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Primo Rapporto sull'applicazione del principio di sussidiarietà - CAL

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dalità <strong>di</strong> declinare il <strong>principio</strong> <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà. Questo varia a seconda <strong>del</strong> tipo<br />

<strong>di</strong> legge e <strong>del</strong>l’ambito <strong>di</strong>sciplinato, sia in senso verticale che orizzontale.<br />

La non sempre <strong>del</strong>ineata ripartizione <strong>di</strong> compiti e funzioni, fa emergere<br />

un mo<strong>del</strong>lo che formalmente sembra rifarsi al <strong>principio</strong> <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà verticale,<br />

ma che in realtà non sempre mette in atto un reale trasferimento o <strong>del</strong>ega<br />

<strong>di</strong> funzioni, essendo frequente il ricorso a forme e strumenti <strong>di</strong> concertazione<br />

o comunque <strong>di</strong> gestione associata <strong>del</strong>le funzioni.<br />

Complessivamente tutta la materia è pervasa da due elementi: una vocazione<br />

al centralismo <strong>del</strong>la Regione, che emerge con <strong>di</strong>verse modalità e strumenti,<br />

e una ricerca <strong>di</strong> meccanismi e strumenti <strong>di</strong> cogestione <strong>del</strong>le funzioni.<br />

La vocazione centralistica <strong>del</strong>la Regione emerge, per esempio, dalla sovrapposizione<br />

<strong>di</strong> compiti e funzioni tra Regione ed enti locali, o ancora dall’utilizzo<br />

<strong>di</strong> finanziamenti strettamente vincolati, dall’esercizio <strong>di</strong> un’attività <strong>di</strong><br />

programmazione e pianificazione molto pervasiva, dove lo spazio lasciato<br />

agli enti locali appare molto esiguo. Anche il frequente ricorso a organismi<br />

compositi, in cui sono rappresentati enti locali, soggetti espressione <strong>del</strong><br />

mondo <strong>del</strong>l’associazionismo e <strong>del</strong> volontariato, appare espressione <strong>di</strong> una<br />

scarsa volontà <strong>di</strong> trasferire la funzione.<br />

Il ricorso a forme <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà orizzontale, si riscontra meno nelle leggi<br />

<strong>di</strong> organizzazione, per esempio, solo nel caso <strong>del</strong>la l.r. n. 2/2009, relativa<br />

all’istituzione <strong>del</strong> centro unico <strong>di</strong> accesso unico alla <strong>di</strong>sabilità, ove è consentito<br />

alle province <strong>di</strong> avvalersi, tramite convenzioni <strong>di</strong> soggetti competenti <strong>di</strong><br />

comprovata esperienza nell’attività <strong>di</strong> inserimento mirato. Il <strong>principio</strong> sembra<br />

trovare una maggiore applicazione, nel caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>sposizioni relative a<br />

forme <strong>di</strong> incentivazione o finanziamento, dove appare maggiore la propensione<br />

<strong>del</strong>la Regione a destinare fon<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettamente a soggetti privati, profit o<br />

non profit, accanto agli enti locali, per assicurare determinati servizi e svolgere<br />

determinati compiti. Per esempio, nel caso <strong>di</strong> finanziamenti destinati a<br />

sostenere interventi <strong>di</strong> prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne.<br />

Dall’esame <strong>del</strong> complesso <strong>del</strong>la legislazione emerge pertanto una certa<br />

fatica <strong>del</strong> legislatore nel declinare in modo compiuto il <strong>principio</strong> <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà,<br />

sia nella <strong>di</strong>mensione verticale che in quella orizzontale. Spesso la <strong>di</strong>stribuzione<br />

<strong>del</strong>le funzione somiglia più a una “<strong>di</strong>slocazione” operata dalla<br />

Regione, piuttosto che un proce<strong>di</strong>mento che si sviluppa dalla sede naturale<br />

<strong>di</strong> una competenza generale. Trova una certa fatica ad affermarsi il ruolo <strong>del</strong><br />

comune, quale sede naturale <strong>del</strong>le funzioni in materia socio-assistenziale,<br />

che non solo sono spesso fortemente in<strong>di</strong>rizzate dalla Regione ma arrivano a<br />

essere cogestite o gestite in parallelo. La Regione detiene fortemente la funzione<br />

<strong>di</strong> programmazione e finanziamento. La prima viene generalmente<br />

esercitata attraverso lo strumento <strong>del</strong> piano approvato dalla Giunta. Lo<br />

strumento <strong>del</strong> piano appare, sempre piuttosto pervasivo <strong>del</strong>la potestà <strong>di</strong> pianificazione,<br />

pur riconosciuta agli enti locali già nella l.r. n. 38/1996:<br />

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