uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />
Il volontariato come esperienza politica (inconfessata)<br />
Il volontariato emerge anzitutto come esperienza di forte coinvolgimento personale nella dimensione<br />
locale del territorio. Continua il protagonismo delle piccole organizzazioni - molte delle quali legate<br />
alla sfera religiosa e ai gruppi parrocchiali - impegnate sui vari fronti della domanda sociale e delle<br />
situazioni di disagio. In particolare nell’ambito del welfare, dove il volontariato spesso finisce per<br />
sostituire – anziché integrare - il servizio pubblico.<br />
La voglia di partecipazione, ma anche la domanda di autorealizzazione e di socialità, continuano a<br />
trovare grande soddisfazione nell’esperienza volontaria. L’associazione si configura come un luogo<br />
di incontro e di integrazione, tra persone e prospettive. Un crocevia di bisogni, domande, risposte e<br />
impegno. Un luogo di partecipazione e coinvolgimento, dove maturare la propria identità, dove<br />
plasmarla alla luce dell’esperienza volontaria.<br />
Ma il volontariato, per sua natura, è anche un soggetto politico che interviene nella sfera pubblica.<br />
Non può certo essere interpretato solo come soggetto politico, il che porterebbe a tralasciarne altri<br />
aspetti, nondimeno bisogna riconoscere che il volontariato è protagonista di una politica dal basso,<br />
diffusa, molecolare.<br />
Politicamente rilevanti sono gli ambiti sui quali interviene. Un’attività di interesse collettivo è di fatto<br />
un’azione che ha un significato politico – inteso in senso estensivo – perché interessa la comunità.<br />
Coinvolge necessariamente gli altri cittadini, il bene comune di una società, nella sua dimensione<br />
locale, quale è il raggio di azione delle associazioni intervistate.<br />
Ma il significato politico viene consapevolmente tralasciato dai volontari quando esprimono le<br />
motivazioni delle loro scelte e costruiscono le rappresentazioni della loro esperienza. Anche quando<br />
l’azione svolta riguarda iniziative strettamente contigue alla sfera politica.<br />
Forse è la parola politica che non piace e per questo non viene evocata. Perché questo termine viene<br />
associato alla politica tradizionale, quella dei partiti, dei palazzi del potere. E’ forse la paura di<br />
“inquinare”, con questa parola, la purezza attribuita alle motivazioni che stanno dietro al volontario e<br />
al suo impegno.<br />
L’esperienza sul campo non viene associata, dagli intervistati, ad un significato “militante” della<br />
partecipazione. Questo significato, semmai, resta sullo sfondo, ma non affiora in modo esplicito.<br />
Non emergono disegni di cambiamento o strategie “rivoluzionarie”. Né emerge in modo manifesto e<br />
conflittuale il tentativo di influenzare le scelte di chi ricopre ruoli decisionali (con i quali, peraltro si<br />
deve necessariamente convivere). Semmai questo avviene quando l’associazione volontaria è attiva in<br />
una consulta, in un comitato, in una campagna, in un movimento sociale.<br />
Ma sul territorio si evita il conflitto diretto con le istituzioni locali. Prevale lo spirito di<br />
collaborazione, e di responsabilità, ogn<strong>uno</strong> nei propri spazi e ambiti di competenza. Anche in ragione<br />
di quella asimmetria dei rapporti che si vengono a creare.<br />
Ovviamente i volontari affrontano percorsi ed esperienze differenti. Vi è chi si dedica con passione e<br />
in modo silenzioso alla propria attività, delineando l’immagine del volontario chino a lavorare sul suo<br />
progetto.<br />
Altri, invece, mostrano una maggiore consapevolezza e coinvolgimento su aspetti di natura politica,<br />
pur associando raramente la parola politico alla propria attività. Questi soggetti vedono l’azione di<br />
volontariato non soltanto come un’attività filantropica, ma anche come un’esperienza di coscienza<br />
critica, inserita nel contesto sociale (e politico) in cui operano.<br />
Il volontariato diventa, quindi, per il volontario, occasione di testimonianza e di impegno rispetto ai<br />
problemi su cui egli interviene. Sui quali, attraverso la sua azione, egli punta un riflettore, per dar loro<br />
maggiore visibilità, per portarli all’attenzione pubblica, esercitando, così, pressione anche sulle<br />
istituzioni politiche, affinché se ne facciano carico.<br />
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