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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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5. Volontariato e terzo settore<br />

di Franco Alleruzzo<br />

5.1 - Premessa<br />

Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

Quali sono le affinità e le differenze tra due importanti soggetti del terzo settore quali il volontariato e<br />

cooperazione sociale? Quali sono le aree di sostanziale convergenza e quelle che invece orientano<br />

differentemente l’agire delle due organizzazioni?<br />

Queste domande sono alla base della riflessione che accompagna i risultati della ricerca per la parte<br />

che riguarda i rapporti tra cooperazione e volontariato. Una riflessione che ruota attorno ai concetti di<br />

affinità/differenze, con l’obiettivo di comprendere meglio non solo i rapporti che legano le due<br />

organizzazioni, ma anche il senso dell’agire solidale che quotidianamente entrambe portano avanti.<br />

Come spesso accade, ciò che rende affini obbliga ad una maggiore distanza, perché sono le affinità<br />

che rischiano di far avvenire sovrapposizioni pericolose. Ma essere affini non significa essere uguali,<br />

anzi le lievi differenze esistenti sono un prezioso strumento per comprendere la natura dell’elemento<br />

differente/affine. Affinità che sono comunque una parte rispetto al resto e questo provoca ulteriore<br />

tensione, in quanto le differenze tra affini rendono evidente che è possibile agire con modalità ed<br />

organizzazioni differenti per raggiungere lo stesso fine e questo non è facile da tollerare, soprattutto<br />

nel campo della solidarietà così profondamente segnato da forti principi e convinzioni.<br />

5.2 - Le <strong>Marche</strong> globali<br />

I processi di globalizzazione hanno agito fortemente anche sul nostro territorio e sulle nostre<br />

comunità. Oggi la nostra regione è ha tutti gli effetti un soggetto locale che rimbalza sulla scena<br />

globale, dalla quale torna trasformato. Il nostro territorio si trova oggi compresso tra la concorrenza<br />

con distretti industriali di altri paesi del mondo ed una comunità che ha raggiunto un notevole grado<br />

di benessere, ma che appare trasformata rispetto a ciò che era solo pochi anni fa. Trasformazione che<br />

riguarda il nostro stile di vita nel suo complesso, a seguito della messa al lavoro di tutti i componenti<br />

adulti delle famiglie, che sempre più sono formate da pochi componenti (le famiglie single sono in<br />

costante aumento), dei mutamenti occorsi nel mondo del lavoro, della cultura del benessere, della<br />

nascita di nuovi servizi offerti nel territorio, dell’aumento dell’età media, con conseguente aumento<br />

nel numero di persone anziane, la nostra regione vanta l’aspettativa di vita più lunga in Italia, e<br />

dell’incremento della popolazione straniera, derivante in massima parte dalla presenza sempre più<br />

elevata di lavoratori immigrati che decidono qui di ricongiungersi alle loro famiglie. Nell’arco di<br />

pochi anni siamo passati dalla piccola comunità chiusa, fatta di relazioni vicinali forti, ad una aperta,<br />

mobile, in contatto con il mondo. Comunità attraversata e trasformata dalla cultura del benessere,<br />

orientata principalmente alla soddisfazione dei bisogni primari con l’obiettivo di rendere gli uomini<br />

liberi di scegliere e di realizzarsi al meglio delle loro possibilità.<br />

Una cultura segnata dall’idea di bisogno quale elemento sul quale agire direttamente, attraverso una<br />

risposta razionale che, soddisfacendolo, ne permetta la scomparsa. Idea positivista, che ritiene<br />

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