uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
Un aspetto interessante di queste defezioni è però il loro carattere sovente non-definitivo. In quasi<br />
tutti i casi in cui si è abbandonata l’OdV per motivi personali si tende a vivere il proprio non come<br />
un abbandono ma come una pausa, più o meno lunga; e, anche negli altri casi, continuano a sussistere<br />
legami tra l’ex-volontario e la sua ex-associazione; dove questo non si verifica, troviamo comunque,<br />
quasi sempre, una proiezione dell’individuo verso altre nuove esperienze di impegno volontario.<br />
5.4 - Il volontariato e le sue relazioni<br />
Il valore e il ruolo del volontariato<br />
Iniziamo da una domanda che introduce un po’ tutta questa parte:<br />
qual è il valore del volontariato nel suo contesto socio-territoriale, secondo le persone che lo fanno<br />
vivere?<br />
Troviamo tre principali risposte:<br />
- la capacità di muoversi in modo agile, sul territorio, intercettandone i bisogni nuovi,<br />
emergenti; il suo grado di strutturazione, decisamente inferiore rispetto alle strutture<br />
pubbliche, gli permette di adattarsi meglio, di essere più a contatto con il territorio e la<br />
società locale, andando a rispondere ai bisogni quotidiani delle persone, anche a quelli che<br />
dovrebbero altrimenti attendere a lungo prima di essere riconosciuti e di ricevere<br />
specifiche attenzioni dal pubblico;<br />
- il secondo, che è correlato a questo, è la capacità di accendere i riflettori su determinate<br />
questioni che altrimenti rimarrebbero sconosciute ai più; di portare all’attenzione pubblica<br />
problemi che possono essere molto diversi - da quelli dei senza casa all’emergere di<br />
questioni ambientali, per esempio – richiamando l’attenzione dei media, quindi attirando<br />
anche attraverso questi la solidarietà dell’opinione pubblica, e facendo in questo modo<br />
pressione sulle autorità politiche locali.<br />
- Infine, quella di arrivare dove il pubblico non arriva. Di dare risposta a situazioni di<br />
disagio che altrimenti rimarrebbero senza risposta. Questo è il tema su cui la maggioranza<br />
degli intervistati richiama la nostra attenzione, e da qui deve partire una riflessione più<br />
ampia.<br />
Questo punto, infatti, si ricollega con i problemi che i volontari percepiscono nello svolgimento delle<br />
proprie attività e, per altro canto, con le domande che essi pongono al <strong>CSV</strong>.<br />
I nostri intervistati ritengono, in modo piuttosto unanime, che il volontariato debba fare qualcosa in<br />
più rispetto ai servizi sociali, non sostituirsi ad essi. Il settore pubblico dovrebbe dare risposta alle<br />
emergenze, ai bisogni di assistenza, di promozione e di autonomizzazione dei soggetti deboli ed il<br />
volontariato dovrebbe integrare, arrivando dove il pubblico non può intervenire: facendo qualcosa in<br />
più, come offrire la propria vicinanza umana, ma non garantendo il soddisfacimento delle necessità<br />
basilari delle persone.<br />
Se questa è la situazione ideale, molti tra i nostri intervistati percepiscono <strong>uno</strong> scivolamento verso<br />
una configurazione di questi rapporti molto diversa: il volontariato, in taluni settori, sta assumendo un<br />
ruolo sempre più centrale, sostituendosi, progressivamente, al pubblico.<br />
Ci sono settori dove la famiglia non può rispondere, non può bastare; dove il mercato non investe e<br />
da cui lo stato si ritrae, progressivamente; ed il volontariato rimane solo, a garantire livelli di welfare<br />
commisurati al proprio entusiasmo e alle proprie possibilità.<br />
Infatti, parlando dei rapporti con l’esterno, è emersa l’esistenza di reti complesse che collegano le<br />
OdV a diversi enti e che a volte le legano a doppio filo con gli enti locali. In alcuni casi, cioè, le OdV<br />
ricevono fondi e strutture da enti pubblici in quanto questi delegano ad esse lo svolgimento di attività<br />
centrali dello “stato sociale”.<br />
Uno dei problemi, in questo modo, è che il volontariato si sente sempre meno “volontariato”: perde<br />
una parte della spontaneità e della gratuità e si sente troppo responsabilizzato, riconduce le proprie<br />
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