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Università degli Studi di Ferrara

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Appen<strong>di</strong>ce 1. La collezione sperimentale IP Isernia<br />

calcolano l’andamento delle fratture. Il nucleo viene abbandonato perché non più<br />

sfruttabile e perché comunque non adatto sin dall’inizio al débitage laminare.<br />

ILA (3.2): utilizza una materia prima buona, dove è presente un piano <strong>di</strong> percussione<br />

naturale che però non viene ben sfruttato. I primi colpi sono dati nei punti giusti<br />

ma le lame ottenute sono riflesse; dopo<strong>di</strong>ché cambia piano <strong>di</strong> percussione ma<br />

stacca le schegge dai punti sbagliati, cosicché risultano irregolari, spesso riflesse. Il<br />

nucleo viene sfruttato fino al suo esaurimento e poi abbandonato. Nel complesso<br />

si nota una conoscenza teorica del concetto <strong>di</strong> laminare ma non una buona<br />

gestione delle convessità, nonché l’utilizzo <strong>di</strong> un percussore troppo grande e <strong>di</strong><br />

colpi troppo arretrati.<br />

MCF: utilizza una materia prima non molto buona, dove è presente un piano <strong>di</strong><br />

percussione naturale che viene sfruttato. Il nucleo subisce subito una rottura in<br />

due parti e lo sfruttamento laminare viene tentato su entrambe le parti; ma una<br />

metà presenta molte fessurazioni interne e quin<strong>di</strong> le quattro schegge ottenute,<br />

delle quali due sono gran<strong>di</strong> e sorpassate, non sono funzionali. Utilizza quin<strong>di</strong> l’altra<br />

metà del nucleo: qui osserviamo una buona gestione delle convessità e del piano<br />

<strong>di</strong> percussione; tenta una lama a cresta parziale ma i colpi sono troppo arretrati.<br />

Ritenta poi dalla parte opposta una lama a cresta che non riesce ma che denota<br />

che i colpi sono comunque stati dati nei punti giusti. Le schegge laminari ottenute<br />

sono comunque troppo spesse e non funzionali, sempre a causa della cattiva<br />

qualità della selce, con talloni lisci e senza fratture incipienti. Il nucleo viene<br />

sfruttato fino al suo esaurimento. Nel complesso si nota un’ottima conoscenza dei<br />

criteri teorici e tecnici, nonché una buona gestione del nucleo ed una scelta del<br />

percussore adatto alla morfologia del nucleo in questione.<br />

MIC (3.1): utilizza una materia prima abbastanza buona, dove è presente un piano <strong>di</strong><br />

percussione che viene sfruttato. Il primo colpo è troppo arretrato e si stacca una<br />

scheggia molto grande che determina la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> molta materia prima e che si<br />

frattura a causa <strong>di</strong> fessurazioni interne al nucleo. Dopo<strong>di</strong>ché cambia piano <strong>di</strong><br />

percussione e stacca ancora grosse schegge non funzionali, irregolari e riflesse;<br />

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