29.06.2013 Views

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara

Università degli Studi di Ferrara

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Cap. 2 Definizione <strong>di</strong> errore e sperimentazione<br />

Jacques Pelegrin (1990) parlando <strong>di</strong> “psicologia della scheggiatura” <strong>di</strong>segna uno<br />

schema delle azioni effettuate durante la realizzazione <strong>di</strong> tecniche elaborate come la<br />

scheggiatura laminare, ossia per quella fase in cui la scheggiatura è ampiamente<br />

dominata.<br />

Per quanto riguarda il débitage laminare nella sua fase iniziale, Pelegrin (1991) ci<br />

parla <strong>di</strong> gesti standar<strong>di</strong>zzati, <strong>di</strong> algoritmi semplici; il concetto <strong>di</strong> “savoir-faire idéatiore”,<br />

grazie al quale l’uomo può “construire une forme définie totalement indépendante de<br />

celle du matériau brut, par toute une succession d’enlèvements organisé”, sarebbe però<br />

<strong>di</strong>fficilmente applicabile a complessi litici più antichi come ad esempio l’Olduvaiano<br />

(Pelegrin, 1993).<br />

Considerando anche l’acquisizione del “savoir-faire moteur”, che invece permette<br />

un buon controllo <strong>di</strong> entrambe le mani all’interno delle tre <strong>di</strong>mensioni spaziali (Pelegrin,<br />

1991), le cause <strong>di</strong> un errore o <strong>di</strong> un incidente <strong>di</strong>vengono numerose e complesse, poiché<br />

l’in<strong>di</strong>viduo è in grado <strong>di</strong> comprendere parametri e relazioni tecniche tra gesto/pensiero e<br />

conseguenza <strong>di</strong> questi sul prodotto, in quanto è a conoscenza dei criteri tecnici da<br />

attuare: “en effet, comment se corriger devant un ‘accident’ (…) sans au moins <strong>di</strong>scerner<br />

le genre de la cause?”.<br />

Nel caso <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo che abbia acquisito savoir-faire in tutte le sue accezioni<br />

parliamo dunque <strong>di</strong> “incidente” e non <strong>di</strong> “errore”, anche se il risultato ai fini della<br />

morfologia del prodotto ottenuto non cambia, poiché è sempre definito come “quand<br />

l’obtenu <strong>di</strong>ffère de l’attendu” (Pelegrin, 1991).<br />

Altri stu<strong>di</strong> operano una <strong>di</strong>fferenza tra conoscenza e savoir-faire per valutare le<br />

abilità richieste per la produzione delle prime industrie, alfine <strong>di</strong> <strong>di</strong>scriminare<br />

l’importanza della teoria contro la pratica (Harlacker, 2006a; 2006b).<br />

Harlacker applica dunque questi termini all’analisi dell’Olduvaiano attraverso una<br />

sperimentazione effettuata con scheggiatori con <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> d’esperienza, alcuni<br />

totalmente inesperti.<br />

Dai dati acquisiti risulta l’importanza maggiore del savoir-faire piuttosto che della<br />

conoscenza nella produzione delle prime tecnologie, nonché l’importanza<br />

dell’acquisizione graduale <strong>di</strong> una buona manualità e gestualità.<br />

15

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!