NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it
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G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />
fortemente penalizzate dalla tassazione dei traffici, senza poterne al contempo<br />
beneficiare, la m<strong>it</strong>igazione di questo tipo di effetto potrebbe essere ottenuta non<br />
tanto modulando i livelli tariffari legati all’attraversamento dell’area alpina, quanto<br />
piuttosto attraverso una differente articolazione delle tariffe d’uso delle reti<br />
autostradali, volta a disincentivare il trasporto stradale sulle lunghe e lunghissime<br />
percorrenze - per le quali è spesso disponibile un’alternativa modale (ferrovia,<br />
cabotaggio mar<strong>it</strong>timo) - ed invece a non penalizzare eccessivamente quello di breve<br />
e medio raggio – che si associa in genere a scelte modali obbligate". "In tal senso,<br />
si ravvisa l’opportun<strong>it</strong>à di ipotizzare una corretta modulazione terr<strong>it</strong>oriale dei livelli<br />
di tassazione dei trans<strong>it</strong>i, finalizzata a m<strong>it</strong>igarne l’«effetto-bordo», introducendo<br />
altresì - anche nelle sottostanti aree di pianura - elementi finalizzati a ridurre la<br />
pressione del traffico stradale. È un tema che presenta diversi aspetti innovativi, e<br />
che potrebbe far leva sulle grandi potenzial<strong>it</strong>à offerte dalle nuove tecnologie di<br />
esazione di pedaggi e tariffe stradali, in modo tale da sviluppare strutture tariffarie<br />
complesse, capaci di massimizzare l’incentivazione al trasferimento modale dove<br />
possibile, e di introdurre elementi di gestione della domanda di mobil<strong>it</strong>à sui singoli<br />
sistemi di valle, dotati o meno di un valico transalpino aperto al traffico<br />
commerciale".<br />
2.2.2.3 La tesi dell'Italia come piattaforma logistica e il ruolo dei porti<br />
<strong>it</strong>aliani.<br />
La spinta per lo sviluppo rapido di infrastrutture terrestri ad alta veloc<strong>it</strong>à/capac<strong>it</strong>à<br />
(come ferrovie e strade) trova buona e facile copertura nel grande sviluppo del<br />
traffico merci tra America ed Europa da una parte e Asia dall'altra, con le relative<br />
pressioni sul canale di Panama e su quello di Suez. La relativa crisi del primo e il<br />
nuovo sviluppo del secondo 25 , peraltro, starebbero secondo qualcuno rilanciando<br />
tutti i porti del Med<strong>it</strong>erraneo con i relativi Stati (per prima l'Italia), che<br />
naturalmente sono "costretti ad ammodernare i loro porti per non perdere<br />
un'occasione storica" 26 . I più grandi porti <strong>it</strong>aliani si stanno affrettando per non<br />
restare indietro e reclamano alle proprie spalle strade e ferrovie veloci, snodi,<br />
interporti: un intero paese dovrebbe piegarsi agli interessi dei potenti gestori dei<br />
servizi logistici (per la maggior parte in mano a proprietà estere specie nei settori<br />
25 L’Italia avrebbe già firmato un accordo strategico con l’Eg<strong>it</strong>to e la Cina per l'ampliamento del canale<br />
di Suez con l'idea che i 2/5 del traffico cinese per l’Europa, che oggi circumnavigano l’Africa a causa<br />
della grandezza delle navi, sbarcheranno nel porto di Gioia Tauro da cui si dirameranno grandi<br />
direttrici di traffico nazionale ed internazionale; ecco tra l'altro il motivo del forte peso dato dal<br />
Governo Prodi (e dal suo Ministro delle Infrastrutture) ad un nuovo piano pluriennale delle grandi<br />
opere, soprattutto stradali, del valore di 200 miliardi di €, con serio impegno fin dalla legge finanziaria<br />
2007 (stanziamento di 25,3 miliardi con un aumento del 40% rispetto al 2006; circa 17,497 nel solo<br />
2007) e previsioni di costi a consuntivo per 300/400 miliardi (a fronte dei 125 miliardi previsti dal<br />
precedente Governo Berlusconi); cfr. anche TAMBURRI<strong>NO</strong> A., L'Italia dei lavori, in "Il Mulino", n.<br />
1/2007.<br />
26 Vedi "Il Sole 24 Ore", 22.10.2007. La gara per partecipare al suicidio pare del resto non lim<strong>it</strong>ata alle<br />
infrastrutture portuali importanti già esistenti. Su "Il Sole 24 Ore", 18.9.2007, Porto di Ravenna<br />
diventerà un hub, si legge che anche a Ravenna il porto vorrebbe triplicare la sua capac<strong>it</strong>à ricettiva<br />
(da 200 a 600 migliaia di TEU, un<strong>it</strong>à di misura del volume dei containers, un<strong>it</strong>à da 20 piedi, in inglese<br />
Twenty-feets Equivalent Un<strong>it</strong>, container standard di circa 13 metri) quale "contributo … alla<br />
compet<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à del paese nel momento in cui si vuole fare dell'Italia la porta europea verso l'Asia"<br />
(parole testuali del Presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani). Si aggiunga tra gli altri<br />
l'esempio del progetto per la piattaforma logistica per containers della Maersk nel porto di Vado<br />
Ligure. Cfr. anche i dati sullo sviluppo del porto di Genova nella sezione 3.2.