29.06.2013 Views

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Cap. 4 Guado San Nicola 1<br />

rinvenute, relative al ravvivamento della punta o dei margini, si presentano molto<br />

regolari, invadenti e sottili.<br />

Molti bifacciali sono stati ottenuti su una lastrina con sezione <strong>di</strong> conformazione<br />

triangolare, ovvero <strong>di</strong> forma già atta alla lavorazione bifacciale: in questi casi il<br />

façonnage si limita a due o tre stacchi finalizzati alla fabbricazione della punta, mentre le<br />

basi vengono lasciate non lavorate. La stessa cosa accade con le lastrine <strong>di</strong> forma<br />

quadrangolare, infatti molti bifacciali presentano una base corticale, non lavorata e<br />

quadrata (fig. 4.36), insieme ad una punta ben lavorata (fig. 4.37).<br />

Si potrebbero inizialmente considerare come <strong>degli</strong> abbozzi <strong>di</strong> bifacciali, con una<br />

lavorazione quin<strong>di</strong> lasciata a metà. Ma la loro alta frequenza fa presupporre che l’unica<br />

cosa che interessava fosse proprio la punta, e quin<strong>di</strong> la parte funzionale (Arzarello et al.,<br />

2009). Oppure questi abbozzi, potrebbero essere letti come il risultato <strong>di</strong> una spiccata<br />

conoscenza della materia prima che si stava lavorando: le lastrine <strong>di</strong> partenza, infatti,<br />

sono ricche <strong>di</strong> fessurazioni e <strong>di</strong> inclusi, pertanto una lavorazione intensiva finalizzata<br />

all’ottenimento <strong>di</strong> un bifacciale vero e proprio che ne presenti tutte le caratteristiche<br />

peculiari, potrebbe portare più facilmente alla frattura del manufatto, mentre una<br />

lavorazione sommaria de<strong>di</strong>cata solo all’ottenimento della parte funzionale del bifacciale<br />

ne escluderebbe, o perlomeno ridurrebbe, le possibilità <strong>di</strong> rottura.<br />

Nella figura 4.38 una sintesi <strong>degli</strong> errori che è possibile osservare sui bifacciali.<br />

Fig.4.34: USC, Q R11 n.15; esempio <strong>di</strong> bifacciale <strong>di</strong> ottima fattura nonostante la materia prima ricca <strong>di</strong><br />

fessurazioni interne. Alla base si nota il negativo <strong>di</strong> una grossa scheggia che ne ha compromesso la<br />

simmetria.<br />

109

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!