uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Terza parte Volontariato e … bisogni, opportunità, territorio<br />
presa di contatto con le dimensioni della formazione, della progettazione e della gestione delle<br />
organizzazioni.<br />
Un bisogno che sembra accomunare tutte le associazioni, e in particolare quelle con una storia più<br />
lunga alle spalle, è quello del ricambio generazionale. In questa sede pare importante sottolineare la<br />
necessità di coniugare due piste di intervento che nella realtà spesso sono in alternativa: le azioni di<br />
marketing sociale e i percorsi educativi. Mutuando la metafora da Daniele Marini (Una domanda da<br />
educare, Edizioni Lavoro, Roma 1998) mi pare che la frontiera più complessa per il volontariato sia<br />
proprio quella educativa, in particolare nell'"educare la domanda" di impegno nel volontariato, sia nel<br />
senso etimologico del "tirare fuori", sia nel senso di "coltivare", di manutentare le motivazioni di una<br />
scelta. In altri termini mi pare che la sfida decisiva sia quella della ricerca di percorsi adeguati per<br />
condividere e rinnovare il "capitale sociale" di cui l'intera società marchigiana dispone, grazie ad una<br />
ricca relazione di scambio con le organizzazioni di volontariato. In questo senso sia i progetti di<br />
promozione del volontariato nelle scuole, sia gli stage presso le associazioni che consentono di<br />
maturare crediti formativi possono essere delle occasioni straordinarie per contribuire a costruire<br />
biografi e di donne e uomini capaci di riscoprire una "soggettività ospitale e responsabile", che si<br />
presenta con "un'identità di essere per l'altro, accogliendolo nello spazio della propria libertà buona o<br />
bontà, amandolo di amore di alterità e assumendone l'estraneità, la diversità, la povertà e la stessa<br />
inimicizia" (C. Di Sante, L'Io ospitale, Edizioni lavoro, Roma 2001). Sul fronte dei bisogni è<br />
importante registrare una sostanziale convergenza di tutti gli attori coinvolti nei focus group: da una<br />
parte ciò fa riferimento ad un grado di evidenza a cui è difficile sottrarsi, indipendentemente dalla<br />
propria collocazione e dai propri ruoli; dall'altra rilancia la possibilità di condividere dei percorsi di<br />
collaborazione e di convergenza tra i diversi attori proprio a partire dall'obiettivo strategico di<br />
rafforzare la società civile marchigiana.<br />
1.4 - Volontariato liquido: una possibile immagine di sintesi<br />
Il volontariato marchigiano appare sottoposto ad una torsione a causa delle tensioni che lo<br />
attraversano e che lavorano all'interno, ma anche a causa dei mutamenti esterni con i quali deve<br />
relazionarsi. Tali dinamiche hanno impatti sulle organizzazioni, ma anche sulle biografi e dei soggetti<br />
coinvolti. Assumendo la globalizzazione come "doppia sconnessione" sia sul piano strutturale sia sul<br />
piano dell'esperienza soggettiva (C. Giaccardi, M. Magatti, La globalizzazione non è un destino,<br />
Editori Laterza, Roma-Bari 2001) abbiamo la necessità di ampliare gli spazi della riflessione sul<br />
fronte della soggettività, al fine di comprendere quale sia lo spazio dell'azione per modificare le<br />
condizioni strutturali e sistemiche che definiscono l'ambiente entro cui l'agire ha luogo.<br />
In un contesto di modernità liquida, nel quale assistiamo ad una "rapida liquefazione delle strutture e<br />
delle istituzioni sociali", in cui i fenomeni della globalizzazione dell'economia portano alla fine della<br />
sovranità nazionale e dei correlati fenomeni di cittadinanza; in cui la fine delle "grandi narrazioni" e<br />
le concomitanti trasformazioni strutturali indeboliscono le forme di ancoraggio collettivo alla società<br />
e alla storia come ad esempio l'appartenenza professionale, occorre mettere in campo <strong>uno</strong> sforzo<br />
supplementare per cogliere i segnali di ricomposizione. In questa prospettiva la riflessione sul<br />
volontariato mi pare possa in qualche modo autorizzare ad immaginare, pur in un contesto di<br />
frammentazione e di società individualizzata, una dimensione sociale della vita.<br />
La metafora della liquidità, proposta da Zygmunt Bauman nel suo Modernità liquida (2000) per<br />
descrivere la fase attuale della modernità, può aiutarci a trovare un'immagine capace di contenere<br />
tutta l'ambivalenza che caratterizza il volontariato marchigiano.<br />
Un volontariato liquido in relazione ai processi di costruzione e ri-costruzione della sua identità.<br />
In analogia ai fluidi, che per la loro natura "non sono in grado di mantenere a lungo una forma, e a<br />
meno di non venir versati in <strong>uno</strong> stretto contenitore continuano a cambiare forma sotto l'influenza di<br />
ogni minima forza", il volontariato da una parte presenta un'elevata capacità di trasformazione,<br />
dall'altra sperimenta una pluralità di "contenitori".<br />
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