uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
momento formativo in senso ampio rispetto alla visione della vita e dei percorsi da seguire in futuro;<br />
per un anziano può essere una occasione di donare il proprio tempo e di condividere con altri il<br />
proprio impegno, così come di trovare momenti di socializzazione; per un adulto può rappresentare<br />
una modalità di integrazione della propria vita lavorativa e familiare con il mondo più ampio che lo<br />
circonda.<br />
I dati contenuti nel presente volume illustrano quanto siano impegnati in attività profondamente<br />
differenziate fra loro i volontari. A (tutti) questi volontari è offerta la possibilità di realizzarsi in molte<br />
maniere diverse, sia rispetto ai tipi di utenza (disabili, immigrati, donne in difficoltà, etc.) che ai modi<br />
di intervento (dal segretariato sociale ai centri di accoglienza, protezione civile, etc.), in modo tale<br />
che ogn<strong>uno</strong> possa (cercare) trovare una dimensione di coinvolgimento diretto adatta alle proprie<br />
caratteristiche e alle proprie aspirazioni.<br />
Questo serbatoio di impegno civile e morale è quanto mai importante in una fase in cui i processi<br />
tendenti all’individualizzazione spingono verso il ritirarsi all’interno delle mura domestiche (quando<br />
va bene) o in se stessi (quando va peggio).<br />
Se le attività promosse dalle organizzazioni di volontariato vanno quindi lette innanzitutto in termini<br />
di “palestra” per chi vi partecipa, non va dimenticata l’importanza delle attività di supporto e di<br />
motivazione dei volontari, altro argomento su cui la ricerca focalizza la propria attenzione.<br />
Buona parte degli studi sull’argomento svolti in questi anni mostrano infatti abbastanza nettamente<br />
come, rispetto a 10-15 anni fa, si stia verificando una trasformazione nel profilo del volontario: tale<br />
trasformazione non riguarda tanto le caratteristiche socio-anagrafiche (l’età, la condizione<br />
professionale, etc.), quanto le modalità di rapportarsi all’organizzazione di cui si fa parte e le<br />
aspettative derivanti dal proprio fare volontariato.<br />
Ormai per molte persone fare volontariato significa innanzitutto scegliere fra diverse possibilità di<br />
impegno gratuito (in questi ultimi 10-15 anni è aumentato in maniera esponenziale il numero di<br />
organizzazioni di volontariato e non profit in Italia e nelle <strong>Marche</strong>) e quindi in un certo senso la<br />
decisione di operare in un Centro di Ascolto piuttosto che all’Università della Terza Età o presso una<br />
Pubblica Assistenza è legata non solo alle inclinazioni e preferenze individuali ma anche al senso di<br />
realizzazione che questa partecipazione crea. I volontari oggi tendono in un certo senso ad essere più<br />
esigenti: vogliono che il tempo da loro donato sia speso in una maniera efficiente ed efficace e che<br />
possano anche crescere ed arricchirsi grazie all’esperienza maturata.<br />
In questo senso, più che in passato, è importante che le organizzazioni di volontariato lavorino e si<br />
impegnino anche sulle motivazioni e sull’ascolto dei volontari stessi, supportandoli nel loro percorso.<br />
Momenti di formazione, momenti di confronto, momenti anche di condivisione delle esperienze<br />
all’interno delle strutture così come a livello più ampio (si pensi al ruolo del Centro Servizi per il<br />
Volontariato) sono quindi auspicabili e non andrebbero previsti solo per i “nuovi” o aspiranti<br />
volontari, ma anche per coloro che già da tempo operano nelle organizzazioni.<br />
Le organizzazioni di volontariato quindi non devono mai dimenticarsi che la loro finalità non è solo<br />
aiutare gli “altri”, qualificando questi ultimi come coloro che sono esterni all’organizzazione, ma<br />
anche incoraggiare, far crescere e supportare i “propri” membri.<br />
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