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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

altri in cui si è dedicato ai propri impegni lavorativi, familiari, in una parola personali; e chi, invece,<br />

tende a far coesistere in <strong>uno</strong> stesso momento l’impegno in diverse associazioni, di volontariato e,<br />

anche, di altro genere.<br />

Tra le persone che hanno fatto incontro con il volontariato in fasi alterne della propria vita, ricorre<br />

alcune volte una tempistica in un certo senso “classica”, che ripercorre in modo alquanto intuitivo le<br />

diverse fasi del ciclo di vita. Si ha un primo incontro con questo tipo di impegno in gioventù, in<br />

seguito quando sopraggiungono impegni lavorativi e familiari si interrompe l’attività volontaria, per<br />

poi ritornare, con le parole di un intervistato “alla vecchia passione… fare qualcosa per gli altri”<br />

(intervista 9, Giorgio, 63 anni) una volta abbandonata l’attività lavorativa. Ritroveremo naturalmente<br />

queste dinamiche anche parlando di volontari che non sono stati intervistati come dirigenti.<br />

Nel caso seguente, che ripercorre queste dinamiche, è interessante notare anche la coincidenza tra il<br />

tipo di attività svolte nel corso della vita, in forma volontaria e lavorativa. In questo caso, quindi,<br />

oltre all’interesse per il volontariato, c’è anche l’amore per l’attività specifica in cui esso consiste,<br />

ovvero l’insegnamento.<br />

90<br />

“Quand’ero ragazza, facevo volontariato sempre con i ragazzi: insegnavo. Insegnavo ancor<br />

prima di sapere che l’avrei dovuto fare nella vita, e quindi diciamo che quello mi ha dato la<br />

spinta per fare l’insegnante. (…) Poi dopo essere andata in pensione ho cominciato inizialmente<br />

a fare il doposcuola, quindi sempre nel campo della scuola, e poi mi si è offerta l’opportunità di<br />

venire qua, sono venuta qua.” (intervista 6, Caterina, 57 anni)<br />

Ma ci sono anche naturalmente casi in cui non si attende la pensione, per “ritornare” all’impegno del<br />

volontariato. I motivi possono essere diversi: nei due casi che seguono, troviamo prima una persona<br />

che riesce a conciliare l’attività lavorativa con l’impegno volontario; nel secondo, una signora che<br />

non svolge attività lavorative al di fuori dell’ambito domestico e quindi riesce a dedicare molto tempo<br />

all’associazione. Ma in entrambi i casi si può vedere come prima dell’ingresso nell’associazione in<br />

cui attualmente si riveste un ruolo così rilevante e impegnativo, ci siano stati altri, precedenti,<br />

incontri.<br />

“Facevo volontariato ma non facevo volontariato lì. Poi, da sindaco, mi sono ritrovato per le<br />

mani un grosso problema legato all’attività di soccorso e quindi di emergenza con le ambulanze<br />

e allora è stata una necessità…” (intervista 40, Michele, 60 anni)<br />

“Ho fatto volontariato nella C., poi c’era un’associazione che più che un’associazione era una<br />

specie di incrocio tra un oratorio e un’associazione, (…), quindi noi facevamo anche lì un po’ di<br />

volontariato e tutto…<br />

Quando lì non ci sono andata più, lì era un ambiente che… non riuscivo… non riuscivo. Sentivo<br />

che non riuscivo, rimanevo sempre lì, era solo occupare il tempo, e basta. E dopo, qua.”<br />

(intervista 16, Virginia, 43)<br />

Un altro caso è quello in cui un evento drammatico nella biografia di una persona porta alla scelta di<br />

fondare un’associazione. Segue la testimonianza di una persona che concilia l’attività lavorativa con<br />

il ruolo di presidente dell’associazione. Anche in questo caso, però, notiamo che si era già verificato,<br />

in precedenza, un incontro con la realtà del volontariato.<br />

“Mi ero impegnata quando ero più giovane con i volontari ospedalieri (…). (poi succede un<br />

evento luttuoso che è il motivo ad origine della nascita dell’associazione attuale, NDR)<br />

…L’intenzione è stata subito quella poi chiaramente ho dovuto subito fare i conti con il dolore<br />

(…) c’è voluto un po’ di tempo, però intorno a me c’erano delle persone operative che intanto si<br />

sono informate e poi si è costituita l’associazione in un momento in cui io facevo psicoterapia,

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