uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
La rappresentazione che ci offre questo volontario non potrebbe essere più chiara: le difficoltà, nel<br />
suo caso, derivano dalla sensazione di essere alla base di una piramide al cui vertice c’è qualc<strong>uno</strong> che<br />
impartisce degli ordini. Mentre, secondo la sua descrizione, la figura adatta ad esprimere i rapporti<br />
che dovrebbero esserci all’interno dell’OdV è il cerchio.<br />
Ma, in questo senso, una piramide a base circolare vista dall’alto, non è altro che un cerchio, dotato di<br />
una profondità e di un vertice. E questo vertice, nell’atto di tenere insieme i diversi punti della<br />
piramide e collocarla nello spazio e nel tempo, non è esattamente in <strong>uno</strong> stato di riposo.<br />
Le difficoltà principali che il nuovo volontario trova nello svolgimento della propria azione<br />
volontaria, quindi, sembrano essere collegate da una parte ad una mancanza di equilibrio nella<br />
gestione dei rapporti con le figure che intervengono nella pratica volontaria e dall’altro da una<br />
mancanza di riconoscimento dell’importanza del lavoro che sta facendo.<br />
I volontari fuoriusciti<br />
Tra i fuoriusciti, le difficoltà maggiori che abbiamo potuto indagare sembravano legate ai rapporti<br />
con le istituzioni locali presenti, con cui sembravano faticare a rapportarsi per le diverse logiche che<br />
guidano i due dialoganti.<br />
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“Uno [problema, ndr] secondo me è dialogare con le istituzioni perché la logica che c’è qua non<br />
c’è il pubblico. Perché io spesso nel pubblico vedo persone proprio sfiduciate, che danno risposte<br />
blande, che non aiutano a risolvere problemi.” (intervista 32, Antonella, 23 anni)<br />
Un secondo problema indicato da questo ex volontario è relativo proprio al lavoro che svolgeva<br />
all’interno dell’OdV, quello che maggiormente lo metteva in discussione e lo obbligava a<br />
confrontarsi con se stesso.<br />
“Poi c’è la parte molto difficile che è quella di ascoltare gli altri, che comunque sia nella<br />
comunicazione verbale che no, devi capire tante cose, tanti passano solo perché si sentono soli,<br />
perché dall’anziano, all’extracomunitario, perché comunque lasciare il proprio paese per venire<br />
qua non è facile. Io mi stupisco a volte che per es. quel ragazzo che gestisce il centro che le<br />
dicevo prima ha 26 anni, gestisce sia qui che a P., viaggia, la madre ce l’ha lontana, il padre non<br />
ce l’ha più, un fratello in America, un fratello in Spagna, cioè da persona italiana, inculcata: la<br />
famiglia! Gente italiana ancora che fino a 35 anni vive in famiglia, vedere queste situazioni ti<br />
cambia un po’. Cioè dici: se ero io, avevo tutta questa forza? Perché tanti poi li vedi tutti allegri,<br />
nonostante tutti questi problemi.” (intervista 32, Antonella, 23 anni)<br />
In conclusione, anche i volontari fuoriusciti sembrano aiutarci nella comprensione delle difficoltà. I<br />
contributi che abbiamo selezionato, infatti, da una parte ripropongono i problemi di dialogo con gli<br />
enti locali che abbiamo già avuto modo di ritrovare tra le altre figure intervistate; dall’altro, ci<br />
pongono di fronte ad una difficoltà che è propria dell’azione (positiva) del volontariato: quella di<br />
contribuire alla crescita e alla messa in discussione dell’individuo attraverso il confronto con gli altri,<br />
le loro storie e le loro sofferenze.<br />
Riassumendo…<br />
Le difficoltà in cui i volontari si imbattono, nello svolgimento delle proprie attività, derivano da<br />
diverse fonti.