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Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

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Campus sulle culture <strong>del</strong>le religioni<br />

Il campus sulle culture <strong>del</strong>le religioni, itinerante tra il 26 luglio e il 9 agosto, ha incontrato sul territorio<br />

toscano i luoghi <strong>del</strong>le diverse tradizioni religiose per confluire con gli altri campus tra il 10 e il 13 agosto sul<br />

Monte Amiata.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong> campus: 1. Sviluppare la conoscenza <strong>del</strong>le diverse tradizioni religiose presenti in <strong>Toscana</strong>, in<br />

un contesto multiculturale e internazionale; 2. Promuovere il libero confronto tra le diverse culture religiose;<br />

3. Elaborare un documento utilizzabile dalle Istituzioni, dai “centri interculturali”, e dal mondo <strong>del</strong>la scuola.<br />

Nomadi nel pluriverso religioso<br />

Il campus sulle culture <strong>del</strong>la religione, denominato “Nomadi nel pluriverso religioso”, ha coinvolto, oltre ai<br />

due coordinatori, 15 partecipanti, di cui 10 “toscani” e 5 “stranieri”. I criteri che hanno portato alla<br />

composizione <strong>del</strong> gruppo non sono stati quelli di coinvolgere gli apparati istituzionali o le rappresentanze<br />

ufficiali <strong>del</strong>le diverse religioni, ma singole persone che, al di là <strong>del</strong>la loro appartenenza religiosa, avessero<br />

maturato una qualche esperienza o rivelassero sensibilità e interesse a impegnarsi nel campo<br />

<strong>del</strong>l’intercultura, con particolare attenzione al mondo <strong>del</strong>la scuola. Ne è risultato un gruppo assai ben<br />

assortito sia per l’età, sia per le provenienze sociali e culturali, sia per le sensibilità e le esperienze e sia per le<br />

competenze professionali. Ciò non ha impedito che all’interno <strong>del</strong> gruppo si sviluppassero da subito<br />

dinamiche di simpatia e di “contaminazioni” reciproche che hanno rimesso in gioco, nel confronto, le nostre<br />

verità e le nostre certezze, aprendoci all’ascolto e alla conoscenza di altri linguaggi e altre culture.<br />

Il campus era stato pensato e programmato come un itinerario attraverso i luoghi significativi <strong>del</strong>le varie<br />

religioni nel territorio <strong>del</strong>la <strong>Toscana</strong>. Ma il viaggio, prima ancora che nel territorio, lo abbiamo percorso<br />

all’interno di noi stessi e <strong>del</strong> gruppo: l’ascolto reciproco e soprattutto la sincerità <strong>del</strong>l’accoglienza ha fatto<br />

crollare quelle barriere a quelle autodifese che generalmente si innalzano quando si viene a contatto con la<br />

diversità, con quei mondi altri che consideriamo minaccia alla nostra identità. Nella misura in cui si<br />

procedeva nel confronto e si ampliava la disponibilità ad accogliere l’altro nella sua alterità, è stato<br />

giocoforza decentrare lo sguardo e il punto di vista per riconoscere che il nostro sistema di riferimento non è<br />

l’unico possibile, ma uno dei tanti.<br />

Lo svolgimento dei lavori, dal 26 luglio al 13 agosto 2000, si è articolato in lezioni, presentazioni di<br />

esperienze e visite a comunità. La discussione interna al gruppo, per la rielaborazione <strong>del</strong>le varie suggestioni<br />

e per la preparazione <strong>del</strong> prodotto finale, si sono svolti sia in gruppi di lavoro che in assemblee collettive.<br />

Abbiamo errato per i diversi luoghi da veri nomadi, nel senso etimologico <strong>del</strong> termine, mutando<br />

continuamente pascoli per la nostra mente. Abbiamo raccolto elementi per la conoscenza <strong>del</strong>le varie<br />

religioni, ma soprattutto abbiamo sperimentato situazioni di incontro vero, cariche di comunicazione. Ci<br />

siamo addentrati nel mondo <strong>del</strong>le religioni e <strong>del</strong>le fedi, scoprendo le tracce di uomini e donne che riflettono<br />

ed esprimono a loro modo l’esperienza religiosa. Un vero labirinto dove la realtà è assai più varia e sfumata<br />

di quello che appare in superficie. Le tappe <strong>del</strong> nostro cammino ci hanno consentito di cogliere le varie<br />

sfaccettature che il religioso assume nella vita <strong>del</strong>le persone ma anche di acquisire una maggiore<br />

consapevolezza rispetto a situazioni e problemi concreti, che non sempre sono così evidenti, ma che tuttavia<br />

giocano un ruolo determinante per la libertà religiosa e per il diritto di cittadinanza.<br />

Sulla base di questa singolare esperienza, abbiamo potuto constatare che è possibile creare i presupposti e<br />

progettare convivenze tra punti di vista e condizioni diverse nel pieno rispetto <strong>del</strong>la diversità di ognuno.<br />

Per questo la conclusione <strong>del</strong> nostro lavoro è quella di proporre la costituzione di un laboratorio di<br />

educazione al pluriverso religioso come fucina di pensiero e di idee, di proposte e progetti in continuo<br />

scambio con quanto è vissuto e creduto dalle persone. Un crocevia in cui sia possibile l’incontro e lo scambio<br />

tra persone di diverse culture religiose, ma anche un cantiere per la produzione di strumenti didattici e<br />

formativi che possano favorire una trasformazione <strong>del</strong>la mentalità e dei comportamenti.<br />

Aldo Tarquini<br />

coordinatore <strong>del</strong> campus<br />

Il viaggio e la distanza<br />

Il nostro viaggio da “nomadi nel pluriverso religioso” è cominciato innanzitutto da noi stessi, dalle nostre<br />

impressioni e reazioni di fronte all’impatto con le situazioni concrete di mondi religiosi dentro i quali si<br />

scorgono i molti percorsi, le domande sempre presenti, le ricerche inquiete, le appartenenze più o meno<br />

motivate.<br />

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