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NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it

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G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />

Governo Berlusconi sarebbe convinto (agosto 2008) "che per un pacchetto<br />

consistente di opere non esista alternativa ai finanziamenti pubblici" 372 .<br />

Ciò non toglie che continuino alacremente gli sforzi per rendere il project financing<br />

più praticabile anche nei settori di opere pubbliche (tra cui quelle ferroviarie)<br />

incapaci di ripagarsi con i proventi delle gestioni. Nuove proposte prevederebbero<br />

che gli investimenti privati siano sistematicamente recuperati non attraverso intro<strong>it</strong>i<br />

di mercato ma attraverso canoni annuali per l'uso dell'opera realizzata pagati<br />

dall'ente appaltante, canoni esclusi dai conteggi per l'osservanza dei parametri del<br />

Patto europeo di stabil<strong>it</strong>à 373 .<br />

La crisi finanziaria di sistema del settembre-ottobre 2008 ha rallentato il mercato<br />

del project financing in Italia, producendo tendenzialmente 374 : 1) un aumento dei<br />

costi dei finanziamenti e dei relativi tassi di interesse; 2) una riduzione della durata<br />

dei finanziamenti, da una media di 15-20 anni a una media di 10-15 anni; 3)<br />

maggiore selettiv<strong>it</strong>à delle banche nelle operazioni da finanziare, con preferenza a<br />

quelle con flussi di ricavi interessanti e più alti margini di rientro 375 .<br />

Tornando alla gestione finanziaria dei programmi TAV, si deve constatare che per le<br />

infrastrutture TAV in Italia è avvenuto che un incredibile imbroglio, perpetrato<br />

ormai per 17 anni, ha portato alla realizzazione di opere non accettate dalle<br />

popolazioni residenti, di gravissimo impatto ambientale, prive di razional<strong>it</strong>à perché<br />

basate su presupposti infondati di pol<strong>it</strong>ica dei trasporti, dagli enormi costi (cresciuti<br />

in maniera incontrollata nel corso degli anni) addossati alla collettiv<strong>it</strong>à (anche nei<br />

decenni a venire) mentre i finti impegni di cap<strong>it</strong>ali privati si sono direttamente<br />

trasformati e si stanno trasformando in deb<strong>it</strong>i pubblici occulti (sempre a fronte di<br />

grandi prof<strong>it</strong>ti privati, come verificato nella sezione 3.1).<br />

Va ricordato innanz<strong>it</strong>utto che nel 1991 era stato previsto che la TAV SpA - la società<br />

a cui le Ferrovie dello Stato avevano affidato la realizzazione del programma -<br />

avesse un cap<strong>it</strong>ale privato per il 55% e pubblico per il restante 45%. A prescindere<br />

da queste quote, l'arch<strong>it</strong>ettura di base del sistema di reperimento delle risorse per<br />

la AV prevedeva che - quanto alla ripartizione degli oneri per la realizzazione delle<br />

opere - lo Stato (tram<strong>it</strong>e le FS) contribuisse con un finanziamento in conto cap<strong>it</strong>ale<br />

(a fondo perduto) del 40% 376 mentre il 60% fosse messo a disposizione dai soci<br />

privati.<br />

372 "Il Sole 24 Ore", 13.8.2008, Casse vuote per strade e ferrovie.<br />

373 Vedi "Il Sole 24 Ore", 10.8.2008, Più poteri alla BEI sulle maxi-opere.<br />

374 Cfr. "Il Sole 24 Ore", 16.10.2008, Project financing a corto di fondi.<br />

375 Quest'ultimo aspetto pare tuttavia in qualche modo superato dal fatto che con le riforme introdotte<br />

tra il 2002 e il 2006 ormai i concessionari in project financing possono ottenere il pagamento del<br />

100% del prezzo dell'opera.<br />

376 Si trattava tecnicamente di risorse finanziarie necessarie per la realizzazione delle opere oggetto<br />

della concessione, da corrispondersi sia attraverso l'assunzione di quote di cap<strong>it</strong>ale di rischio di TAV<br />

SpA sia attraverso l'erogazione di contributi diretti. In realtà la quota di finanziamento pubblico<br />

sarebbe poi sal<strong>it</strong>a al 50% in un contratto di programma tra Stato e Ferrovie dello Stato della fine degli<br />

anni 1990 (cfr. Legambiente, I Trasporti per un Futuro Sostenibile, convegno, Roma, 30.10.2001,<br />

pag. 22).

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