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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

bisogno di risorse (i finanziamenti, la stipula di convenzioni, le sedi operative, le strutture) che sono<br />

allocate principalmente dalla politica locale.<br />

Da alcune esperienze riportate nelle interviste, emerge l’idea di una relazione fra istituzioni e<br />

volontariato molto squilibrata; dove il volontariato, in questo gioco, svolge la parte più debole – e non<br />

del tutto libera.<br />

Nelle prossime pagine ne approfondiamo alcuni aspetti di particolare interesse, restringendo il campo<br />

dallo scenario generale al rapporto tra volontari, volontariato e l’ambiente più prossimo.<br />

I percorsi soggettivi. Dentro e fuori l’associazione<br />

La ricerca, come si è detto, si è proposta di guardare dentro e fuori al fenomeno associativo. Di<br />

sondarne i confini, talora non troppo chiari, fra esperienza sociale, organizzativa, professionale e<br />

pubblica.<br />

Dentro l’associazione vi sono anzitutto i volontari che vivono tale esperienza. Gli incentivi che<br />

spingono ad abbracciare e a continuare questo percorso di vita. Si distinguono specialmente quelli di<br />

senso, che assumono una particolare centralità, come emerge chiaramente dalle interviste.<br />

Fare volontariato, infatti, è anzitutto un’esperienza significante, di autorealizzazione, dove si appaga<br />

il bisogno personale di espressività. Di sentirsi utili alla collettività (oltre che bene con se stessi).<br />

Facendo qualcosa di concreto, nel proprio piccolo.<br />

Il ruolo del “fare”, nell’esperienza volontaria, è fondamentale. E il volontariato, per il volontario,<br />

coincide con il lavoro sul campo. Definisce e delimita il percorso delle persone; contribuisce a<br />

specificarne l’identità, nello scambio con gli altri, nella “pratica” del servizio.<br />

La dinamica tra l’associazione e il suo ambiente richiama l’importanza dei percorsi di avvicinamento<br />

all’esperienza del volontariato. A tal proposito un aspetto interessante riguarda le motivazioni<br />

riportate dagli intervistati rispetto alla scelta di partecipare, sulle quali si concentra in particolare<br />

questa ricerca.<br />

Le prospettive rilevate nelle interviste, e presentate nel rapporto che segue, offrono lo spaccato di una<br />

realtà complessa e articolata, nelle sue logiche e nelle sue basi di riferimento.<br />

E’ interessante notare come non sempre motivazioni forti e consapevoli risultino essere le condizioni<br />

dietro l’entrata dell’individuo nel mondo del volontariato. Emergono infatti percorsi in cui la<br />

consapevolezza matura con il tempo e si rafforza con l’esperienza attiva nell’ambito dell’impegno<br />

volontario.<br />

L’avvicinamento al volontariato avviene anche per caso, per curiosità, su sollecitazione di una<br />

persona vicina, su basi emotive dopo aver vissuto un’esperienza personale drammatica. O perché si<br />

hanno competenze professionali richieste in una determinata iniziativa da parte di un’associazione, e<br />

permettono l’aggancio con questo mondo.<br />

Oppure perché, improvvisamente, ci si ritrova in un momento del proprio ciclo di vita, ad avere del<br />

tempo libero (si va in pensione o i figli sono diventati grandi…), e si vogliono fare nuove esperienze,<br />

stare insieme agli altri, fare qualcosa per gli altri.<br />

Da fuori a dentro il volontariato, dunque, si sviluppano diverse prassi di avvicinamento a questa<br />

realtà. Variegate sono le situazioni che fanno da “ponte” per giungere alla scelta di partecipare:<br />

a) talvolta l’approccio al volontariato è “preterintenzionale”, per caso, si è spinti da altri, i compagni<br />

di scuola, gli amici, i colleghi impegnati, alla cui insistenza difficilmente si poteva dire di no. Poi il<br />

coinvolgimento timido della prima ora in molti casi finisce per assumere una impensata centralità<br />

nella prospettiva di vita: .<br />

Quella esperienza di attivismo coinvolge al punto di trasformarsi in un meccanismo che aiuta a<br />

sentirsi meglio. Fare volontariato diventa un modo per riconoscersi e farsi riconoscere; un elemento<br />

di distinzione che diventa parte della propria identità individuale.<br />

Ci si autorealizza attraverso le attività che si svolgono. Progressivamente si cristallizza il sistema<br />

valoriale di riferimento della persona: uguaglianza e solidarietà, civismo e responsabilità personale,<br />

localismo e attaccamento al territorio, principi morali e religiosi.<br />

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