uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />
con i minori…tante volte non c’è neanche il colloquio, (…) se per esempio la volontaria è una<br />
mia amica, io garantisco per lei, le spiego il lavoro che dovrà fare (…) Di solito c’è il<br />
colloquio, poi un po’ di giorni, forse 15, di prova, per vedere se il volontario è interessato a<br />
questo tipo di lavoro, se gli piace…” (intervista 44, Tamara, 34 anni)<br />
In seguito al colloquio,<br />
“Si vede più o meno quello che <strong>uno</strong> sa fare e poi si vede di inserirlo da qualche parte, nei<br />
servizi che si fanno, anche sentendo cosa gli piace fare, le attitudini di ciasc<strong>uno</strong> (…) Il<br />
volontario viene affiancato da un’altra persona che è nell’Associazione da più tempo, che già<br />
conosce i bambini e che può aiutare e indirizzare il nuovo volontario nelle varie attività; il<br />
volontario vecchio può vagliare le attitudini, le capacità, c’è un confronto alla fine della<br />
giornata” (intervista 45, Barbara, 37 anni)<br />
Anche in questo caso l’interesse per la personalità e le motivazioni dei volontari si accompagna alla<br />
preoccupazione per la loro competenza. Ma è soprattutto interessante che entrambe le volontarie,<br />
parlandoci degli strumenti volti alla formazione dei volontari, sottolineino l’importanza di un aspetto<br />
diverso da quello dell’efficacia.<br />
“ Sono previsti dei percorsi formativi. Non sono obbligatori, anche se il volontario che vuole<br />
lavorare con noi, viene invitato caldamente a partecipare, per lavorare meglio. (…) Secondo<br />
me non è importante (che altri organismi sostengano l’OdV per quanto riguarda la<br />
formazione, NDR). Almeno per noi, no. Abbiamo delle caratteristiche tali, che se li facessero<br />
altri per noi, sarebbero diversi questi incontri…” (intervista 44, Tamara, 34 anni)<br />
“Sì, la formazione la faccio io, soprattutto per i nuovi volontari, ma è estesa a tutti… Le<br />
tematiche sono educative (…) Si potrebbe, forse, fare meglio…vediamo un po’, forse sarebbe<br />
bello essere più incisivi, però questo è quello che riusciamo a dare… Io per fare questi corsi<br />
vado a fare altri corsi, io lo faccio e poi lo riporto agli altri… A volte, durante i corsi esterni<br />
chiamo anche dei consulenti esterni, di altre associazioni…Non sono tanto d’accordo a far<br />
venire degli esterni, sempre, a fare formazione, non mi sarebbe molto simpatica la cosa… Io<br />
alla formazione ci tempo tantissimo, perché da lì dipende il servizio e quindi l’impronta un po’<br />
la devo controllare io!, il comitato esecutivo, il cuore dell’Associazione… Quindi, quando<br />
invito esterni, invito persone che conosco, che già ho sentito, li ho vagliati io, prima di farli<br />
sentire agli altri…” (intervista 45, Barbara, 37 anni)<br />
Da queste due interviste, quindi, emerge un modo particolare di intendere la formazione: questa viene<br />
vista, certo, come acquisizione di conoscenze utili per migliorare il proprio approccio con gli utenti,<br />
ma l’efficacia è inscindibile dall’ “impronta”, dall’impostazione che si vuole conferire al servizio. La<br />
formazione è considerata un aspetto molto importante proprio perché nel momento<br />
dell’apprendimento devono formarsi e tramandarsi non solo le competenze ma anche l’impianto<br />
ideale che all’intervento è sotteso. Per questo motivo, alla possibilità di invitare persone<br />
semplicemente competenti, ma magari foriere di filosofie d’intervento diverse, si preferisce la<br />
coerenza, allo scambio si predilige il rafforzamento del proprio impianto ideale.<br />
Anche nel caso seguente, le motivazioni con cui le persone si avvicinano all’OdV sono guardate con<br />
attenzione, e sottoposte a vaglio critico. Per motivi, però, molto diversi: l’associazione, infatti,<br />
gestisce alcune attività soggette a rimborso spesa, e questo può creare fraintendimenti…<br />
“Se è un volontario che si presenta perché ci ha visto in giro, viene, si presenta e lo<br />
accogliamo facendoci due chiacchiere spiegandogli cos’è l’associazione, prima che trovi<br />
qualcosa che non gli vada bene, a fondo: quello che fa, quello che non fa, qual è l’obiettivo…<br />
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