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Porto Franco. I documenti del progetto, 1998-2001 - Regione Toscana

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contemporanea attraverso la piena valorizzazione <strong>del</strong>le risorse endogene di un’area e di un territorio, sia nelle<br />

iniziative di rivisitazione e riproduzione <strong>del</strong>la tradizione culturale che nella sperimentazione di nuove ipotesi<br />

progettuali e di nuovi linguaggi”. Scavare dunque a fondo nell’identità culturale di appartenenza, e nello<br />

stesso tempo aprirsi al confronto attivo e critico con le culture diverse <strong>del</strong> ‘villaggio globale’; ciò è tanto più<br />

necessario nella situazione concreta <strong>del</strong>la <strong>Toscana</strong>, il cui presente è il risultato di ampi e profondi processi di<br />

‘contaminazione’ interculturale e la cui attuale composizione demografica vede una coesistenza di ‘popoli’ e<br />

‘culture’ caratterizzata dalla difficoltà di confrontarsi con il ‘diverso’. Per questo il Piano d’indirizzo 1999-<br />

2000 insiste sulla necessità di sviluppare politiche culturali che permettano di affrontare in modo nuovo e<br />

attivo la complessa realtà <strong>del</strong> multiculturalismo: “- in ogni settore d’intervento e sull’intero territorio<br />

regionale è necessario individuare e organizzare spazi e servizi per la cultura, pienamente accessibili alla<br />

popolazione di ogni fascia di età, con particolare attenzione ai giovani, alle associazioni culturali e di<br />

volontariato, ai cittadini immigrati, in generale alle risorse endogene di ogni territorio; - in ogni settore<br />

d’intervento è importante promuovere e sostenere i progetti che tendono ad affermare e valorizzare la cultura<br />

<strong>del</strong>le pari opportunità, con particolare attenzione alla cultura <strong>del</strong>le donne; - in ogni settore d’intervento la<br />

realtà <strong>del</strong> multiculturalismo impone infine di dedicare la massima attenzione al libero e aperto confronto tra<br />

linguaggi e culture, con l’obiettivo di far emergere le identità e le differenze, i conflitti e le reciproche<br />

influenze; in questo senso la <strong>Toscana</strong> <strong>del</strong> 2000 potrà costituire, attraverso il nuovo programma di iniziativa<br />

regionale “La <strong>Toscana</strong> dei popoli e <strong>del</strong>le culture: liberi per ri-conoscersi”, trasversale a tutti i settori <strong>del</strong>la<br />

cultura (e interagendo con altri settori, dall’economia al sociale al turismo), uno scenario di ampio confronto<br />

tra presente e passato, tra nord e sud <strong>del</strong> mondo”. Questa particolare attenzione alla realtà <strong>del</strong><br />

multiculturalismo in <strong>Toscana</strong>, da vivere come opportunità di crescita culturale e di sviluppo sociale<br />

complessivo, è considerata prioritaria da numerose Province, e su questo terreno stanno intervenendo da<br />

molti anni numerosi Comuni, in collaborazione con associazioni culturali e di volontariato.<br />

Il territorio toscano sta dunque affrontando in maniera più o meno spontanea e con strumenti spesso casuali<br />

una sfida epocale. Il <strong>progetto</strong> d’interesse regionale “La <strong>Toscana</strong> dei popoli e <strong>del</strong>le culture: liberi per riconoscersi”<br />

intende porsi come strumento per un significativo passaggio di fase: dallo ‘straordinario’ all’<br />

‘ordinario’, dall’occasionale all’organizzato, dal volontariato alla programmazione, con l’obiettivo di una<br />

crescita culturale ampia e profonda, fortemente radicata nei territori attraverso spazi, strutture e servizi. Il<br />

confronto attivo con la realtà <strong>del</strong> multiculturalismo, nell’epoca <strong>del</strong>la globalizzazione e <strong>del</strong>la comunicazione,<br />

non può non investire l’intero sistema toscano <strong>del</strong>la cultura: dai teatri alle piazze, dalle biblioteche ai musei,<br />

dalla storiografia alle scienze, dalla scuola alla città. Si tratta dunque di sviluppare politiche efficaci di<br />

confronto e ‘contaminazione’ interculturale, secondo percorsi di sperimentazione e programmazione capaci<br />

di produrre mo<strong>del</strong>li e linee d’intervento.<br />

2. L’ANALISI<br />

2.1 Fenomenologie principali: potenzialità, vincoli e carenze conoscitive<br />

Nell’epoca <strong>del</strong>la globalizzazione, <strong>del</strong>la comunicazione e <strong>del</strong>le migrazioni, le culture tendono ad abbandonare<br />

progressivamente il tradizionale modo di riproduzione autoreferenziale per entrare a confronto, attraverso<br />

processi attivi o subalterni, con le culture e i linguaggi <strong>del</strong> ‘villaggio globale’.<br />

Nell’epoca <strong>del</strong>la comunicazione, ‘materiale’ e ‘immateriale’, patrimonio produttivo e informazione,<br />

produzione economica e saperi, stabiliscono nuove e rivoluzionarie interrelazioni. L’ ‘immateriale’, il sapere,<br />

la cultura, diventa ‘materiale’, struttura fondante di processi di trasformazione. Tutto interagisce e si<br />

trasforma. I linguaggi, <strong>del</strong>la ‘comunicazione di scambio’ (i linguaggi <strong>del</strong>l’informazione) come <strong>del</strong>la<br />

‘comunicazione d’uso’ (i linguaggi <strong>del</strong>le arti e <strong>del</strong>le scienze) rispondono alla nuova realtà <strong>del</strong>la<br />

contaminazione ovunque e comunque.<br />

Il ‘multiculturalismo’ non è quindi una questione che appartiene al paesaggio <strong>del</strong>le emergenze sociali, da<br />

affrontare in termini di ordine pubblico o di accoglienza, tolleranza, integrazione, quanto piuttosto in termini<br />

di messa in rete di saperi, culture, esperienze. La rete dei popoli e <strong>del</strong>le culture, che esiste nella realtà come<br />

nuovo scenario <strong>del</strong> mondo nell’epoca <strong>del</strong>la globalizzazione, deve tuttavia coniugarsi con momenti e<br />

strumenti ‘alti’ di confronto e conoscenza. Solo così una grande opportunità per ‘abitare il futuro’ potrà<br />

essere indagata e vissuta positivamente, evitando il corto circuito <strong>del</strong>le barriere di un’autodifesa perdente e<br />

<strong>del</strong> rifiuto <strong>del</strong>l’ ‘altro’ e <strong>del</strong> diverso.<br />

La <strong>Toscana</strong>, la cui storia presente è il risultato di grandi contaminazioni storiche tra popoli e culture, può<br />

assumersi la piena responsabilità di questa sfida epocale, per mettersi in discussione e contribuire<br />

attivamente ai grandi processi in corso.<br />

La <strong>Toscana</strong> <strong>del</strong>l’anno 2000 vive la realtà <strong>del</strong> multiculturalismo ma non ne è sufficientemente consapevole.<br />

‘Multiculturalismo’ è ancora sostanzialmente sinonimo di ‘immigrazione’, e <strong>del</strong>l’immigrazione si tende ad<br />

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