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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

Un primo contenitore mi pare possa essere identificato nel processo di costruzione dei Piani di zona,<br />

all'interno degli Ambiti sociali. La dinamica sviluppata in questo contesto ha messo in luce quanto<br />

quella parte del volontariato che ha avuto la forza o è stata messa nelle condizioni di partecipare<br />

abbia potuto offrire un contributo significativo all'interno delle logiche concertative e cooperative. I<br />

tavoli di concertazione e quelli tematici hanno avuto un effetto di consolidamento delle<br />

organizzazioni, sia sul fronte della costruzione dei contributi sia rispetto ad una continuità della<br />

presenza. In molte realtà tali processi hanno avuto il merito di aver offerto al volontariato fluido e<br />

turbolento <strong>uno</strong> spazio di riconoscimento e di stabilizzazione. I rischi di tali contenitori "istituzionali"<br />

fanno riferimento ad un "effetto assimilazione", da una parte alle logiche istituzionali, dall'altra ad<br />

un'unica modalità di organizzazione di volontariato, valutata come più efficace per garantire la<br />

presenza in tali percorsi.<br />

Il rischio è quello di provocare una metamorfosi del volontariato, che verrebbe riconosciuto come<br />

significativo non tanto perché portatore di un proprio "capitale sociale", maturato nella sua<br />

appartenenza territoriale, quanto piuttosto per il semplice fatto di corrispondere alle istanze<br />

dell'istituzione.<br />

Tale contenitore istituzionale in molti casi si è configurato anche come "luogo caldo" dal punto di<br />

vista delle relazioni tra i rappresentanti e "potenzialmente ricco di opportunità" sul fronte delle<br />

reciproche convenienze. Il rischio è che tale "contenitore caldo e ricco" affascini il volontariato, il<br />

quale intenzionalmente o inconsciamente, finisca per rinunciare al suo ruolo di critica e di denuncia<br />

sociale. E' come se il volontariato liquido abbia la necessità di mantenere attiva una doppia<br />

competenza: da un lato quella di saper confluire in questi contenitori, dall'altro quella di saper<br />

defluire, per mantenere una sua fluidità di base. Una capacità di saper stare un po' dentro e un po'<br />

fuori, di saper transitare in una "terra di mezzo" di cui né l'istituzione, né il volontariato conoscono i<br />

confini. La responsabilità di rendere possibile un "contenitore relazionale" significativo investe le<br />

stesse istituzioni, chiamate a valorizzare le diversità soprattutto nella scelta delle modalità operative<br />

di coinvolgimento e a non cedere all'arma del ricatto, per cui a fronte di un'azione di critica si<br />

minaccia l'interruzione dei rapporti collegati alla gestione dei servizi.<br />

Accanto alle opportunità convivono rischi rilevanti, che ci mettono in guardia dal non creare le<br />

condizioni per un volontariato OGM, le cui caratteristiche originarie vengano sostituite da una attenta<br />

selezione operata dallo Stato o dal mercato. Se da un lato il protagonismo del volontariato nella<br />

programmazione partecipata è un obiettivo di sviluppo, dall'altro occorre pensare come alcune<br />

capacità vengano sostenute e accompagnate e come invece non siano invasive e sostitutive di altre.<br />

Nello stesso tempo, in molti casi, il contenitore istituzionale ha consentito un processo di<br />

riconoscimento tra le diverse realtà associative che solo in quel contesto hanno avuto l'opportunità di<br />

incontrarsi ed apprezzarsi. Tali esperienze contribuiscono a sviluppare un "effetto delega" nei<br />

confronti delle istituzioni, anche rispetto a quelle funzioni di creazione, sostegno e sviluppo della rete<br />

associativa territoriale. Alcune esperienze in cui il Terzo settore è riuscito a costruire una posizione<br />

condivisa, capace di orientare la partecipazione ai contenitori istituzionali, ci indicano quanto possa<br />

aiutare la crescita della società civile un volontariato autonomo.<br />

Su questa direzione è necessario proseguire senza indugi nella creazione di un contenitore proprio<br />

delle associazioni di volontariato e delle organizzazione del Terzo Settore. Il Forum del Terzo settore<br />

ha la necessità di trovare una sua definizione a livello regionale; tale definizione è ancor più oggi<br />

necessaria e utile per offrire alle associazioni un luogo, seppur in prima battuta potenzialmente<br />

conflittuale, di identità e di appartenenza per bilanciare i possibili effetti distorsivi.<br />

Un volontariato liquido per la sua capacità di abitare gli interstizi, di colmare alcuni vuoti, di<br />

mettere in relazione pezzi di comunità fra loro separati, di essere "terra di mezzo" fra spazi isolati,<br />

di creare possibilità di navigazione e collegamento.<br />

In questa dinamica è necessario, però, recuperare la centralità della "persona volontaria" e delle<br />

“famiglie volontarie": l'impegno del singolo volontario e delle famiglie diventa un aspetto strategico<br />

per promuovere cultura e azione volontaria.<br />

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