uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Terza parte Volontariato e … bisogni, opportunità, territorio<br />
Oggi le imprese e le organizzazioni economiche hanno la necessità di investire, creando comunità che<br />
condividono questo, in beni pubblici, perché la produzione di beni materiali ed immateriali e la loro<br />
vendita, per avvenire al meglio, deve avere una rete in grado di fare esperienze e produrre conoscenze<br />
e queste richiedono un contesto dove siano disponibili e riprodotti beni pubblici quali relazioni, virtù<br />
civiche, ambiente dignitoso per chi vive e lavora, utilizzo virtuoso ed efficiente delle fonti di energia,<br />
relazioni umane improntate alla solidarietà ed al mutuo aiuto. Un investimento che non è una scelta<br />
etica, ma un bisogno legato alla competizione tra territori. E’ da questo terreno che nasce la<br />
cultura della Responsabilità Sociale delle Imprese (CRS), cioè di imprese che pur impegnate a<br />
realizzare reddito dalla produzione e vendita di beni e/o servizi “privati” sono costrette a prendersi<br />
cura anche di beni pubblici, perché consapevoli che il loro sviluppo è strettamente connesso alla<br />
qualità dell’ambiente nel quale operano.<br />
Il volontariato e le cooperative sociali hanno per oggetto sociale la cura dei beni pubblici di natura<br />
relazionale, in quanto trattano professionalmente (le cooperative) e quale impegno di cittadinanza<br />
responsabile (il volontariato) commons, cioè beni pubblici costituiti dalle competenze sociali che<br />
sono il substrato per lo sviluppo di una comunità autonoma e responsabile. In questo caso ci troviamo<br />
di fronte a soggetti che operano direttamente su beni pubblici: il loro oggetto sociale è di natura<br />
pubblica e questo è ciò che le differenzia da tutte le altre organizzazioni ecomomiche. Il loro oggetto<br />
sociale è prendersi cura delle comunità nelle quali operano per renderle quanto più autonome e<br />
responsabili, con il fine di rendere l’ambiente sociale il migliore possibile, per accogliere differenze a<br />
partire dalle condizioni date e con le risorse (umane, professionali, culturali, economiche) a<br />
disposizione. Si comprende che l’impresa cooperativa sociale e le associazioni di volontariato sono il<br />
partner ideale per lo sviluppo di beni pubblici utili anche allo sviluppo economico, a condizione che<br />
la loro azione resti orientata da due fini: produrre solidarietà, che ha caratteristiche del tutto<br />
differenti da quella prodotta prima del loro arrivo, e riflessione sulla stessa, perché devono<br />
comprendere cosa e come stanno agendo solidalmente. Possiamo osservare che ciò che comunemente<br />
è chiamata “azione solidale” ha a che fare con la cura dei beni pubblici, che per lungo tempo sono<br />
stati considerati elementi marginali per lo sviluppo della ricchezza, ma che oggi stanno acquistando<br />
una nuova centralità proprio per lo sviluppo economico.<br />
La specificità del volontariato e della cooperazione sociale abita il mandato di prendersi cura di<br />
competenze sociali (beni pubblici per eccellenza), che per loro natura non appartengono a ness<strong>uno</strong> e,<br />
che per evolvere, devono continuamente essere diffuse e condivise. Competenze che non possono<br />
essere separate dal “supporto” che le produce ed elabora: l’uomo. Esse non producono/riproducono<br />
un oggetto che può essere manipolato e che, al termine del processo “produttivo”, può essere offerto<br />
sul mercato, ma trattano un bene che appartiene a tutti e ciò le costringe, internamente ed<br />
esternamente, a tener conto di coloro che lo “hanno indosso”: le persone. Da questo assunto non<br />
possono prescindere e, conseguentemente, ciò determina che le organizzazioni di volontariato e le<br />
cooperative sociali non potranno mai avere un punto di vista ed una organizzazione forte, perché la<br />
“forza non può prendersi cura della fragilità” (Simone Veil).<br />
5.6 - Volontariato e professioni sociali<br />
Se si pensa ad una città che si prende cura delle persone in difficoltà, si immagina che abbia già<br />
competenze diffuse, quelle esistenti nelle famiglie o in nuclei parentali o vicinali. Quello che sta<br />
succedendo è che ci sono sempre più bisogni ai quali si fa difficoltà rispondere da soli, ecco allora<br />
che una risposta è quella dell’organizzazione di volontariato. Questa di solito nasce tra persone che si<br />
trovano a dover far fronte a bisogni simili (alcolismo, alzheimer, cancro, handicap) e cercano in<br />
questo modo di trovare un luogo di condivisione che mitighi la difficoltà, oppure tra persone che<br />
ritengono eticamente importante attivarsi in forme di cittadinanza responsabile, strutturando la loro<br />
attività attraverso forme organizzate.<br />
Il volontariato ha l’obiettivo di aggregare ed organizzare competenze sociali in maniera non<br />
professionale, questa è la sua forza. Il suo obiettivo è permettere a quanti più cittadini possibile<br />
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