14.06.2013 Views

uno sguardo d'insieme - CSV Marche

uno sguardo d'insieme - CSV Marche

uno sguardo d'insieme - CSV Marche

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

consolidamento del bagaglio di conoscenze da parte degli amministratori a partire dal ruolo e dalla<br />

funzione del Centro servizi. Inoltre è importante riconoscere come i processi in atto abbiano<br />

consentito alle associazioni di apprezzarsi reciprocamente e di apprezzare la qualità dei diversi attori<br />

coinvolti, siano essi pubblici, privati e del Terzo settore. In questo senso acquistano particolare<br />

rilevanza sotto il profilo dell'innovazione dei processi quelle esperienze che riconoscono al<br />

volontariato un ruolo decisivo, seppure non esclusivo, sia sul fronte della lettura dei bisogni che su<br />

quello della co-progettazione, arrivando in alcuni casi ad un coinvolgimento nella gestione diretta.<br />

Come ulteriore area problematica si presenta quella dei percorsi interni al volontariato per costruire<br />

processi di legittimazione in vista di una partecipazione a tavoli ristretti, in cui è necessario esprimere<br />

una "rappresentanza del volontariato". Sia nelle realtà che hanno previsto la presenza del volontariato<br />

negli Uffici di Piano sia per la partecipazione ai tavoli di concertazione, il tema della rappresentatività<br />

e dei percorsi di legittimazione è un elemento che richiama con forza la presenza di spazi di<br />

democrazia e di partecipazione che consentano di mettere in campo una strategia inclusiva, capace di<br />

tenere insieme le organizzazioni con diversi gradi di strutturazione e di complessità. Tali processi<br />

appaiono ancora più complessi e più esigenti sotto il profilo della tenuta organizzativa a fronte di una<br />

rappresentazione da parte di diversi Coordinatori d'ambito di un contesto infra-organizzativo molto<br />

complesso: un "rapporto difficile, soprattutto tra associazioni operanti nello stesso settore", un<br />

rapporto "di concorrenza sleale tra volontariato e cooperative sociali", una "situazione difficile, se<br />

non critica, tra volontariato e istituzioni", la presenza di "cordate politiche". A ciò si aggiunge un<br />

rapporto tra associazioni di volontariato e sindacato ancora da costruire, sia sotto il profilo di una<br />

prassi consolidata, che consenta di riconoscersi come soggetti interessati ad un'azione politica e ad un<br />

ruolo di protagonismo nella "costruzione della città", sia sotto il profilo di un comune interesse nel<br />

distinguere l'azione volontaria da forme di lavoro sommerso o sottopagato. Tale situazione si presenta<br />

in continuità con la storia del volontariato marchigiano e forse trova le sue radici nella stessa cultura<br />

locale; già nella rilevazione del 2001, curata dalla Fivol, si evidenziava come "i rapporti e le<br />

collaborazioni con gli altri soggetti non sono affatto trascurabili. Vi è da tempo una discreta<br />

propensione alla partecipazione attiva all'interno di coordinamenti e consulte di emanazione locale o<br />

provinciale [...], anche se la collaborazione si limita per lo più a condividere manifestazioni ed eventi,<br />

più che a progetti di medio-lungo periodo. Inoltre la maggioranza dei responsabili interpellati ritiene<br />

realizzabile una maggiore collaborazione tra le organizzazioni di volontariato del territorio a<br />

condizione che si superino alcune difficoltà, legate a "diffidenza" e "scarsità di tempo"" (Fivol<br />

op.cit.) Tale quadro deve essere assunto con molta cautela a fronte di alcuni elementi che completano<br />

lo scenario di riferimento. Occorre ricordare che tutti i soggetti coinvolti nella costruzione dei Piani di<br />

Zona sono alla prima esperienza di percorsi di programmazione partecipata a livello intercomunale;<br />

ciò consegna all'analisi molti elementi di comprensione e invita a non assumere acriticamente tali<br />

valutazioni; inoltre è importante condividere il fatto che in alcune aree si sono sviluppate esperienze<br />

di grande rilevanza sia sotto il profilo del metodo che dei contenuti. In alcuni casi il loro grado di<br />

significatività suggerisce di prendere in considerazione la possibilità di assumerle come punto di<br />

riferimento per un futuro lavoro di ricerca-azione, che abbia come obiettivo la sperimentazione di<br />

percorsi di accompagnamento e di formazione finalizzati a promuovere le competenze per la gestione<br />

di fenomeni organizzativi complessi in relazione ai processi sociali territoriali. All'interno di questo<br />

scenario, in cui limiti ed opportunità convivono e offrono una prospettiva dinamica che chiama in<br />

causa le responsabilità dei diversi attori coinvolti, il volontariato marchigiano è riuscito in questi anni<br />

a conquistare un ruolo di visibilità all'interno della società marchigiana. Il sondaggio telefonico su un<br />

campione rappresentativo di 618 persone, condotto attraverso il metodo CATI (Computer Assisted<br />

Telephone Interviewing), ci restituisce la rappresentazione di un volontariato marchigiano che è<br />

riuscito a rendersi visibile al 55.5% dei marchigiani, i quali affermano di conoscere almeno una<br />

organizzazione di volontariato attiva nel territorio in cui si risiede. Il livello di conoscenza aumenta in<br />

relazione al titolo di studio; i giovani dai 15 ai 17 anni e gli over 65 dichiarano una relativa minore<br />

conoscenza (43%); 6 cittadini su 10 residenti nella provincia di Ancona dichiarano di conoscere<br />

associazioni nel proprio territorio;<br />

273

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!