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NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it

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72<br />

G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />

interessante grafico che confronta le capac<strong>it</strong>à della linea del Brennero secondo vari<br />

scenari interrelati con l'impiego della locomotiva Mammut. Ne risulterebbe tra l'altro<br />

che, fatta 100 la s<strong>it</strong>uazione attuale: a) l'impiego del solo locomotore Mammut<br />

aumenterebbe la capac<strong>it</strong>à della linea fino a circa il 180%; b) la condizione<br />

precedente integrata con la realizzazione dello "Sche<strong>it</strong>eltunnel" (galleria di vertice)<br />

aumenterebbe la capac<strong>it</strong>à della linea fino a circa il 290%, mentre la sola<br />

realizzazione dell'infrastruttura aumenterebbe la capac<strong>it</strong>à della linea fino al 200%;<br />

c) la realizzazione della sola galleria di base del Brennero (senza innovazioni<br />

tecnologiche di materiale rotabile) porterebbe la capac<strong>it</strong>à della linea fino al 325%;<br />

d) infine l'impiego integrato della galleria di base del Brennero e della locomotiva<br />

Mammut porterebbe la capac<strong>it</strong>à della linea fino a circa il 360%. In queste pagine<br />

non si intende sposare nessuna particolare soluzione tecnica o tecnologica; ma non<br />

pare difficile evincere da questi dati: 1) che le tesi dei promotori del TAV sull'asse<br />

del Brennero ricevono sment<strong>it</strong>e da qualunque tipo di approfondimento alternativo;<br />

2) che gli investimenti in materiale rotabile avanzato piuttosto che in infrastrutture<br />

renderebbero maggiormente in termini di potenziamento della capac<strong>it</strong>à della linea<br />

216 e che nello stesso tempo la realizzazione della galleria di base non<br />

aggiungerebbe capac<strong>it</strong>à significative a soluzioni diverse che potrebbero peraltro<br />

avere il vantaggio di costi molto inferiori.<br />

Dunque, nella valle dell'Adige tra Verona e il Brennero: a) non si impostano<br />

pol<strong>it</strong>iche specifiche per trasferire per quanto possibile il traffico merci sulla ferrovia<br />

esistente 217 sfruttandone la notevole capac<strong>it</strong>à residua ed ev<strong>it</strong>ando di creare nuovi<br />

ostacoli 218 ; b) nello stesso tempo si inventa la necess<strong>it</strong>à di un quadruplicamento<br />

216 Molti esperti di ingegneria ed economia dei trasporti indicano con chiarezza che l'impiego di<br />

materiale rotabile merci più moderno (più funzionale, più leggero, ecc.) di quello antiquato disponibile<br />

oggi non solo in Italia consentirebbe di diminuire la percentuale di peso dovuta ai carri merci e<br />

aumentare di conseguenza la percentuale di carico utile di un convoglio dato; cfr. anche il dibatt<strong>it</strong>o con<br />

la partecipazione del Prof. M. Ponti, EURAC, Bolzano, 29.5.2008, Grandi opere o opere grandi?<br />

217 Un esempio di queste pol<strong>it</strong>iche si può trovare negli interventi della Svizzera. Secondo il Ministero<br />

dei trasporti svizzero (marzo 2007) i TIR che attraversano lo Stato sono ulteriormente diminu<strong>it</strong>i e sono<br />

inferiori del 16% rispetto al 2000, l'anno della legge sul trasferimento dalla gomma alla rotaia. Il<br />

trasporto merci su ferro raggiunge il 66% del totale, sostanzialmente grazie alla tassa sul traffico<br />

pesante (LSVA) e alle altre misure di trasferimento. La Svizzera sembra aver applicato in modo<br />

convinto alcune norme della Convenzione delle Alpi, come l'articolo 7 sulla ottimizzazione delle<br />

infrastrutture esistenti, delle reti e dei sistemi, l'articolo 10 sull'armonizzazione delle tariffe nelle<br />

infrastrutture di trasporto, l'articolo 13 sulla ver<strong>it</strong>à dei costi (vale a dire la necess<strong>it</strong>à di internalizzare i<br />

veri costi dell'autotrasporto merci, aumentando ancora di più i pedaggi fino a disincentivare i trans<strong>it</strong>i<br />

inutili e i viaggi a vuoto, che gli svizzeri calcolano essere il 25%) (cfr. R. Dello Sbarba, "Alto Adige",<br />

12.7.2007). Del resto è la stessa Cost<strong>it</strong>uzione della Federazione Svizzera (articolo 84) a dettare<br />

indirizzi precisi in materia; comma 2: "Il traffico merci attraverso la Svizzera sugli assi alpini si<br />

effettua per ferrovia. Il Consiglio federale assume le misure necessarie. Le deroghe non sono<br />

accordate se non per eventual<strong>it</strong>à inev<strong>it</strong>abili. Esse devono essere defin<strong>it</strong>e da una legge"; comma 3: "La<br />

capac<strong>it</strong>à delle strade di trans<strong>it</strong>o delle regioni alpine non può essere aumentata. Le vie di aggiramento<br />

che alleggeriscono le local<strong>it</strong>à dal traffico di trans<strong>it</strong>o non sono sottoposte a questa disposizione".<br />

218 Non sembra utile da questo punto di vista la prassi dei gestori del traffico ferroviario merci<br />

consistente nel rinviare vuoti nel più breve tempo possibile verso la destinazione di partenza i carri<br />

utilizzati per i trasporti: ciò allo scopo di non pagare i noli che decorrono per i carri di altro gestore non<br />

nazionale temporaneamente inutilizzati.

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