uno sguardo d'insieme - CSV Marche
uno sguardo d'insieme - CSV Marche
uno sguardo d'insieme - CSV Marche
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Terza parte Volontariato e … bisogni, opportunità, territorio<br />
5.4 - Nuovi soggetti economici: volontariato e cooperazione<br />
La nostra regione si è trasformata molto velocemente con conseguente esplosione di nuovi bisogni e<br />
trasformazione di quelli già esistenti, creando in questo modo le premesse per la diffusione di un<br />
vasto reticolo di soggetti che oggi operano a vari livelli nella risposta ai bisogni e, soprattutto, nella<br />
produzione di una nuova ricchezza, non solo monetaria ma fatta di conoscenza, relazione, cultura,<br />
benessere e formazione. Soggetti che appartengono a tutti gli effetti ad un ambito economico nel<br />
quale considerare la produzione di ricchezza in tutte le sue forme (relazionali, ambientali, culturali) e<br />
non solo di natura monetaria. Un’economia in grado di riappropriarsi delle sue origini, quella di una<br />
scienza che nomina tutti gli scambi che avvengono e non solo alcuni di questi, cosa che è già<br />
contenuta nella sua etimologia: eco (casa, in questo caso gli scambi che avvengono tra un contesto e<br />
l’ambiente) e nomos (nominare, dare un nome, normare, ecc.).<br />
Soggetti economici che devono e possono essere valutati nella loro capacità di gestire i bilanci<br />
monetari, ma allo stesso tempo e con lo stesso valore, nelle loro capacità di gestire e produrre<br />
conoscenza, benessere, cultura e formazione nell’ambiente in cui operano ed al loro interno. Iniziare<br />
a valutare l’azione solidale prodotta dal volontariato e dalla cooperazione è un’idea ecologica, perché<br />
obbliga ad uscire dal limite di considerarle “buone” solo in quanto esistenti, obbligandole ad un<br />
confronto diretto e serrato con gli altri attori delle comunità nelle quali operano, apertura vitale.<br />
Perché la loro declinazione sociale non è un orpello etico del quale devono fregiare la loro azione, ma<br />
è la condizione essenziale perché abbia senso la loro azione. Di conseguenza l’apertura alla<br />
valutazione non è una scelta possibile per queste organizzazioni, ma la condizione intrinseca<br />
dell’essere soggetti sociali. Basti per questo tenere conto che la loro opera di solidarietà è rivolta a<br />
soggetti che il contesto sociale valuta come bisognosi di aiuto, è comprensibile come chi agisce su<br />
mandato sociale basato sulla valutazione, non possa sottrarsi egli stesso a valutazione.<br />
Non solo, l’apertura è oltre modo necessaria in quanto entrambe le organizzazioni sono caratterizzate<br />
da elementi che possono far correre il rischio di una chiusura autoreferenziale e, di conseguenza, una<br />
deriva verso un’unica direzione. La cooperazione sociale nasce per offrire lavoro ai propri associati<br />
nel campo della solidarietà, il rischio di questa origine è che la sua azione sia orientata principalmente<br />
dai bisogni del lavoro, mentre invece deve essere arricchita dal punto di vista non solo degli utenti e<br />
dei loro familiari, ma anche di quelli di tutti gli attori sociali che ruotano, direttamente e<br />
indirettamente, attorno ai servizi ed alle politiche solidali. La stessa cosa vale per il volontariato, dove<br />
l’orientamento della sua azione al miglioramento del benessere collettivo richiede la presenza di una<br />
rete attiva di feedback della sua azione, pena il rischio di vedere indirizzata la sua attività solo dai<br />
bisogni o desideri degli associati, oppure da una mission che ne determini in maniera univoca<br />
l’azione. Tutto questo in quanto i loro bisogni (che siano di lavoro della cooperazione e di<br />
raggiungere un determinato obiettivo per l’associazione) quando si negano al confronto, anche aspro,<br />
con i bisogni degli altri, negano alla radice il senso della loro azione solidale. Che è tale solo quando<br />
nel raggiungere i propri fini si è capaci di fare i conti con i bisogni degli altri, che spesso ne<br />
rallentano la corsa, ma che sono l’elemento indispensabile per imparare ed insegnare che è possibile<br />
agire come parte di una comunità.<br />
Va comunque tenuto in considerazione che le stesse organizzazioni contengono alcuni anticorpi<br />
contro queste derive, sempre che il loro sistema immunitario funzioni a dovere. Questi anticorpi sono<br />
dati dalla natura ambivalente di coloro che operano al loro interno; nelle cooperative sociali essere<br />
lavoratori e soci, nelle organizzazioni di volontariato essere allo stesso tempo semplici cittadini con<br />
un ruolo che non è lavoro, ma di cittadinanza responsabile. Nel primo caso, essere soci e lavoratori<br />
determina una contraddizione in termini: è possibile essere dipendenti di se stessi attraverso una<br />
organizzazione? Perché in realtà è facile essere dipendenti di se stessi se si risponde solo a se. Così<br />
avviene anche nel confronto cittadino/volontario: se il volontario è un cittadino responsabile, in cosa<br />
si distinguono? Perché se il volontario diventa troppo specializzato, si trasforma in un professionista<br />
ed in questo modo non è più un “semplice” cittadino. Fino a che punto si può e deve formare per<br />
affrontare i suoi impegni?<br />
312