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NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it

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G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />

Si può trattare il tema della gestione finanziaria dei programmi TAV senza<br />

suddividerlo temporalmente come fatto nella sezione 3.1 per gli aspetti della<br />

gestione contrattuale.<br />

In sintesi schematica, al di là delle apparenze, in Italia non sono stati, non sono e<br />

non saranno i privati ma il bilancio statale ad accollarsi praticamente la total<strong>it</strong>à degli<br />

oneri finanziari per la realizzazione delle linee TAV.<br />

Questa di per sé sarebbe una conclusione ovvia in condizioni normali: le opere<br />

pubbliche non sono certo negative in quanto tali e sono anche una forma di<br />

ridistribuzione del redd<strong>it</strong>o; pensiamo che in questo paese debbano essere realizzate<br />

prevalentemente con fondi pubblici (anche su prest<strong>it</strong>i dal mercato) integrati in<br />

qualche ipotesi e con molta cautela da fondi realmente privati di prest<strong>it</strong>o o di rischio<br />

(project financing) ed inoltre che non debbano essere necessariamente in attivo di<br />

gestione; ma che debbano essere condivise, di util<strong>it</strong>à dimostrata, non devastanti,<br />

non fonte di prof<strong>it</strong>ti privati abnormi e sprechi pubblici.<br />

A questo propos<strong>it</strong>o sembra bene spendere qualche parola di informazione generale<br />

non tecnica sul sistema del project financing che - in mancanza di risorse pubbliche<br />

sufficienti - appare sempre più come un meccanismo cui si intende ricorrere per il<br />

finanziamento di opere pubbliche e servizi pubblici e che, per il modo in cui è<br />

impostato e gest<strong>it</strong>o, contrariamente alle apparenze rischia di essere molto insidioso<br />

per le finanze pubbliche e l'ambiente invest<strong>it</strong>o.<br />

Il project financing, o finanza di progetto, è un ist<strong>it</strong>uto giuridico finanziario<br />

comunque sempre interno alla concessione di lavori pubblici (come defin<strong>it</strong>a ora<br />

dall'articolo 143 del Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forn<strong>it</strong>ure del<br />

2006) e, pur potendo essere fonte di distorsioni nel suo amb<strong>it</strong>o specifico, non ha<br />

molto a che vedere - almeno direttamente e teoricamente - con la figura del<br />

contraente generale. Già introdotto e regolato dall'articolo 37 bis della legge quadro<br />

sui lavori pubblici n. 109/1994 e successivamente ridisciplinato dagli articoli 153-<br />

160 del Codice dei contratti pubblici del 2006, ha l'obiettivo di far partecipare<br />

cap<strong>it</strong>ali privati alla realizzazione di opere pubbliche sostanzialmente a segu<strong>it</strong>o<br />

dell'iniziativa di un soggetto privato "promotore". A quest'ultimo le disposizioni del<br />

2006 riconoscevano notevoli vantaggi compet<strong>it</strong>ivi. Il secondo D.Lgs. n. 113/2007<br />

correttivo del Codice ha cancellato quei vantaggi compet<strong>it</strong>ivi che erano assicurati al<br />

promotore di lavori pubblici 1 . Ma un terzo decreto correttivo, avviato dal Governo<br />

Prodi e poi congelato, ha provato a ripristinarli (allo scopo di rest<strong>it</strong>uire ai privati del<br />

project financing la certezza sul recupero degli investimenti) prevedendo una sola<br />

gara e una successiva trattativa privata tra stazione concedente e promotore "ai fini<br />

dell'accettazione da parte di quest'ultimo delle modifiche progettuali intervenute in<br />

sede di approvazione del progetto nonché del conseguente eventuale adeguamento<br />

del piano economico-finanziario"; cfr. su quest'ultimo aspetto "Il Sole 24 Ore",<br />

28.1.2008 e 10.2.2008. Anche da ambienti del nuovo Governo Berlusconi - insieme<br />

al rilancio dei provati come realizzatori di grandi infrastrutture - emergono esigenze<br />

di semplificazione dei meccanismi di project financing allo scopo di consentire lo

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