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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

242<br />

“Il <strong>CSV</strong>, sì, ci sostiene (…) loro ci danno le risorse per fare iniziative, ad es. l’esperienza nelle<br />

scuole superiori è stata promossa dal <strong>CSV</strong>, i corsi per la popolazione li abbiamo fatti con un<br />

aiuto dal <strong>CSV</strong>. Il <strong>CSV</strong> c’entra sempre, perché senza di loro non saremmo capaci di fare neanche<br />

un 5% di quello che facciamo in realtà, o almeno non potevamo all’inizio, però adesso che siamo<br />

organizzati potremmo farlo anche da soli, ma chi ci informa di tutte le cose senza loro? È ancora<br />

un grandissimo sostegno, se non ci fosse stato il <strong>CSV</strong> che finanziava la formazione noi non<br />

avremmo mai avuto gli istruttori; adesso siamo quasi autosufficienti, adesso io sono istruttore e<br />

posso fare i corsi.” (intervista 18, Mario, 33 anni)<br />

La cosa che ci appare di importanza fondamentale, però, non è tanto nello sviluppo di percorsi<br />

formativi per le singole associazioni. Questo è certamente importante, ma la vera rarità è il processo<br />

di autonomizzazione che è riuscito a mettere in moto. Il <strong>CSV</strong>, in questo caso, è riuscito ad attivare i<br />

volontari e a rendere le associazioni autosufficienti per la formazione di base. Le attività di<br />

formazione non possono non accompagnarsi con la progettualità che deve contraddistinguere ogni<br />

associazione: lavorare con obiettivi chiari e disporre di fondi che sostengano dei programmi precisi<br />

diventa il nuovo modo di lavorare che il <strong>CSV</strong> cerca, direttamente o indirettamente, di diffondere tra le<br />

OdV.<br />

“… Se il <strong>CSV</strong> continua a sostenere, ad accettare, le idee che noi mandiamo e ad affinarle quando<br />

non sono precise; se continua a finanziarci per le iniziative che stiamo facendo che da soli per<br />

noi sarebbero troppo gravose; se loro stessi hanno delle idee e ci informano, va benissimo.”<br />

(intervista 18, Mario, 33 anni)<br />

Per i dirigenti non deve essere stato un passaggio facile quello che il <strong>CSV</strong> ha stimolato in loro:<br />

imparare la progettazione, accettare consigli su modifiche e aggiustamenti, permettere che un ente<br />

esterno intervenga direttamente al cuore dell’attività dell’OdV, ci sembra un tipo di apertura non<br />

facile da raggiungere e a cui, evidentemente, entrambi devono aver lavorato instancabilmente.<br />

“Il compito importante del <strong>CSV</strong> è quello formativo: secondo me la formazione deve essere curata<br />

da ogni associazione per sé, però ci sono degli aspetti per i quali è necessario il sostegno del<br />

<strong>CSV</strong>, che all’inizio aveva qualche difficoltà, mentre ora rilevo una buona capacità di recepire<br />

quelle che sono le esigenze delle varie associazioni, quello che c’è bisogno, sia nel campo<br />

amministrativo, culturale, il discorso del lavoro in rete. A me fa sempre piacere ascoltare<br />

un’altra voce: significa dare un’altra angolazione e arricchire la propria associazione; ciò che è<br />

difficile, è far capire alle associazioni di volontariato che le proposte che ci vengono fatte dai<br />

Centri di Servizio sono valide.” (intervista 30, Marta, 64 anni)<br />

I punti principali che mette in luce questo dirigente sono due:<br />

1. il primo riguarda la buona capacità del <strong>CSV</strong> di comprendere i bisogni delle OdV e di<br />

rispondere in modo adeguato, sia attraverso dei corsi comuni alle diverse associazioni, sia<br />

con corsi specifici, pensati e finanziati per una singola realtà associativa;<br />

2. il secondo, invece, concerne il tentativo di messa in rete delle diverse OdV presenti sul<br />

territorio al fine di coordinarle, dando un quadro comune alle diverse azioni intraprese.<br />

Un ulteriore elemento di interesse viene evidenziato da questo attento dirigente, che osserva come le<br />

associazioni maggiormente formate siano anche quelle che tendono a cercare altri percorsi formativi,<br />

mentre sono proprio quelle che hanno usufruito in misura minore di percorsi educativi a continuare a<br />

disinteressarsene.<br />

“Ho notato, in modo strano, che frequentano più la formazione proposta dal <strong>CSV</strong>, le associazioni<br />

più formate e preparate, e meno le associazioni meno preparate e che credono che la formazione<br />

serva a poco. (…) Quello che si dovrebbe fare è investire di più sui piccoli comuni dell’entroterra

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