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Primo Rapporto sull'applicazione del principio di sussidiarietà - CAL

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modesto (42% nell’insieme <strong>del</strong>le Regioni or<strong>di</strong>narie e 47% nelle altre Regioni<br />

<strong>del</strong> centro).<br />

Passando alla classificazione per materia, un dato comune a tutte le<br />

Regioni è il relativamente elevato – e abbastanza uniforme – livello <strong>di</strong> decentramento<br />

<strong>del</strong>le spese in quella concernente la “Tutela <strong>del</strong> territorio e<br />

<strong>del</strong>l’ambiente” (circa 45%). Nelle restanti materie, invece, il decentramento<br />

nel Lazio (“Trasporti” 26%, “Istruzione” 23%, “Interventi in campo<br />

economico” 12%) appare inferiore <strong>di</strong> almeno <strong>di</strong>eci punti, con l’unica<br />

eccezione <strong>del</strong>l’“Assistenza sociale”, soprattutto per il fatto che, nelle altre<br />

Regioni, una quota significativa <strong>del</strong>le spese a essa relative viene erogata attraverso<br />

le Asl.<br />

Per la sussi<strong>di</strong>arietà verticale nel Lazio, infine, l’analisi <strong>di</strong> efficienza evidenzia<br />

un ulteriore problema, dato che risultati particolarmente insod<strong>di</strong>sfacenti<br />

sono stati ottenuti proprio per i trasferimenti agli enti locali, non solo<br />

per quanto riguarda l’atten<strong>di</strong>bilità <strong>del</strong>le previsioni iniziali, ma anche per la<br />

capacità <strong>di</strong> spesa, risultando pagato meno <strong>del</strong> 12% degli impegni.<br />

Per il futuro sembrerebbe dunque opportuno, per il Lazio, migliorare la<br />

gestione finanziaria <strong>del</strong> decentramento <strong>di</strong> funzioni, ma anche renderlo più<br />

consistente, cosa per la quale esistono sicuramente spazi <strong>di</strong> manovra.<br />

Altrettanto opportuna appare, tuttavia, anche una revisione <strong>del</strong>le modalità<br />

<strong>del</strong> decentramento. Come risulta dalla lettura dei bilanci e dall’analisi<br />

<strong>del</strong>la normativa regionale svolta negli altri capitoli <strong>del</strong>la ricerca, per ora le<br />

funzioni decentrate sono finanziate quasi esclusivamente con fon<strong>di</strong> vincolati<br />

a specifici interventi, cosa che sicuramente non tutela l’autonomia <strong>di</strong> spesa<br />

degli enti locali.<br />

Con la legge n. 42 <strong>del</strong> 2009 sul federalismo fiscale, lo Stato si è impegnato<br />

a finanziare le funzioni conferite alle Regioni e agli enti locali con risorse<br />

libere – tributi propri e derivati, compartecipazioni a tributi erariali,<br />

assegnazioni <strong>del</strong> fondo perequativo – e solo eccezionalmente con fon<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

scopo.<br />

Sembrerebbe dunque logico che anche le Regioni adottino al più presto<br />

lo stesso mo<strong>del</strong>lo per il finanziamento <strong>del</strong>le funzioni da esse conferite agli<br />

enti locali, introducendo forme <strong>di</strong> compartecipazione alle proprie entrate<br />

tributarie – come <strong>del</strong> resto previsto dalla legge 42, art. 11, comma primo,<br />

lett. e) – e fon<strong>di</strong> a destinazione libera o per gran<strong>di</strong> materie, il cui ammontare<br />

sia programmabile nel tempo e che siano ripartiti sul territorio in base a criteri<br />

oggettivi predeterminati.<br />

Un approccio <strong>di</strong> questo tipo servirebbe sicuramente a rafforzare la fiducia<br />

nella Regione da parte degli enti locali e creerebbe le premesse necessarie<br />

affinché la Regione stessa possa esercitare le nuove e importanti funzioni<br />

in materia <strong>di</strong> finanza locale attribuite sempre dalla legge n. 42. Bisogna infatti<br />

ricordare che alcune <strong>di</strong> queste – come la possibilità <strong>di</strong> adattare alle esigenze<br />

specifiche <strong>del</strong> territorio sia il riparto dei fon<strong>di</strong> perequativi destinati dallo<br />

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