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Primo Rapporto sull'applicazione del principio di sussidiarietà - CAL

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prima volta il <strong>di</strong>stretto socio-sanitario. Questo rappresenta la <strong>di</strong>mensione<br />

territoriale in cui vengono organizzate, in maniera integrata, le funzioni sanitarie,<br />

socio-sanitarie e socio-assistenziali. Tuttavia questo mo<strong>del</strong>lo integrato<br />

sembra coniugarsi con una vocazione ancora fortemente <strong>di</strong>rigista<br />

<strong>del</strong>la Regione che, per esempio, fatica a con<strong>di</strong>videre con gli enti locali la<br />

fase decisionale <strong>di</strong> ripartizione <strong>del</strong> fondo 19 o le modalità <strong>di</strong> partecipazione<br />

al fondo stesso da parte degli enti locali e <strong>di</strong> soggetti privati. La determinazione<br />

in tal senso è lasciata alla Giunta regionale, mentre per esempio in<br />

Toscana 20 è <strong>di</strong>sciplinata in parte con la legge e in parte con rinvio ai patti<br />

interistituzionali, che determinano il concorso finanziario dei comuni all’alimentazione<br />

<strong>del</strong> fondo.<br />

Sempre nell’ambito <strong>del</strong>le politiche per gli anziani e soggetti non autosufficienti,<br />

la Regione ha esercitato la sua funzione <strong>di</strong> programmazione in<br />

via esclusiva, prevedendo (art. 12 l.r. n. 26/2007, finanziaria 2008) l’adozione<br />

(con d.g.r.) <strong>di</strong> un piano finalizzato alla lotta alla povertà e all’esclusione<br />

sociale 21 . Il piano è finalizzato a finanziare sia interventi e servizi <strong>di</strong>rettamente<br />

facenti capo alla Regione, sia agli enti locali. A livello locale<br />

sono previsti (d.g.r. n. 1016/2009) piani <strong>di</strong>strettuali per la lotta <strong>del</strong>la povertà,<br />

<strong>del</strong>l’esclusione sociale e a sostegno <strong>del</strong>le persone anziane in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Questi devono essere approvati con le medesime modalità utilizzate<br />

per l’approvazione dei Piani <strong>di</strong> zona <strong>di</strong>strettuali, coinvolgendo le organizzazioni<br />

sindacali e gli organismi <strong>del</strong> terzo settore, cooperative sociali e<br />

loro consorzi che svolgono sul territorio attività in favore <strong>del</strong>le persone<br />

anziane.<br />

È stato previsto un coinvolgimento <strong>del</strong>le realtà associative, attraverso la<br />

convocazione <strong>di</strong> una Conferenza straor<strong>di</strong>naria (entro 31 marzo 2008) denominata<br />

“Stati generali degli anziani <strong>del</strong> Lazio”, con la funzione <strong>di</strong> promuovere<br />

un’adeguata partecipazione <strong>del</strong> mondo degli anziani e <strong>del</strong>le realtà associative<br />

e alla definizione <strong>del</strong>le politiche regionali <strong>di</strong> settore.<br />

19 A titolo <strong>di</strong> esempio si fa riferimento a scelte <strong>di</strong>verse, come nel caso <strong>del</strong>la l.r. Puglia n.<br />

2/2010, art. 7. La legge prevede che il riparto <strong>del</strong> fondo avvenga su criteri in<strong>di</strong>cati dalla Giunta,<br />

ma sulla base <strong>del</strong>le in<strong>di</strong>cazioni fornite dalla Conferenza permanente per la programmazione<br />

sanitaria e socio-sanitaria regionale. Questo organismo, previsto dall’art. 3 <strong>del</strong>la l.r. 25/<br />

2006, è costituito da rappresentanti regionali <strong>del</strong>l’Anci, <strong>del</strong>l’Upi, presidenti <strong>del</strong>le Conferenze<br />

dei sindaci.<br />

20 L.r. Toscana n. 66/2008 art. 4.<br />

21 Il piano prevede il potenziamento <strong>del</strong>la rete dei servizi de<strong>di</strong>cati ai soggetti non autosufficienti<br />

e anziani, lo sviluppo <strong>di</strong> un sistema regionale <strong>di</strong> centri <strong>di</strong>urni, <strong>del</strong>le attività<br />

domiciliari, forme residenziali alternative <strong>di</strong> tipo familiare, attività <strong>di</strong> formazione e informazione,<br />

vale a <strong>di</strong>re un complesso <strong>di</strong> attività che ricade completamente nella rete <strong>di</strong> servizi<br />

e interventi gestiti dagli enti locali. Il Piano è stato approvato rispettivamente per il<br />

2008 con d.g.r. n.68 e per il 2009 con d.g.r. n. 1016. Le <strong>del</strong>ibere prevedono la ripartizione<br />

dei finanziamenti.<br />

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