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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

Andare a parlare nelle scuole, per presentare il volontariato ed il suo significato, è un’opportunità che<br />

tutti i volontari considerano utile ed auspicabile.<br />

In modi diversi: chi va nelle scuole per presentare il significato in generale dell’esperienza volontaria,<br />

senza presentare le attività specifiche dell’OdV di cui fa parte; e chi, invece, cerca di sensibilizzare<br />

sull’operato di una specifica organizzazione e sulle questioni da essa affrontate; chi cerca di fare<br />

entrambe le cose, per esempio attraverso il progetto del <strong>CSV</strong> “A scuola di volontariato”, che<br />

rappresenta un’esperienza più strutturata, dove dopo una presentazione generale sul volontariato,<br />

vengono spiegate più nel dettaglio le attività svolte da alcune OdV; quindi, si offre l’opportunità, ai<br />

ragazzi che lo desiderano, di svolgere <strong>uno</strong> stage in una di queste associazioni.<br />

Queste attività, quindi, sono considerate auspicabili anche da chi non ha un’opinione favorevole<br />

verso il “farsi pubblicità” perché si ha l’occasione di parlare, prima, con i ragazzi, di spiegare nel<br />

dettaglio le finalità dell’OdV, così che i ragazzi hanno gli elementi necessari per capire se<br />

l’associazione fa per loro o meno e possono avvicinarvisi se davvero interessati.<br />

Inoltre, come abbiamo notato nel capitolo precedente, questa opportunità ha il vantaggio di fare<br />

avvicinare nell’OdV i ragazzi in gruppo anziché da soli, il che li può incoraggiare e può rendere più<br />

facile l’inserimento.<br />

Le valutazioni, quindi, di questa esperienza, da parte dei volontari sono essenzialmente positive,<br />

perché mettono in luce l’efficacia e l’interesse dei ragazzi; vediamo, a titolo di esempio, due<br />

testimonianze.<br />

126<br />

“All’interno delle scuole quest’anno addirittura io ho fatto presenze in un paio di assemblee<br />

d’istituto che hanno realizzato (…), perché sono proprio stati i rappresentanti d’istituto che mi<br />

hanno invitata e abbiamo mostrato un filmato, delle diapositive sulle iniziative che noi<br />

realizziamo, è stato entusiasmante perché vedi i ragazzi coinvolti, che si rendono conto<br />

dell’impatto sociale di quello che proponi, ma anche del coinvolgimento del volontario perché<br />

fare un’iniziativa come le (…) ha un valore di divertimento assoluto per tutti, quindi non è la<br />

fatica di fare il volontario, dover sopportare situazioni di disagio, no diventa veramente la<br />

gioia di condividere un momento epico, quindi il canale della scuola è molto forte che<br />

soprattutto ci chiama ed è molto bello (intervista 5, Amelia, 33 anni)<br />

“Però è importantissimo, ed è stata una cosa fatta e secondo me giusta, quella delle scuole,<br />

perché ti fanno conoscere le varie realtà, non solo di (città), ma un quadro ampio delle cose<br />

che si fanno.” (intervista 14, Claudio, 22 anni)<br />

Anche chi non conosce questo progetto, e quindi non può valutarne l’efficacia, ritiene importante, di<br />

per sé, andare nelle scuole a parlare del volontariato.<br />

“Cioè, noi non facciamo volantinaggio capillare, e nelle scuole poco. Perché? Perché lì<br />

significa che qualc<strong>uno</strong> di noi va nelle scuole… cioè, deve partire dall’alto, non deve partire<br />

dall’associazione che prende e dice “oh, oggi vado a fare quella scuola faccio quella<br />

lezioncina lì”, perché c’è un’insegnante che è sensibile al problema e quindi chiama<br />

l’associazione per raccontare cos’è, come per esempio capita spesso, no? Deve partire<br />

dall’alto, una direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione che dice che una parte del<br />

tempo che un alunno sta a scuola deve essere dedicato a questo. È importante che nelle scuole<br />

ci sia il volontariato, è importante.” (intervista 12, Elisa, 32 anni)<br />

Secondo questa intervistata è fondamentale formare e sensibilizzare i giovani, soprattutto quelli delle<br />

scuole superiori. Perché, quando si arriva all’università, la persona ha già una forma mentis più<br />

definita e quindi, se vuole, ci arriva spontaneamente, basta che veda un volantino (come del resto per<br />

gli adulti). Invece, è con i giovani delle superiori che occorre andare a parlare per stimolare una<br />

riflessione, un interesse: perché hanno ancora una personalità in formazione, quindi sono più pronti<br />

ad accogliere idee nuove e a farle diventare parte di sé.

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