uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
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“…È una struttura che accomuna i vari volontari ed è una cosa bella, è una bella realtà. (…) È<br />
una struttura che fa sì che un problema, quello dei senza fissa dimora, degli immigrati, sia un<br />
problema vivo, percepito e affrontato dalla nostra società (…) dai ragazzi così è vista come una<br />
cosa positiva, il darsi da fare per un problema che, poi magari ogn<strong>uno</strong> lo affronta in maniera<br />
diversa, ha idee diverse, però comunque se ne parla e poi, ripeto, la cosa molto bella di questa<br />
associazione, è che è sentita una cosa propria di tutti i volontari (…) ogni volontario viene qui, si<br />
sente utile, sente che un po’ che la casa di accoglienza gli appartiene, che partecipa ad un<br />
progetto bello, utile e interessante.” (intervista 14, Claudio, 22 anni)<br />
Il fatto che spesso vi sia un vuoto creato dall’istituzione pubblica nei confronti della cittadinanza, per<br />
mancanza di fondi, per inadempienza, o per incapacità di vedere, spinge chi invece questo vuoto lo<br />
percepisce ad attivarsi e a cercare di supplirvi.<br />
“Il valore è molto importante, sia a (città) sia in altri posti perché si inserisce, no, in tutti quei<br />
settori che… per esempio in questo campo è una cosa che doveva fare l’amministrazione<br />
comunale… e invece in questo vuoto si inserisce il volontariato, quindi tante volte il volontariato<br />
chiude dei vuoti che altrimenti… quindi potrebbe essere il ruolo anche questo di coprire delle<br />
parti che lo stato o altri non possono fare, soprattutto nel campo del sociale, diciamo.”<br />
(intervista 4, Arianna, 58 anni)<br />
Il posizionamento a copertura del vuoto delle OdV in cui sono attivi porta i volontari di lungo corso a<br />
definirsi anche come contenitori di bisogni inevasi. La loro funzione, quindi, sembra non essere più di<br />
solo sostegno ad istituzioni pubbliche carenti, ma diventa anche quella di esprimere una gamma di<br />
necessità che altrimenti rimarrebbero sottaciute.<br />
“Il volontariato in particolare deve stimolare le istituzioni che sono un po’ restie, a volte non<br />
esistono, di conseguenza bisogna promuovere qualcosa come la nostra associazione (…) però le<br />
istituzioni non possono fare più di tanto perché in Italia abbiamo 25.000 associazioni di<br />
volontariato ed è l’unica in Europa, l’Italia, che ha una legge quadro per il volontariato quindi lo<br />
Stato non può arrivare direttamente in via perpendicolare all’emarginato, a chi ha bisogno e non<br />
si può avvalere neanche delle istituzioni locali per arrivare a fornire…sì, arrivano, ma in una<br />
forma molto labile, di conseguenza il volontariato è quello che ha l’impatto diretto nei confronti<br />
di chi ha bisogno e fa in sostanza fa da tramite tra istituzioni e chi ha bisogno (…) nella nostra<br />
zona io ritengo che le istituzioni sono più vicine al volontariato, sono sensibili, vengono incontro<br />
alle esigenze, è una buona zona questa rispetto ad altre regioni” (intervista 3, Giovanni, 66 anni)<br />
Anche i volontari di lungo corso, così come i dirigenti, dimostrano una certa difficoltà nel definire i<br />
limiti della propria azione in relazione ai servizi pubblici: quando è affiancamento e quando è<br />
sostituzione?<br />
“Il ruolo è importante ed è in affiancamento alle istituzioni. Nella misura in cui si supera –e<br />
alcune volte noi l’abbiamo superato questo limite (…) bisogna fare un po’ di mente locale e<br />
cercare di tornare indietro anche se c’è una convenzione che magari ti possa permettere di avere<br />
anche un certo rimborso. Perché poi diventa quasi un’istituzione e sostituirsi non va<br />
assolutamente bene. Il rapporto c’è ed è importante. Vede, ai vigili siamo in sostituzione. E’ vero<br />
che le scuole le facciamo tutte noi e ciò potrebbe sembrare non un affiancamento, perché le<br />
facciamo tutte noi, il vigile non c’è. Ma è anche vero che se noi facciamo questo, il vigile fa<br />
qualcos’altro (…) questo è un affiancamento puro: ottimizza i tempi e rende il compito più<br />
efficiente. E infatti l’affiancamento è questo. Invece, nei servizi sociali, quando trasportiamo<br />
qualc<strong>uno</strong>, il volontario siamo noi, l’autista siamo noi, il furgone siamo noi” (intervista 1,<br />
Moreno, 47 anni)