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Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

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Scheda 1<br />

La <strong>Toscana</strong> dei popoli e <strong>del</strong>le culture: liberi per ri-conoscersi (novembre <strong>1998</strong>)<br />

Il Consiglio regionale <strong>del</strong>la <strong>Toscana</strong> sta per <strong>del</strong>iberare, su iniziativa <strong>del</strong>la Giunta, il programma di iniziativa<br />

regionale “La <strong>Toscana</strong> dei popoli e <strong>del</strong>le culture: liberi per ri-conoscersi”, da realizzarsi nell’anno 2000.<br />

Nella scheda relativa al programma, inserita nel documento preliminare <strong>del</strong> Piano d’indirizzo <strong>del</strong>la cultura<br />

1999-2000, si scrive che “il programma è finalizzato a valorizzare tutte le situazioni e le attività che possono<br />

favorire l’incontro tra popoli e culture diverse, a far sì che tutto il territorio toscano rappresenti un ponte<br />

temporale (tra vecchio e nuovo secolo e millennio) e spaziale (tra territori <strong>del</strong> nord e <strong>del</strong> sud <strong>del</strong> mondo).”<br />

Nello stesso piano d’indirizzo, nella parte relativa al “Quadro di riferimento <strong>del</strong>le politiche per la cultura e<br />

obiettivi generali”, si sottolinea che “in ogni settore d’intervento, la realtà <strong>del</strong> multiculturalismo impone di<br />

dedicare la massima attenzione al libero e aperto confronto tra linguaggi e culture, con l’obiettivo di far<br />

emergere le identità e le differenze, i conflitti e le reciproche influenze.”<br />

1. La cultura contemporanea è multiculturale.<br />

Nell’epoca storica <strong>del</strong>la globalizzazione, <strong>del</strong>la comunicazione e <strong>del</strong>le migrazioni, tutte le culture tendono ad<br />

abbandonare progressivamente e rapidamente il tradizionale modo di riproduzione autoreferenziale per<br />

entrare a confronto, attraverso processi attivi o subalterni, con le culture e i linguaggi <strong>del</strong> “villaggio globale”.<br />

Nell’epoca <strong>del</strong>la comunicazione, “materiale” e “immateriale”, patrimonio produttivo e informazione,<br />

produzione economica e saperi, stabiliscono nuove e rivoluzionarie interrelazioni. La comunicazione<br />

imprime velocità alle merci, è essa stessa merce. L’“immateriale”, il sapere, la cultura, diventa “materiale”,<br />

struttura fondante di processi di trasformazione. Tutto interagisce e si trasforma. I linguaggi, <strong>del</strong>la<br />

“comunicazione di scambio” (i linguaggi <strong>del</strong>l’informazione) come <strong>del</strong>la “comunicazione d’uso” (i linguaggi<br />

<strong>del</strong>le arti e <strong>del</strong>le scienze) rispondono alla nuova realtà <strong>del</strong>la contaminazione ovunque e comunque.<br />

Il “multiculturalismo” non è quindi una questione che appartiene al paesaggio <strong>del</strong>le emergenze sociali, da<br />

affrontare in termini in ordine pubblico o di accoglienza, tolleranza, integrazione, solidarismo, quanto<br />

piuttosto in termini di messa in rete di saperi, culture, esperienze. La rete dei popoli e <strong>del</strong>le culture, che esiste<br />

nelle realtà come nuovo scenario nel mondo nell’epoca <strong>del</strong>la globalizzazione, deve tuttavia coniugarsi con<br />

momenti e strumenti “alti” di confronto e conoscenza. Solo così una grande opportunità per “abitare il<br />

futuro” potrà essere indagata e vissuta positivamente, evitando il cortocircuito <strong>del</strong>le barriere di un’autodifesa<br />

perdente e <strong>del</strong> rifiuto <strong>del</strong>l’”altro” e <strong>del</strong> diverso.<br />

La <strong>Toscana</strong>, la cui storia presente è il risultato di grandi contaminazioni storiche tra popoli e culture, può e<br />

intende assumersi la piena responsabilità di questa sfida epocale, per mettersi in discussione e contribuire<br />

attivamente ai grandi processi in corso.<br />

2. Una rete aperta di spazi e percorsi progettuali.<br />

La <strong>Toscana</strong> nell’anno 2000 vive la realtà <strong>del</strong> multiculturalismo ma non ne è sufficientemente consapevole<br />

“Multiculturalismo” è ancora sostanzialmente sinonimo di “immigrazione”, e <strong>del</strong>l’immigrazione si tende ad<br />

avere una visione di superficie. Razzismo xenofobo e tolleranza umanitaria rimuovendo entrambi la vera<br />

difficoltà, la complessità, <strong>del</strong>la nuova fase multiculturale. Eppure, sia pure confusamente, ma in molti casi<br />

consapevolmente, il multiculturalismo comincia ad essere percepito come opportunità di apertura e<br />

arricchimento culturale. La presenza dei figli degli immigrati nella scuola <strong>del</strong>l’obbligo comincia ad agire<br />

come reattivo, concreto e significante, sulle coscienze dei bambini “italiani”, degli insegnanti e <strong>del</strong>le<br />

famiglie. Le numerose iniziative degli enti pubblici e <strong>del</strong>l’associazionismo, superata una prima fase di<br />

politiche di “integrazione” e di “accoglienza” e solidarietà, vanno orientandosi in direzione <strong>del</strong> rispetto <strong>del</strong>le<br />

differenze e <strong>del</strong>la diversità come diritto di cittadinanza. Su questo terreno ampio e diffuso di sensibilità,<br />

impegno e consapevolezza, ma anche di difficoltà, incomprensioni, chiusure, costruire una rete di<br />

collegamento tra istituzioni, scuola e competenze permetterà di valorizzare le esperienze più avanzate,<br />

ancorandole saldamente all’intero territorio regionale. La valorizzazione e la qualificazione <strong>del</strong>l’esistente à<br />

tuttavia soltanto il primo passo per affrontare con intelligenza ed efficacia l’impegno <strong>del</strong>la consapevole<br />

costruzione di una <strong>Toscana</strong> multiculturale. L’esistente e il potenziale devono incontrarsi su un terreno di<br />

progettualità che permetta alla rete di dispiegare le sue risorse, ai progetti di svolgere la loro funzione di<br />

strumenti di trasformazione.<br />

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