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Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

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Le azioni<br />

- Formare alla reciprocità, all’autonomia e alla responsabilità gli operatori degli enti locali (uffici<br />

tecnici, uffici immigrati, servizi sociali) e <strong>del</strong> terzo settore.<br />

- Garantire agli operatori opportunità di comunicazione e la formazione transnazionale.<br />

- Non interrompere i processi di autonomia, anche quando essi danno vita a situazioni informali<br />

(accampamenti abusivi, baraccopoli, uso improprio di spazi abitativi e produttivi), nel vuoto di alternative<br />

concrete e concertate con gli abitanti.<br />

- Gli sgomberi e gli allontanamenti forzati annullano gli sforzi di inserimento e spingono verso forme<br />

di marginalità ancora più estreme.<br />

- Le azioni devono essere indirizzate ad accrescere le risorse soggettive, a rafforzare i percorsi di<br />

autonomia, ad assecondare utilizzi diversi <strong>del</strong>lo spazio urbano.<br />

5. Le politiche integrate di sviluppo urbano e solidale<br />

I percorsi migratori sono l’esito <strong>del</strong>l’interazione fra i singoli progetti migratori (motivazioni individuali di<br />

partenza e loro modificazioni nel tempo) e il territorio (inteso come organismo vivente e come l’insieme<br />

<strong>del</strong>le condizioni ambientali sociali, economiche, politiche, culturali, con cui l’abitante–migrante interagisce).<br />

Gli approcci trasversali permettono lo sviluppo dinamico <strong>del</strong>le diverse dimensioni coinvolte, e consentono di<br />

produrre effetti superiori a quelli che potrebbero essere ottenuti dalla loro attuazione isolata. Le politiche<br />

settoriali, che spesso mancano di una visione sistemica dei fenomeni, mostrano limiti di efficienza e di<br />

efficacia, provocano risposte rigide nella società, nel territorio e nel tempo, con effetti collaterali quali<br />

l’eternalizzazione <strong>del</strong>la condizione, la <strong>del</strong>ega alle tecniche monodisciplinari, l’azione emergenziale e<br />

discriminante.<br />

E’ proprio nelle aree di sovrapposizione tra le politiche che sta la capacità di cogliere la totalità<br />

<strong>del</strong>l’individuo, il suo interagire complesso con la società, il costruire i riferimenti per il suo percorso.<br />

Le politiche integrate permettono inoltre di superare le logiche assistenzialistiche e la spirale <strong>del</strong>le<br />

rivendicazioni particolari che si accendono attorno alle politiche specifiche (casa, servizi, prestazioni <strong>del</strong><br />

welfare) sollecitando negli abitanti una responsabilità diversa verso i problemi <strong>del</strong> loro territorio e la loro<br />

gestione.<br />

Le politiche integrate sono in grado di condurre una negoziazione più forte con i vari livelli degli organismi<br />

di finanziamento, sollecitando in questi dei percorsi di rinnovamento dei sistemi di gestione politico–<br />

amministrativa <strong>del</strong>la città.<br />

Le politiche locali integrate rinforzano le dinamiche di sviluppo generali, sdrammatizzano le immagini di<br />

crisi dei quartieri e <strong>del</strong>le forme <strong>del</strong>la convivenza.<br />

Partecipazione, mediazione, coordinamento tecnico–politico, promozione <strong>del</strong> territorio a sistema e<br />

condivisione <strong>del</strong>l’informazione sono strumenti per l’analisi e per lo sviluppo <strong>del</strong>lo sviluppo di azioni<br />

integrate tra le dimensioni sociali, economiche e ambientali dei problemi urbani.<br />

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