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Università degli Studi di Ferrara

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8.2 GLI ERRORI DI SCHEGGIATURA INDIVIDUATI: RELAZIONI E CAUSE<br />

Cap. 8 Considerazioni conclusive 213<br />

L’analisi <strong>degli</strong> errori <strong>di</strong> scheggiatura attraverso un confronto tra insiemi litici<br />

sperimentali ed archeologici ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i rapporti <strong>di</strong> causa/effetto della<br />

manualità e le relazioni che intercorrono tra un determinato errore ed un metodo <strong>di</strong><br />

débitage.<br />

Innanzitutto l’osservazione congiunta dei manufatti ottenuti sperimentalmente e<br />

quelli archeologici ha permesso <strong>di</strong> riscontrare che spesso più errori sono collegati tra <strong>di</strong><br />

loro; ad esempio i colpi reiterati si manifestano in <strong>di</strong>versi punti della scheggia, tanto sulla<br />

faccia ventrale, a livello del bulbo, quanto sul tallone e sulla faccia dorsale. Un colpo<br />

inferto con troppa forza comporta onde marcate sulla faccia ventrale accompagnate<br />

molto spesso da un bulbo <strong>di</strong>edro, mentre al contrario una scheggia riflessa presenta<br />

quasi sempre anche onde marcate.<br />

L’incorrere in un errore non è quasi mai un fatto saltuario all’interno della stessa<br />

catena operativa: nella maggior parte dei casi, infatti, le stimmate lasciate dal prodotto<br />

con errori sul nucleo si ripercuotono sui prodotti successivi. Ciò non accade nel caso in<br />

cui la rimessa in forma del nucleo asporti i negativi con errori. Pertanto un certo tipo <strong>di</strong><br />

manualità o un determinato gesto si ripercuotono sul prodotto con gli stessi effetti,<br />

rendendo oggettiva la sua osservazione da parte dello stu<strong>di</strong>oso.<br />

La prima e sostanziale <strong>di</strong>fferenza riscontrabile tra le collezioni sperimentali e quelle<br />

archeologiche, trattate in questo lavoro, risiede nella scelta della materia prima da<br />

utilizzare e nella sua gestione. Nel caso delle collezioni sperimentali si riscontra una<br />

prima <strong>di</strong>scordanza tra gli scheggiatori più esperti, ed in possesso <strong>di</strong> conoscenze teoriche<br />

e pratiche più sviluppate (Esami Litica), e quelli con meno esperienza (IP Isernia). Nel<br />

primo caso l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze teoriche <strong>di</strong> base esclude a priori l’utilizzo <strong>di</strong> una<br />

materia prima <strong>di</strong> cattiva qualità che farebbe perdere tempo ed energie allo scheggiatore<br />

con manufatti irregolari e spessi. Nel secondo caso la mancanza <strong>di</strong> un background<br />

teorico <strong>di</strong> base induce lo scheggiatore all’utilizzo <strong>di</strong> qualsiasi tipo <strong>di</strong> materia prima senza<br />

una previa in<strong>di</strong>viduazione della sua qualità.<br />

Nei record archeologici provenienti da Payre, Abri du Maras e Riparo Tagliente,<br />

invece, la scelta della materia prima è sempre buona.

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