uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
170<br />
Quindi, per noi la presenza di giovani sempre nuovi è assolutamente fondamentale, perché come<br />
ti avevo detto, la nostra associazione vuole creare questi ponti di amicizia, e non la si può capire<br />
quella realtà, come qualsiasi altra realtà nel mondo, che sia Africa o Asia o America, se non la si<br />
conosce direttamente. (…) se <strong>uno</strong> non va lì e non riporta la sua esperienza personale a chi non<br />
può partire, perché ovviamente ci sono anche persone che non sono mai andate, che fanno parte<br />
dell’associazione e non sono mai partite, quindi è assolutamente importante tenere vivo, aperto,<br />
questo ponte.” (intervista 12, Elisa, 32 anni)<br />
Questo tipo di azione, ovviamente, non è possibile senza un nucleo, originario e stabile e che lavora<br />
quotidianamente, di persone che rendono possibile, anche logisticamente e tecnicamente, la<br />
sopravvivenza stessa dell’associazione.<br />
Così come per i dirigenti, anche per i volontari di lunga data il problema del turnover viene vissuto<br />
come un rischio per l’associazione.<br />
I volontari nuovi<br />
I nuovi volontari sono quelli che possono offrirci una panoramica più ampia delle problematiche<br />
legate al turnover dei volontari. Molti (e questo è già un dato rilevante) non sembrano porsi il<br />
problema dei ricambi tra volontari e spesso faticano a comprendere le difficoltà legate ad un impegno<br />
discontinuo.<br />
Spesso vedono l’abbandono temporaneo come una cosa normale, legata a priorità diverse che<br />
emergono nel corso del tempo e nel mutare degli impegni o delle aspirazioni. Sembrano intendere, in<br />
questo senso, l’azione volontaria come un’azione fluida, non costante, e che può essere<br />
temporaneamente messa da parte per far posto ad altro.<br />
“… Abbandonare non è tanto abbandonare. Magari <strong>uno</strong> è impegnato in altre cose e quindi per il<br />
momento lo sospende. Quindi non è che ha abbandonato per sempre: a seconda degli impegni.<br />
(…) Ecco lo sospende ma non credo che lo lascia del tutto perché tanto se ama questo tipo di<br />
attività, non la puoi lasciare.” (intervista 33, Marida, 30 anni)<br />
Se non dettato da un mutare di priorità individuale, i nuovi volontari legano l’abbandono a motivi<br />
strettamente fisiologici, come l’anzianità o la malattia.<br />
“La situazione è positiva, sono entrate nuove forze giovani, ma non perché chi è da tempo che è<br />
nell’(associazione) valesse meno, ma perché i giovani portano nuove idee. [l’abbandono spesso<br />
avviene, ndr] per ragioni personali, posso portare l’esperienza di mia madre che diventata<br />
anziana non partecipa più, ma come mia madre molte altre persone. Volontari che hanno lasciato<br />
l’associazione per incompatibilità non ne ho visti.” (intervista 37, Silvia, 50 anni)<br />
I volontari nuovi talvolta si incontrano anche con situazioni curiose: ciò che loro fanno come azione<br />
gratuita diventa improvvisamente una moda. I corsi che l’associazione organizza e che le servono<br />
anche per reclutare nuovi volontari da inserire nelle proprie fila, diventano gettonatissimi, ma non da<br />
persone motivate all’azione volontaria. E bisogna inventarsi un altro modo per cercare di coinvolgere<br />
le persone.<br />
“… C’è che ogni corso per volontari conta che ne rimangono proprio attivi cinque o sei. Adesso<br />
sono stati fatti due corsi, a distanza di un anno, e adesso si parlava di farne il terzo a settembre,<br />
sempre a cadenza annuale, perché adesso molta gente fa corsi di comicoterapia perché va di