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Università degli Studi di Ferrara

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Cap. 8 Considerazioni conclusive 223<br />

reperibilità <strong>di</strong> materia prima o la sua riciclabilità, nonché la sua qualità. Nei casi in cui la<br />

qualità della materia prima risulti ottima questa influenzerà la facilità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />

dei criteri necessari all’ottenimento <strong>di</strong> un buon prodotto. Allo stesso tempo, dal punto <strong>di</strong><br />

vista archeologico, ridurrà le evidenze della fase dell’appren<strong>di</strong>mento (minor numero <strong>di</strong><br />

prodotti con errori, per esempio). L’abbondanza o la scarsità <strong>di</strong> materia prima possono<br />

anch’esse influenzare l’appren<strong>di</strong>mento e poi le evidenze giunte fino a noi. Nel caso in cui<br />

abbon<strong>di</strong> la materia prima da scheggiare i bambini potrebbero usufruirne senza problemi<br />

apprendendo più velocemente e aumentando, in questo modo, la loro rappresentazione<br />

nel record archeologico.<br />

Al contrario, qualora la materia prima fosse scarsamente reperibile, l’adulto non<br />

ne permetterebbe lo “spreco” da parte dei bambini, e dunque l’appren<strong>di</strong>mento<br />

risulterebbe più lento. Inoltre, in quest’ultimo caso, l’adulto concederebbe al bambino <strong>di</strong><br />

imparare con i suoi scarti, come osservato anche da Pigeot (1987; 1990) nel suo stu<strong>di</strong>o<br />

sulle sud<strong>di</strong>visioni dello spazio nell’abitato maddaleniano <strong>di</strong> Etoilles. Anche Grimm (2000)<br />

ha scoperto, dall’analisi dei rimontaggi del sito <strong>di</strong> Solvieux (Dordogna, Paleolitico<br />

superiore), che errori commessi da scheggiatori “unskilled” venivano poi ripresi in<br />

un’altra area del sito.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> comportamento potrebbe essere lo stesso adottato nel sito <strong>di</strong><br />

Payre, dove si osserva un riutilizzo dei manufatti con errori in seguito al ritocco del<br />

margine tagliente. Ciò permette <strong>di</strong> non compromettere la funzionalità del manufatto ed<br />

evitare un <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> materia prima: il manufatto scartato dallo scheggiatore meno<br />

esperto viene “ripreso”, riutilizzato dallo scheggiatore più esperto che riesce a riparare<br />

all’errore. Facendo ciò se ne ricava un manufatto funzionale e rispondente alle proprie<br />

necessità, rendendo dunque efficiente un prodotto che non lo sarebbe stato. il modo<br />

per ovviare allo spreco <strong>di</strong> materia prima da parte <strong>di</strong> chi sta apprendendo sarebbe seguire<br />

il bambino in ogni suo passo, ottenendo un duplice scopo: dare la possibilità al bambino<br />

<strong>di</strong> imparare a scheggiare ed ottenere un prodotto finito <strong>di</strong> buona qualità. Qui entra in<br />

gioco lo “scaffol<strong>di</strong>ng”, l’aiuto esterno. Ferguson, nella sua sperimentazione, impersona<br />

lo “scaffol<strong>di</strong>ng”: aiutando gli sperimentatori nel terminare delle punte <strong>di</strong> freccia gli<br />

insegnerà come ovviare agli errori ottenendo un buon prodotto.

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