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Università degli Studi di Ferrara

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Cap. 7 Riparo Tagliente<br />

dell’occupazione. L’inumato era stato deposto in posizione supina, le offerte erano<br />

composte da un frammento <strong>di</strong> cavicchio osseo <strong>di</strong> un corno <strong>di</strong> bovide.<br />

Lo scheletro era in parte ricoperto da delle placchette <strong>di</strong> calcare, alcune delle quali<br />

riportanti delle incisioni. Sulla più grande sono stati incisi un leone e la testa <strong>di</strong> un Bos<br />

primigenius (fig. 7.4). I reperti con incisione <strong>di</strong> tipo geometrico sono, invece, più<br />

frequenti su supporti ossei. Questi sono, altresì, presenti su cortice <strong>di</strong> selce, in questi casi<br />

le schegge <strong>di</strong> selce utilizzate sono state trovate rotte, e quin<strong>di</strong> rimane solo un pezzo del<br />

<strong>di</strong>segno totale.<br />

Fig. 7.6: officina litica (foto A. Guerreschi).<br />

Una caratteristica molto frequente dei cortici <strong>di</strong> selce incisi ritrovati a Riparo<br />

Tagliente, è la riutilizzazione del supporto: una volta tracciato il graffito, il nodulo viene<br />

utilizzato come percussore o come nucleo da scheggiare. Quin<strong>di</strong> la scheggiatura<br />

intenzionale sarebbe associata al rito dell’incidere (Veronese, 2001). Di particolare<br />

importanza è un ciottolo calcareo, proveniente dal rimaneggiato, riportante una serie <strong>di</strong><br />

piccole tracce d’ocra <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa lunghezza, che secondo Veronese (2001) potrebbero<br />

rappresentare un caso <strong>di</strong> annotazione. Sono stati in<strong>di</strong>viduati 4 oggetti appartenenti<br />

all’arte tri<strong>di</strong>mensionale, tra i quali uno interpretato come un idolo femminile. L’altro è<br />

un nodulo siliceo <strong>di</strong> forma tra l’ovoidale e lo sferico, che Veronese (2001) colloca nella<br />

categoria dei ritoccatori o percussori.<br />

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