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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />

I ruoli e i confini, dunque, nelle parole dei dirigenti che abbiamo intervistato nel corso di questo<br />

viaggio nella realtà volontaria marchigiana, non sembrano per niente chiari. E spesso la coscienza di<br />

non essere affatto una presenza in più, ma di avere un ruolo importante quanto il pubblico, porta il<br />

volontario e i dirigenti ad una nuova consapevolezza dell’importanza della propria presenza.<br />

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“Bè, il volontariato dovrebbe essere un supporto, nel senso che dovrebbe arrivare ad affiancarsi,<br />

a perfezionare quello che fa il pubblico, mi rendo invece conto che molto spesso il volontariato lo<br />

sostituisce completamente, perché nella competenza, nella qualità, nella gestione del servizio a<br />

volte il pubblico è completamente inesistente. (…) Una volta siamo andati dal sindaco di (città)<br />

che ci ha detto: “eh… se le cose funzionassero, voi associazioni ambientaliste non dovreste<br />

esistere, per lo meno dovreste occuparvi solo di andare a fotografare uccelli e farfalle”, e in<br />

effetti è vero. Se le cose funzionassero noi non dovremmo esistere su questo livello, non sarebbe<br />

compito nostro discutere del piano del traffico, del piano degli arenili, degli alberi che buttano<br />

giù, dei palazzi che costruiscono e via discorrendo. Ma le cose non funzionano, e allora quella<br />

parte di società civile che non arriva al potere, non ci vuole arrivare, ma che vuole fare sentire la<br />

sua voce, vuole difendere qualcosa, non ha altri mezzi che le associazioni.” (intervista 16,<br />

Virginia, 43 anni)<br />

Nelle parole conclusive di Virginia emerge una consapevolezza del proprio ruolo in termini di<br />

capacità di pressione sugli enti pubblici. Il volontariato e l’associazionismo, in questo senso, per gli<br />

individui diventano dei veri e propri strumenti, alternativi alla politica e ai partiti, attraverso cui<br />

possono attivarsi e far sentire il proprio dissenso.<br />

“Il valore del volontariato, al di là delle concrete attività che andiamo a fare, deve manifestarsi<br />

nelle attività di lobbying, di sensibilizzazione degli enti pubblici e locali: da una parte deve<br />

andare a coprire degli aspetti che non vengono abbastanza trattati, dall’altra deve richiamare<br />

l’opinione pubblica e le istituzioni a un maggiore interesse verso queste attività che sono<br />

carenti…” (intervista 28, Domenico, 36 anni)<br />

L’attività di lobbying, la pressione che le associazioni accomunate dalla non appartenenza né al<br />

mondo dei partiti, né al mondo dell’impresa, viene vista come un’attività dotata anche di tratti<br />

pedagogici rispetto alla cittadinanza. Una mobilitazione della società civile che serve per porre<br />

attenzione ad aspetti magari trascurati dal pubblico o su cui il mercato ha messo le mani…<br />

“Io posso dire quello che fa la nostra associazione. In qualche modo praticamente si sostituisce a<br />

quelli che sono… a quello che è il comune, a quello che è l’Ente Pubblico, (…) l’ente pubblico si<br />

serve delle associazioni per arrivare là dove non riesce ad arrivare diversamente, questo è il<br />

punto centrale, il dato di fatto. (…) Dal punto di vista dell’associazione, l’associazione è<br />

necessaria lì dove c’è la possibilità di fare un’accoglienza, di svolgere un compito di accoglienza,<br />

con una missione non tanto di aiutare i più deboli, quanto piuttosto di fare da tramite alle<br />

famiglie che sono da lungo tempo residenti nel comune e che hanno bisogno di informazioni che è<br />

una cosa essenziale per tutti ma soprattutto per loro, e che hanno bisogno anche di una certa<br />

tutela di quelli che sono i loro diritti.” (intervista 6, Caterina, 57 anni)<br />

Il ruolo del volontariato, dunque, sembra rimanere collocato in un limbo di incertezza che risulta<br />

particolarmente difficile da chiarire, in quanto chiarirlo comporta la definizione di questioni rilevanti<br />

e complesse: quali sono i diritti fondamentali di un individuo? Chi deve fornire gli strumenti e il<br />

sostegno necessario affinché questi siano effettivamente garantiti? In che misura l’intervento<br />

pubblico minimo si può definire tale, e quanto invece è il volontariato a contribuire in modo<br />

sostanziale al raggiungimento del welfare della comunità?

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