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uno sguardo d'insieme - CSV Marche

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Centro di Servizio per il Volontariato – Associazione Volontariato <strong>Marche</strong><br />

“Eh, mi spinge perché vedo la necessità di queste persone, come ti accettano a casa… e così,<br />

tutte queste persone anziane quando mi vedono mi fanno la festa, diciamo, mi vogliono bene, poi<br />

avendo lavorato quarant’anni penso che non mi manchi nemmeno il modo di farmi…no? (…) Io<br />

mi auguro (…) che riesca a farlo, perché mi piace tantissimo, e mi gratifica tanto, e se non<br />

facessi questo non so cosa farei tutto il giorno (sospirando)…” (intervista 11, Irma, 62 anni)<br />

Riassumendo…<br />

Tra i dirigenti abbiamo potuto osservare motivazioni vive, che si sono arricchite e/o approfondite nel<br />

corso del tempo; il coinvolgimento nelle attività ha potuto significare, nel loro caso, poter entrare più<br />

a contatto con le realtà verso cui erano sensibili, e, quindi, queste stesse sensibilità si sono ridefinite<br />

nel corso dell’esperienza, diventando mano a mano una parte sempre più grande della propria vita.<br />

È anche per questo motivo che le persone intervistate non solo hanno accettato di rimanere attive per<br />

parecchi anni; essi, inoltre, hanno rivestito fin dall’inizio ruoli di primo piano, o hanno accettato, nel<br />

tempo, di assumersi sempre maggiori responsabilità.<br />

Confrontando il percorso di approfondimento e crescita delle motivazioni di cui sono testimoni i<br />

dirigenti con i percorsi, più vari, dei volontari “di lungo corso” e nuovi, si può formulare un’ipotesi<br />

generale, che non deve però essere considerata al pari di una regola.<br />

Si potrebbe cioè ipotizzare che quando l’impegno crea sempre maggiore coinvolgimento, e quindi è<br />

alla base di una crescita delle motivazioni è, solitamente, più probabile che si accettino incarichi di<br />

responsabilità; le questioni trattate diventano una parte importante della propria vita, e allora si può<br />

accettare di mettere in gioco più responsabilità, più tempo, e più energia.<br />

Quando, invece, le motivazioni ci sono, ma rimangono più o meno le stesse, diventa più plausibile<br />

che ci si adagi su un modo “costante” di vivere la propria esperienza di volontario.<br />

Sia chiaro, le associazioni di volontariato vivono grazie a tanti volontari che portano il proprio -<br />

fondamentale - contributo rimanendo spesso invisibili nei processi decisionali e nelle questioni<br />

organizzative.<br />

I dirigenti sono necessari (anche) per tali questioni, ma senza il lavoro di tante persone che riempiono<br />

la quotidianità dell’associazione non si potrebbero erogare servizi – che sono, alla fine, l’elemento<br />

portante di un’associazione di volontariato.<br />

Quello che si vuole dire è che quando le proprie motivazioni vivono ogni giorno ma non “lievitano”<br />

sotto l’effetto dell’impegno portato avanti in loro nome, si tende forse con maggiore facilità a<br />

rimanere attivi, anche per molti anni, dentro un’associazione, senza però cercare di andare oltre il<br />

proprio contributo diretto, operativo.<br />

Si continua, magari a lungo, a dedicarsi con dedizione, senso di responsabilità e scrupolosità al<br />

proprio impegno; ma si tende, con più probabilità, a preferire “restare al proprio posto”:<br />

concentrandosi, per esempio, sul proprio turno di servizio senza pensare di assumere, un giorno, un<br />

ruolo più centrale; e/o senza pensare più di tanto all’azione globale dell’associazione – a come<br />

aumentarne la funzionalità, a come renderne più incisiva l’azione, e così via.<br />

Il fatto che tra i volontari “anziani” e “nuovi” abbiamo trovato risposte più varie di quelle fornite dai<br />

dirigenti - abbiamo trovato, cioè, persone che ci parlano di un processo di crescita/approfondimento<br />

delle proprie motivazioni, a fianco di altri che ci hanno detto di essere spinti dalle stesse motivazioni<br />

iniziali e altri ancora che ci hanno manifestato un qualche senso di stanchezza – sembra riflettersi<br />

nella stessa eterogeneità di questi sotto-campioni quando si parla della loro volontà di assumere, un<br />

giorno, maggiori responsabilità.<br />

Accanto a chi si dice pronto, o comunque non esclude questa eventualità, troviamo diverse persone<br />

che, per quanto motivate, ci dicono esplicitamente che sperano di continuare ad essere attivi ancora a<br />

lungo ma sempre al riparo da ruoli più organizzativi e gestionali.<br />

È probabile, quindi, che proprio questa differenza nelle motivazioni sia alla base del fenomeno che<br />

abbiamo osservato e richiamato in diversi punti: ovvero, che diverse associazioni ruotino intorno al<br />

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