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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

132<br />

Perché molte volte arrivano pensando che chissà quanto realizzino i volontari (…) Molti<br />

vengono con intenzioni anche diverse, di prendere dei soldi, e poi quando capiscono che non è<br />

proprio così se ne vanno… Gli viene spiegato il tutto e, se accettano, a quel punto viene<br />

appoggiato da 2 volontari – specialmente chi viene portato da altri volontari- la domanda<br />

viene appoggiata da 2 volontari e una volta accettata la domanda, convocato in riunione,<br />

presentato agli altri soci e a quel punto diventa un membro effettivo come tutti gli altri…”<br />

(intervista 1, Moreno, 47 anni)<br />

Segue un periodo di affiancamento del nuovo arrivato ad altre persone con maggiore esperienza, che<br />

non serve solo ad acquisire le conoscenze necessarie. Serve, anche, a mandarlo subito “sul campo”,<br />

per coinvolgerlo, per evitare che si disaffezioni; ed è utile, inoltre, perché in questo modo i<br />

“supervisori” possono osservare il suo approccio, la sua determinazione, ed aiutarlo così ad orientarsi<br />

tra le varie attività che si svolgono all’interno dell’organizzazione.<br />

“Di solito viene affiancato ad altre due persone perché è inutile tenerlo lì, inerte…l’inerte,<br />

prima o poi, se ne va… Perciò lo si affianca ad altri due volontari per “tastarlo”: vedere se<br />

ha voglia di fare, se non ha voglia di fare, se è umile, se è chiacchierone…poi, via non si<br />

manda mai via ness<strong>uno</strong>…però viene tenuto in considerazione anche in base a quello che può<br />

dare a livello di volontariato (…) Non perché non c’è posto, perché una volta pagata la quota<br />

c’è posto per tutti, ma perché chi lavora, rispetto a chi trova sempre una scusante, va un<br />

tantino salvaguardato. E allora, il volontario che viene qui solo per dire “sono in<br />

(associazione) e poi non c’è mai…non è bello.” (intervista 1, Moreno, 47 anni)<br />

Anche qui la formazione viene considerata una parte rilevante, ed il presidente ci racconta che si<br />

invitano i volontari a partecipare a tutti i corsi che vengono organizzati, e che abbiano, naturalmente,<br />

qualche attinenza con l’attività specifica: quelli organizzati appositamente per questo tipo di<br />

volontariato, quelli del Centro Servizi per il Volontariato e altri, magari organizzati da altre<br />

associazioni. I volontari stessi, poi, sembrano accettare volentieri:<br />

“Tutti vogliono partecipare! Quando c’è un corso di formazione, sono poche le persone che<br />

non vogliono partecipare a quel corso di formazione. Dà sicurezza nell’operare e fa crescere<br />

il volontario…” (intervista 1, Moreno, 47 anni)<br />

Anche nel caso che segue si presta attenzione alla personalità e alle motivazioni di chi si avvicina per<br />

la prima volta all’associazione, ma questo sembra essere fatto con <strong>uno</strong> spirito un po’ diverso: non si<br />

“passano al vaglio” le intenzioni per capire chi si ha di fronte, e, al limite, per decidere se accettare o<br />

meno il suo contributo; qui si ricerca una conoscenza iniziale per capire insieme a quale tipo di<br />

attività il nuovo volontario possa essere più portato.<br />

“Si incontra il nuovo volontario, gli si spiega l’organizzazione della casa e dell’associazione, gli<br />

si da un regolamento dei volontari, c’è un regolamento dei volontari e una scheda associativa,<br />

perché tutti i volontari sono registrati e sono soci, poi gli si fa vedere anche la casa, si parla un<br />

po’, ci si conosce a vicenda per capire anche le motivazioni, a cosa <strong>uno</strong> è più portato, quello che<br />

vorrebbe fare e poi si affianca ad altre persone con esperienza” (intervista 17, Marina, 24 anni)<br />

Oltre ad affiancare un volontario con più esperienza al nuovo arrivato, si propongono diversi corsi:<br />

quelli messi a disposizione dal <strong>CSV</strong>, prima di tutto, e altri organizzati dall’associazione stessa, che<br />

chiama esperti dall’esterno.<br />

Le attività formative vertono non tanto sull’acquisizione di competenze tecniche specifiche, quanto<br />

sulla riflessione sulla relazione di aiuto tra il volontario e l’utente; questa è anche la tematica che<br />

sarebbe necessario approfondire ulteriormente, secondo l’intervistata.

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