uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
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“Il <strong>CSV</strong>, sì, ci sostiene (…) loro ci danno le risorse per fare iniziative, ad es. l’esperienza nelle<br />
scuole superiori è stata promossa dal <strong>CSV</strong>, i corsi per la popolazione li abbiamo fatti con un<br />
aiuto dal <strong>CSV</strong>. Il <strong>CSV</strong> c’entra sempre, perché senza di loro non saremmo capaci di fare neanche<br />
un 5% di quello che facciamo in realtà, o almeno non potevamo all’inizio, però adesso che siamo<br />
organizzati potremmo farlo anche da soli, ma chi ci informa di tutte le cose senza loro? È ancora<br />
un grandissimo sostegno, se non ci fosse stato il <strong>CSV</strong> che finanziava la formazione noi non<br />
avremmo mai avuto gli istruttori; adesso siamo quasi autosufficienti, adesso io sono istruttore e<br />
posso fare i corsi.” (intervista 18, Mario, 33 anni)<br />
La cosa che ci appare di importanza fondamentale, però, non è tanto nello sviluppo di percorsi<br />
formativi per le singole associazioni. Questo è certamente importante, ma la vera rarità è il processo<br />
di autonomizzazione che è riuscito a mettere in moto. Il <strong>CSV</strong>, in questo caso, è riuscito ad attivare i<br />
volontari e a rendere le associazioni autosufficienti per la formazione di base. Le attività di<br />
formazione non possono non accompagnarsi con la progettualità che deve contraddistinguere ogni<br />
associazione: lavorare con obiettivi chiari e disporre di fondi che sostengano dei programmi precisi<br />
diventa il nuovo modo di lavorare che il <strong>CSV</strong> cerca, direttamente o indirettamente, di diffondere tra le<br />
OdV.<br />
“… Se il <strong>CSV</strong> continua a sostenere, ad accettare, le idee che noi mandiamo e ad affinarle quando<br />
non sono precise; se continua a finanziarci per le iniziative che stiamo facendo che da soli per<br />
noi sarebbero troppo gravose; se loro stessi hanno delle idee e ci informano, va benissimo.”<br />
(intervista 18, Mario, 33 anni)<br />
Per i dirigenti non deve essere stato un passaggio facile quello che il <strong>CSV</strong> ha stimolato in loro:<br />
imparare la progettazione, accettare consigli su modifiche e aggiustamenti, permettere che un ente<br />
esterno intervenga direttamente al cuore dell’attività dell’OdV, ci sembra un tipo di apertura non<br />
facile da raggiungere e a cui, evidentemente, entrambi devono aver lavorato instancabilmente.<br />
“Il compito importante del <strong>CSV</strong> è quello formativo: secondo me la formazione deve essere curata<br />
da ogni associazione per sé, però ci sono degli aspetti per i quali è necessario il sostegno del<br />
<strong>CSV</strong>, che all’inizio aveva qualche difficoltà, mentre ora rilevo una buona capacità di recepire<br />
quelle che sono le esigenze delle varie associazioni, quello che c’è bisogno, sia nel campo<br />
amministrativo, culturale, il discorso del lavoro in rete. A me fa sempre piacere ascoltare<br />
un’altra voce: significa dare un’altra angolazione e arricchire la propria associazione; ciò che è<br />
difficile, è far capire alle associazioni di volontariato che le proposte che ci vengono fatte dai<br />
Centri di Servizio sono valide.” (intervista 30, Marta, 64 anni)<br />
I punti principali che mette in luce questo dirigente sono due:<br />
1. il primo riguarda la buona capacità del <strong>CSV</strong> di comprendere i bisogni delle OdV e di<br />
rispondere in modo adeguato, sia attraverso dei corsi comuni alle diverse associazioni, sia<br />
con corsi specifici, pensati e finanziati per una singola realtà associativa;<br />
2. il secondo, invece, concerne il tentativo di messa in rete delle diverse OdV presenti sul<br />
territorio al fine di coordinarle, dando un quadro comune alle diverse azioni intraprese.<br />
Un ulteriore elemento di interesse viene evidenziato da questo attento dirigente, che osserva come le<br />
associazioni maggiormente formate siano anche quelle che tendono a cercare altri percorsi formativi,<br />
mentre sono proprio quelle che hanno usufruito in misura minore di percorsi educativi a continuare a<br />
disinteressarsene.<br />
“Ho notato, in modo strano, che frequentano più la formazione proposta dal <strong>CSV</strong>, le associazioni<br />
più formate e preparate, e meno le associazioni meno preparate e che credono che la formazione<br />
serva a poco. (…) Quello che si dovrebbe fare è investire di più sui piccoli comuni dell’entroterra