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Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

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Le azioni<br />

La qualità <strong>del</strong>l’accoglienza urbana<br />

La città plurale nel suo complesso è accogliente e conviviale, riscopre e valorizza gli usi civici dei suoi spazi,<br />

ricostituisce una moderna dotazione di elementi di servizio all’accoglienza e alla convivialità come le<br />

attrezzature di sosta o di igiene e destina risorse alla cura dei luoghi interessati. Favorisce la realizzazione di<br />

luoghi di scambio e di servizi (i mercati internazionali, le biblioteche multiculturali, i bagni turchi).<br />

I Centri di accoglienza<br />

Spostare la priorità degli interventi verso l’abitazione non vuol dire ignorare l’esistenza di una quota, non<br />

assolta, di fabbisogno legato alla pronta accoglienza. Strutture di accoglienza sono ancora necessarie, purché<br />

intese come soluzioni specifiche, non sostitutive di forme abitative ordinarie. Esse possono svolgere quindi<br />

la loro funzione se esiste attorno una gamma di offerte che consenta di uscire dai Centri e di avviare percorsi<br />

abitativi. Centri di accoglienza così concepiti possono rispondere al bisogno di prima accoglienza di nuovi<br />

arrivati o all’arrivo di profughi.<br />

Le foresterie<br />

Sono strutture in cui l’aspetto abitativo è ridotto al minimo, mentre vi sono presenti in maniera significativa<br />

servizi di accompagnamento all’alloggio, al lavoro, alla formazione. Possono riguardare immigrati in<br />

condizione di difficoltà sociale o lavorativa; immigrati non poveri e non marginalizzati, ma in difficoltà a<br />

reperire un alloggio; lavoratori stagionali; immigrati caratterizzati da mobilità interna al territorio nazionale.<br />

Gli alloggi di emergenza<br />

Sono sistemazioni temporanee per persone che si trovano in particolari o improvvise situazioni di difficoltà;<br />

oppure per migranti che perdono il lavoro, l’alloggio o entrambi; o per donne che si trovano in difficoltà<br />

alloggiativa per problemi legati alla maternità.<br />

L’idea generale è comunque quella di una struttura alloggiativa temporanea a basso costo, che risponde ad un<br />

bisogno urgente per un tempo limitato.<br />

L’alloggio sociale<br />

L’alloggio sociale o di ‘inserimento’ è utilizzato per singoli o famiglie il cui percorso di inserzione sociale è<br />

già avanzato, per sostenerli nella fase di una ricerca autonoma di una sistemazione alloggiative. E’<br />

importante assicurare che questi alloggi siano il più possibile simili a normali abitazioni. La permanenza non<br />

deve superare i due anni. Non hanno gestione esterna, ma le persone presenti possono essere sostenute da un<br />

percorso di accompagnamento all’alloggio autonomo.<br />

Dalla gestione all’accompagnamento<br />

La gestione dei Centri di prima accoglienza (così come dei foyer nell’esperienza francese) si è caratterizzata<br />

prevalentemente in chiave assistenziale, pedagogica e di controllo. Questo approccio ha spesso provocato<br />

passività negli ospiti dei Centri, contribuendo con altre cause ad uno scarso ricambio <strong>del</strong>l’utenza e ad un<br />

costo notevole dei servizi offerti.<br />

La formazione degli operatori<br />

Come già in altre esperienze europee, è necessario un passaggio fondamentale nella formazione degli<br />

operatori (pubblici e <strong>del</strong> privato sociale) verso una cultura <strong>del</strong>l’accompagnamento, per favorire l’autonomia<br />

<strong>del</strong>le persone e <strong>del</strong>le famiglie con efficacia e misurabilità dei risultati. La rete preziosa degli operatori va<br />

sostenuta con processi di aggiornamento e formazione continui, anche in riferimento all’evoluzione <strong>del</strong>le<br />

esperienze e degli scenari europei.<br />

Le agenzie per l’alloggio<br />

Nate (in riferimento ad altre esperienze europee) come strumento per abbattere il pregiudizio nei confronti<br />

degli immigrati che si confrontano con il mercato <strong>del</strong>la casa, hanno svolto un ruolo importante che può<br />

essere rafforzato attraverso un più stretto collegamento con il sistema <strong>del</strong>le strutture di accoglienza.<br />

Chiudere i «campi nomadi»<br />

I campi nomadi rappresentano oggi in Italia e in <strong>Toscana</strong> una forma intollerabile di apartheid verso le<br />

popolazioni zingare. Già la Legge regionale ne prevede il superamento, ma per i campi di grandi dimensioni<br />

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