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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

moda (…) E noi rischiamo di portare avanti un progetto e poi non averci la gente, e allora<br />

bisogna trovare qualche altro modo.” (intervista 24, Raffaella, 36 anni)<br />

Infine, qualc<strong>uno</strong> dei nuovi volontari osserva, così come i dirigenti e i volontari di lunga data, come<br />

sia rilevante perseverare nell’impegno volontario almeno per qualche anno per ottenere dei risultati<br />

soddisfacenti… la metafora dello “zoccolo” usata in precedenza, compare anche nelle parole del<br />

nuovo volontario…<br />

“…C’è lo zoccolo duro, gente che c’è da tanti anni poi c’è gente che ha 18 anni che viene a<br />

provare un anno e dopo non viene più. Secondo me da una parte è un problema perché qui la<br />

cosa che serve è acquisire esperienza, secondo me non è un vantaggio perché <strong>uno</strong> più anni ci sta<br />

meglio è, sai cosa fare e cosa non fare (…) Però secondo me è <strong>uno</strong> svantaggio perché <strong>uno</strong> che<br />

arriva nuovo sta sempre con quel timore, non rende al 100%. I primi 4-5-6 mesi apprendi e basta.<br />

Invece dopo sai fare (…) rendi di più.” (intervista 36, Salvatore, 23 anni)<br />

Per arrivare ad essere attivi in modo soddisfacente, quindi, bisogna che passi del tempo: il volontario<br />

si deve dare il tempo di “imparare” il volontariato per potersi esprimere al meglio.<br />

Riassumendo…<br />

In questo caso, i diversi volontari convergono nell’indicare nel ricambio frequente dei volontari un<br />

problema più che un vantaggio.<br />

Questo è percepito con toni più problematici soprattutto in quelle associazioni, come molte di quelle<br />

di intervento socio-sanitario, dove per diventare volontari è necessario effettuare percorsi formativi<br />

piuttosto impegnativi.<br />

In questi casi, le associazioni devono investire tempo, attenzione e a volte risorse finanziarie per<br />

formare i volontari ed un ricambio frequente può essere all’origine di problemi particolarmente<br />

sentiti.<br />

D’altra parte, è soprattutto in queste situazioni che, dopo la formazione iniziale, ci sono continue<br />

domande di “formazione permanente” e queste pressioni, unite al fatto di svolgere, spesso, attività<br />

difficili e impegnative, possono proprio portare tanti volontari verso la defezione.<br />

Ma più in generale il ricambio dei volontari è considerato, nella maggior parte dei casi, un elemento<br />

critico in quanto, per sviluppare modalità di intervento soddisfacenti è necessaria non solo la<br />

formazione ma l’esperienza, la pratica quotidiana prolungata nel tempo: è necessario, cioè, che i<br />

volontari mantengano il proprio impegno per un certo periodo prima di acquisire familiarità, e prima,<br />

quindi, di svolgere azioni efficaci; un frequente “vai e vieni” tra le fila dei volontari non può che<br />

nuocere all’efficacia dell’azione intrapresa dall’OdV.<br />

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