uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
In questo e in altri punti, l’intervistata fa riferimento alla sua volontà di portare avanti gli ideali, quelli<br />
che informano attualmente la propria attività volontaria, anche in un’altra forma, necessariamente<br />
retribuita, in futuro.<br />
L’intervistata ci mostra, quindi, un altro possibile percorso di collegamento tra volontariato e attività<br />
lavorativa, anche se in questo caso si tratta solamente di speranze per il futuro.<br />
Il volontariato cominciato “quasi per caso”<br />
Gli ultimi tre casi che vorremmo richiamare sono accomunati dal fatto che le persone in questione<br />
sono alla loro prima esperienza come volontarie. Inoltre, nei loro percorsi di avvicinamento a questo<br />
universo, hanno contato molto le circostanze esterne – il caso, le conoscenze, il tempo a disposizione,<br />
un invito esplicito da parte di chi era già attivo.<br />
Il primo che vorremmo presentare vede come protagonista una giovane donna, Clara, di 36 anni.<br />
È entrata in una organizzazione di Protezione Civile da quasi un anno, al momento dell’intervista, in<br />
circostanze in cui il caso ha giocato la sua parte.<br />
Ma questo incontro casuale con il volontariato, che doveva essere una specie di “vacanza”, le ha fatto<br />
invece scoprire un senso di vicinanza, di solidarietà, di utilità che l’ha convinta a volerne fare parte.<br />
110<br />
“Essendo in compagnia di questa persona che fa parte di questa associazione, siamo stati a<br />
Loreto per la visita del Papa a settembre…eravamo andati lì così, tipo una semplice vacanza,<br />
per fare un’esperienza nuova, una cosina così…con la protezione civile…e invece ci siamo<br />
trovati a fare il servizio come gli altri, in divisa, con le radio e abbiamo cominciato a capire che<br />
il nostro intervento era necessario, perché c’era la gente che si perdeva, i bambini che non li<br />
trovavano, gli anziani che, non avendo cellulare, magari non ritrovavano la corriera… Mi sono<br />
trovata nell’esperienza che…ero utile a qualcosa! E poi con i disabili, una signora anziana che<br />
non si ricordava più le cose e abbiamo dovuto ricostruire (…) come era vestita, come non era<br />
vestita, passare le notizie e alla fine vederla ritrovare la persona che cercava (…) per una cosa<br />
sciocca, in mezzo a una marea, a una folla di gente, ci siamo sentiti un puntino che se non c’era<br />
quel puntino lì, queste persone si sarebbero perse o avrebbero avuto molti problemi,<br />
comunque…(…) E allora da lì ho deciso di dare il mio aiuto per quanto è possibile…”<br />
(intervista 10, Clara, 36 anni)<br />
Con lei, è entrato nell’associazione anche suo marito. Ed è proprio quando ci spiega la differenza tra<br />
le motivazioni proprie e quelle del suo congiunto che ci fa capire in modo più efficace non solo<br />
l’origine delle sue motivazioni, ma anche, un po’, la loro natura:<br />
“Mio marito (…) dice che non è portato per queste cose… Forse perché non ha vissuto<br />
l’esperienza toccante che ho vissuto io (ride) spero l’abbia presto! (ride) Gli manca quella cosa<br />
che fa scaturire questo sistema: sì, volontariato, ma ancora non è riuscito a capire bene il<br />
perché, e da dove ti gratifica, da dove vieni gratificato da questa cosa. Cioè…è difficile spiegare<br />
quello che ho provato io in quei momenti a lui che non li ha provati… Lui mi viene dietro perché<br />
io sono in questa associazione, magari esco, vado via… L’ultima volta un signore l’abbiamo<br />
cercato 2 giorni che si è annegato al fiume…si è buttato nel fiume. Abbiamo fatto una ricerca un<br />
giorno e una notte. Lui dice: “Perché lo fai?” Perché lo fai?… Ma la soddisfazione di averlo<br />
ritrovato, anche se morto, ma di averlo ritrovato, di vedere lì la famiglia…E’ una cosa toccante:<br />
tutti abbiamo lavorato, ma non abbiamo lavorato! Siamo stati lì, siamo stati in apprensione per<br />
questa persona, un giorno e una notte, e anche se tutti abbiamo famiglia, abbiamo altri<br />
problemi, ci riuniamo e facciamo questa cosa qui… Io me la sento toccante nei miei confronti<br />
quando mio marito ancora non la sente… E’ una vocazione (…) Tipo a Roma la cosa più<br />
toccante che mi hanno raccontato è di una ragazza che aveva freddo e il ragazzo che faceva il<br />
turno di notte le ha dato il suo giubbotto. E’ una cosa che non si spiega: io faccio a meno di