

quotidiano nell’associazione o attraverso le diverse associazioni in cui ci si fa coinvolgere.<br />

Ma approfondiremo la conoscenza di questo meccanismo mano a mano che incontreremo esperienze<br />

di questo tipo.<br />

I volontari di lungo corso<br />

Iniziamo, ora, a presentare il campione dei volontari “attivi a lungo nell’OdV”.<br />

Si tratta di 14 persone di età compresa tra i 21 e i 67 anni, in cui più nel dettaglio troviamo tre<br />

persone decisamente giovani (21, 22 e 24 anni), sei di età compresa tra i 31 e i 47 anni e cinque di età<br />

inclusa tra i 56 e i 67 (l’età media del sotto-campione è di 43,8 anni, quindi solo leggermente<br />

inferiore a quella dei dirigenti). Anche in questo caso, l’equilibrio di genere è perfetto.<br />

Per quanto riguarda le esperienze associative altre rispetto all’adesione all’organizzazione che ci ha<br />

fornito il nominativo, troviamo un campione più eterogeneo del precedente.<br />

Sei di queste persone, infatti, sono attive nella prima e unica associazione in cui hanno svolto attività<br />

volontaria, mentre la parte restante del campione ha dedicato il proprio tempo in precedenza, o lo fa<br />

attualmente, presso altre realtà associative, anche se di tipo diverso.<br />

Iniziamo, dunque, l’analisi concentrandoci sulle persone che hanno incontrato per la prima volta il<br />

volontariato in una delle OdV che abbiamo incluso nel nostro campione.<br />

Gli intervistati alle prese con la loro prima esperienza di volontariato<br />

Sia le motivazioni che le circostanze dell’avvicinamento di queste persone ad una realtà che fino al<br />

momento dell’incontro sembrava piuttosto lontana dagli orizzonti della propria quotidianità,<br />

compongono un quadro decisamente vario.<br />

Un aspetto che però sembra ripetersi nei diversi racconti è che l’intervistato sembra avere rivestito,<br />

nel suo percorso di avvicinamento, un ruolo un piuttosto “passivo”. La differenza con il campione dei<br />

dirigenti sembra essere proprio questa: prima trovavamo persone fortemente motivate, che spesso<br />

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