uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
Altre volte l’uscita avviene invece con attrito. A causa di problemi di relazione tra i componenti.<br />
Quando, cioè, l’intesa che unisce gli attori dell’esperienza volontaria si incrina. E crollano le tante<br />
aspettative riposte sulla dimensione della socialità.<br />
Nella prospettiva di alcuni (ex)volontari, non sentirsi un gruppo – non condividere prospettive e<br />
identità comuni, fiducia e stima reciproca - si configura come fattore determinante per l’uscita. Se<br />
viene meno l’idea di comunità, che sta alla base di questa esperienza, manca una buona ragione per<br />
restare. La dimensione relazionale emerge costantemente come aspetto fondamentale del fare insieme<br />
un servizio alla collettività.<br />
Altre volte la causa è da ricondurre alle aspettative di ruolo all’interno dell’organizzazione, che non<br />
vengono corrisposte. Il volontariato, infatti, si configura anche come un canale per acquisire visibilità<br />
e prestigio sociale in base alla posizione ricoperta nell’associazione; diventa funzionale alla<br />
costruzione o alla ridefinizione dell’identità individuale.<br />
In altri casi, come si è detto, ci si avvicina al volontariato in modo strumentale, pensando ad un<br />
possibile sbocco professionale: . L’impossibilità di questo esito<br />
induce al distacco e a rivedere il rapporto con l’associazione.<br />
Appare critica, peraltro, la sfasatura tra le aspettative e la sperimentazione concreta. Tra ciò che si<br />
pensava fosse e ciò che invece l’esperienza di volontario si è rivelata in concreto. Il disincanto, che<br />
deriva dal non riconoscersi in quello che si fa, diventa una premessa all’uscita. Segno, che è superfluo<br />
ribadire, dell’alto livello di aspettative riposte nell’esperienza volontaria dagli attivisti. Così, quando<br />
la ricerca di senso e di significato, che alimenta l’idea di intraprendere quel percorso partecipativo,<br />
non trova una risposta appropriata il legame si allenta.<br />
Ma come si è detto quasi mai si abbandona completamente il volontariato. A volte permangono<br />
legami con l’ex-associazione, oppure l’impegno si sposta su un’altra esperienza volontaria. Il riflusso<br />
nel privato non è lo sbocco consueto di chi abbandona un’esperienza di volontariato. Si cerca altro,<br />
qualcosa che si conformi di più alle proprie aspettative. Che continui a dare significato alla propria<br />
vita.<br />
Fuori dall’associazione, nei suoi dintorni, c’è il suo ambiente sociale e politico: gli enti pubblici, le<br />
altre organizzazioni del (terzo) settore. Il mondo circostante che vive profonde trasformazioni sotto il<br />
profilo culturale, delle prassi, dei bisogni sociali. Vi sono le storie, a volte drammatiche, delle<br />
persone, che non trovano nelle misure di welfare una risposta adeguata.<br />
Per questo l’associazionismo volontario si configura come una “istituzione buona“ nelle percezioni<br />
dei cittadini. E’ presente nel territorio, sa dialogare con la realtà sociale e locale. Sa produrre servizi e<br />
solidarietà. Non senza difficoltà, come emerge dalle testimonianze raccolte. Ma resta in grado di<br />
fornire risposte ad una domanda sociale che le istituzioni pubbliche non riescono a soddisfare.<br />
Gli stessi intervistati sottolineano come sia cresciuta nel tempo la consapevolezza sociale del ruolo<br />
del volontariato, in quanto realtà di spessore nei contesti locali. Perché si tratta di un’esperienza che,<br />
oltre ad assicurare servizi, sa veicolare anche valori e significati, un messaggio eticamente definito.<br />
Non solo verso l’interno dell’associazione, tra chi rende disponibile il proprio tempo e offre lavoro in<br />
modo dis-interessato. Ma anche nei dintorni dell’associazione, tra chi fruisce di quei servizi, di quelle<br />
attenzioni, di quel messaggio di solidarietà testimoniato dal fare.<br />
Nell’ambiente dell’esperienza volontaria vi sono anche gli enti locali. In primo luogo<br />
l’amministrazione comunale. Soggetto di riferimento privilegiato per chi opera nel suo territorio. Ma<br />
gli orientamenti sono ambivalenti.<br />
Il comune diventa a seconda delle valutazioni un’opportunità, poiché offre risorse – finanziamenti,<br />
spazi, aiuti di vario genere – ai progetti dei volontari. Ma questa situazione talvolta declina in un<br />
rapporto di dipendenza, che lega le mani alle associazioni. Specie quelle più critiche e movimentiste<br />
come i gruppi ambientalisti, ma non solo. Emergono infatti anche considerazioni poco favorevoli<br />
rispetto al nesso con l’ente pubblico, poiché la libertà di iniziativa e di critica è minata in ragione di<br />
questa asimmetria nel rapporto.<br />
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