uno sguardo d'insieme - CSV Marche
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Seconda parte Volontariato e… motivazioni<br />
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“Non abbiamo problemi di questo tipo, diciamo che già così abbiamo capacità per farci<br />
conoscere, abbiamo un movimento ecclesiale vicino, (…), non abbiamo problemi di farci<br />
conoscere da qualc<strong>uno</strong> e sinceramente non abbiamo neanche dei problemi relativi a far<br />
rimanere qualc<strong>uno</strong> all’interno dell’Associazione…” (intervista 45, Barbara, 37 anni)<br />
Atteggiamenti tendenzialmente più “cauti” emergono anche in altre associazioni, magari meno attente<br />
alla condivisione di un approccio ideale, ma dove i volontari si trovano a diretto contatto con gli<br />
utenti – dove, quindi, i volontari non danno un contributo “standardizzato”, ma fortemente<br />
personalizzato.<br />
In questi casi, si tende quindi a privilegiare attività informative piuttosto che di ricerca di nuovi<br />
volontari perché questi devono avere una forte motivazione personale, che non si può infondere<br />
attraverso la pubblicità. Seguono alcuni stralci di interviste che raccontano proprio di questo aspetto:<br />
“L’ importante è informare i cittadini sull’ importanza di questa attività, avvicinarli alla<br />
solidarietà. Attività volte al reclutamento non credo portino a grandi risultati visto che nella<br />
nostra associazione, la cosa più importante è la motivazione personale “sincera” per così<br />
dire.” (intervista 30, Marta, 64 anni)<br />
“Invitando alle conferenze, alle gite, a tutto ciò che c’è di pubblico nell’ associazione, persone<br />
che non ne fanno parte, secondo me è il modo migliore. Ma come ripeto io non ci vedo una<br />
grande efficacia, in quanto in questa associazione in particolare è la motivazione forte e<br />
assolutamente personale ciò che conta ed è efficace per entrare a farne parte.” (intervista 37,<br />
Silvia, 50 anni)<br />
“I fattori sono molteplici, il fatto che c’è qualche parente o amico sì. Per es. questo è il caso<br />
mio, (…) Ma sai una cosa, (l’attività, NDR) è dura, quindi anche se hai un amico, un<br />
parente…la gente deve arrivare da sola. Arriva, viene qui, si informa.” (intervista 25,<br />
Agostino, 38 anni)<br />
“I: Crede che essa dovrebbe fare promozione per reclutare altri volontari? In che modo<br />
potrebbe farla?<br />
Io non sono d’accordo. Cioè nel senso che se <strong>uno</strong> ha voglia di venire viene, ness<strong>uno</strong> lo manda<br />
via, però di fare tante cose non… io penso che ci debba essere una forte motivazione per fare<br />
del volontariato, quindi deve partire… ci deve essere sì l’informazione, però dopo quella<br />
nient’altro, cioè fare un gran battage non penso che sia il caso perché ecco la motivazione<br />
deve essere forte, non ti deve conquistare lì per lì chissà cosa, non bisogna fare marketing,<br />
insomma, secondo me, cioè deve partire da te la motivazione.” (intervista 6, Caterina, 57<br />
anni)<br />
Una sfumatura leggermente diversa è quella che si coglie dal seguente stralcio di intervista. Secondo<br />
l’intervistata, non è opport<strong>uno</strong> pianificare attività di reclutamento perché ci deve essere una<br />
motivazione non solo forte, ma soprattutto sincera. Fin troppe persone si avvicinano all’associazione<br />
con una motivazione “scorretta”, per il fascino della divisa e per acquisire prestigio sociale.<br />
“I: Crede che essa dovrebbe fare promozione per reclutare altri volontari?<br />
No, no, anche perché c’è molte volte…non un rifiuto, però…come posso dire? C’è scetticismo<br />
nel far entrare una persona, e quando viene richiesto vengono fatte alcune domande: “Perché<br />
vuoi entrare?” per capire qual è lo scopo nel voler entrare in questa associazione…è<br />
l’apparire che ti interessa, perché siamo sempre sui giornali e il discorso della divisa…in<br />
altre associazioni la divisa non c’è, ma essendo qui anche protezione civile, questa cosa della<br />
divisa…molti puntano anche a questa cosa…e allora cerchiamo di sfatare, dicendogli che non<br />
è questo che interessa all’associazione.” (intervista 10, Clara, 36 anni)