03.04.2015 Views

Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Campus sulle culture <strong>del</strong>le donne<br />

Il campus sulle culture <strong>del</strong>le donne dal titolo “Femminismi e intercultura”, coordinato da Mercedes Lourdes<br />

Frias e Antonietta Pappalardo, itinerante per la <strong>Toscana</strong> tra il 29 luglio e il 9 agosto, è poi confluito<br />

nell’incontro conclusivo tra tutti i campus sull’Amiata dal 10 al 13 agosto.<br />

Gli obiettivi <strong>del</strong> campus: 1. Confrontarsi a livello locale/internazionale sulla complessità <strong>del</strong>le culture <strong>del</strong>le<br />

donne; 2. Portare ad unitarietà i contributi di tutti i soggetti femminili per <strong>del</strong>ineare una <strong>Toscana</strong><br />

interculturale rispettosa dei diritti di donne e uomini; 3. Dare visibilità a quanto le relazioni strutturate tra<br />

autoctone e immigrate hanno prodotto in alcune realtà toscane: in campo politico, lavorativo, formativo e<br />

artistico; 4. Elaborare prodotti finali (centrali e locali) utilizzabili sia dalle istituzioni che dai centri<br />

interculturali.<br />

Nell’itinerario <strong>del</strong> campus si sono svolti incontri a livello locale in quattro centri donna <strong>del</strong>la rete di PORTO<br />

FRANCO. A Firenze sono state affrontate le tematiche dei diritti di cittadinanza; a Viareggio, la politica<br />

<strong>del</strong>le donne; a Livorno, il lavoro; a Siena, il linguaggio. I testi che seguono sono un resoconto di questi<br />

quattro incontri.<br />

Diritti di cittadinanza<br />

La giornata fiorentina <strong>del</strong> campus <strong>del</strong>le donne si è articolata a partire da interventi sulle esperienze<br />

migratorie <strong>del</strong>le donne, viste da un paese espulsore <strong>del</strong> sud; l’immigrazione femminile inquadrata in un<br />

contesto europeo e le molteplici differenze che attraversano il soggetto donna a partire dall’asse nativemigranti.<br />

Il momento più significativo <strong>del</strong>la giornata è stato quello <strong>del</strong>le quattro testimonianze portate da<br />

donne immigrate in situazioni di particolari negazione dei diritti. Su queste testimonianze si è basata la parte<br />

più operativa e propositiva <strong>del</strong>l’iniziativa.<br />

Le voci che ascoltiamo evidenziano un vuoto normativo, una applicazione spesso discrezionale <strong>del</strong>le legge<br />

ed a volte una sovrapposizione legislativa.<br />

Nonostante le leggi riconoscano i diritti fondamentali <strong>del</strong>la persona umana a tutti gli stranieri che si trovano<br />

in Italia a prescindere dalla loro condizione di regolarità o meno, le donne che ci parlano lasciano intravedere<br />

che, sospese tra due mondi, vivono un’esistenza negata tra lavoro domestico obbligato e prostituzione, che il<br />

corpo ed il ruolo <strong>del</strong>le donne costituiscono una particolare vulnerabilità anche aggravata dalle leggi e dalle<br />

loro interpretazioni. Le leggi incastrano sovente la donna in un ruolo di vittima per negare il suo diritto alla<br />

autonomia.<br />

Una testimonianza tra le altre:”…sono venuta via per sfuggire alla legge islamica ed oggi mi trovo incastrata<br />

nella legge <strong>del</strong>la vostra mentalità… non riesco a passare dalla protezione, dalla carità ai diritti”, ci ha portato<br />

a discutere intorno al concetto di appartenente a culture diverse.<br />

Il diritto non si può nascondere dietro la differenza culturale.<br />

Questo e quanto altro di più ci fanno affermare la necessità che:<br />

- le leggi devono diventare sessuate. Lo Stato deve assumere come valore universale l’inviolabilità <strong>del</strong><br />

corpo intesa non solo come autodeterminazione ma anche come diritto ad una maternità intera.<br />

- Nell’immediato chiediamo che tutte le Istituzioni si facciano carico di riconoscere il servizio di<br />

sostegno e di accompagnamento come un prodotto necessario per affrontare in modo corretto le Politiche<br />

<strong>del</strong>l’Immigrazione: per ora è gestito da donne che agiscono volontariamente. Riteniamo che questo lavoro<br />

possa anche servire alla formazione <strong>del</strong> personale che opera nelle Istituzioni per rafforzare interventi basati<br />

sui diritti e non a carattere assistenziale.<br />

Da questo lavoro emergono <strong>del</strong>le proposte concrete per le Istituzioni:<br />

1. Eliminare dal permesso di soggiorno il marchio <strong>del</strong>l’art.18 t.u. sull’immigrazione (lex 40/97),<br />

proponendo che ci siano dei codici di riconoscimento leggibili solo dalle questure, garantendo così il rispetto<br />

<strong>del</strong>la privacy;<br />

2. attuare la reversibilità <strong>del</strong>la motivazione <strong>del</strong> permesso di soggiorno da “motivi umanitari” a “motivi<br />

di lavoro”, visto che la legge prevede soltanto la conversione per motivi di studio;<br />

3. considerare i bisogni <strong>del</strong>le donne nelle politiche di accoglienza. Ciò significa garantire un alloggio<br />

anche alle donne che vogliono uscire dalla tratta o a quelle donne obbligate a vivere in casa di altri;<br />

4. riconvertire la spesa pubblica degli enti locali a sostegno <strong>del</strong>le scelte di autonomia e di<br />

responsabilità: i soldi che oggi vengono dati agli Istituti o alle famiglie italiane affidatarie possono essere<br />

convertiti in sostegno economico alle madri.<br />

141

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!