NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it
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81<br />
G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />
I vincoli tecnici di esercizio e le relative implicazioni economiche (cfr. il paragrafo<br />
2.2.7) richiederebbero che gli utenti potenziali della AV passeggeri fossero<br />
concentrati in aree urbane distanti tra 300 e 500 km 251 . Con la conseguenza che<br />
tra i tecnici del settore è quasi unanime la certezza che l'alta veloc<strong>it</strong>à ferroviaria<br />
non sia conveniente se le fermate non distano tra loro almeno 200/250 km e<br />
possibilmente di più 252 .<br />
La geografia e la storia dell'Italia ci consegnano invece una quant<strong>it</strong>à di c<strong>it</strong>tà medie e<br />
piccole, economicamente importanti, disposte in rete a distanze anche di poche<br />
decine di km, mediamente meno di 100.<br />
Gli spostamenti ferroviari degli <strong>it</strong>aliani si svolgono quotidianamente per circa l'80%<br />
su distanze non superiori a 100 km, come mostra facilmente la cartina in Figura 1<br />
dell'Allegato A (recante uno schema della rete ferroviaria <strong>it</strong>aliana principale) 253 .<br />
Inoltre è dato diffuso che solo il 12% di viaggiatori richiede percorsi ferroviari medi<br />
o lunghi e che 7 treni su 10 sono a carattere locale mentre solo 9 treni su 100 sono<br />
ES o AV.<br />
Investire oggi quasi tutte le risorse di settore su una ferrovia TAV diffusa significa<br />
trascurare deliberatamente la domanda nazionale più importante e comunque<br />
scontare un sottoutilizzo permanente delle nuove infrastrutture. Con il grave<br />
ulteriore effetto di condannare l'esercizio (e quindi, alla fine, il bilancio pubblico) ad<br />
essere sempre in perd<strong>it</strong>a: infatti solo con molte decine di migliaia di passeggeri al<br />
giorno una gestione corrente di TAV ferroviaria si può considerare attiva 254 .<br />
In Italia, come tutti possono constatare facilmente, esiste di certo un grave<br />
problema di ammodernamento ed efficienza del servizio ferroviario. Ma la<br />
realizzazione delle linee AV non risolve affatto questo problema. Per la ver<strong>it</strong>à non lo<br />
affronta nemmeno. Avremmo estrema necess<strong>it</strong>à di un servizio passeggeri adeguato<br />
alla struttura del nostro terr<strong>it</strong>orio, capace di collegare in una rete funzionante le<br />
realtà urbane diffuse; e di farlo con convogli confortevoli (non degradati come quelli<br />
attuali) e frequenti (non in perenne r<strong>it</strong>ardo come quelli attuali).<br />
Sull'alta veloc<strong>it</strong>à ferroviaria merci<br />
251<br />
Al di sopra di questa distanza massima è comunemente stimato che la AV subisce la concorrenza<br />
dei voli aerei low-cost.<br />
252<br />
Così avviene parzialmente in Francia dove il TGV Parigi-Lione, con 450 km senza fermate e 40.000<br />
passeggeri al giorno, è l'unica linea AV in pareggio economico.<br />
253<br />
Anche a causa di condizioni similari, fin dagli anni 1980 sono stati abbandonati i programmi di alta<br />
veloc<strong>it</strong>à ferroviaria in Gran Bretagna dove oggi i treni non viaggiano oltre i 180 km/ora.<br />
254<br />
E' noto per esempio che la tratta <strong>it</strong>aliana AV con maggiore flusso previsto di passeggeri sarebbe la<br />
Bologna-Firenze, dove si attenderebbero circa 20.000 utenti al giorno: al di sotto della soglia di<br />
economic<strong>it</strong>à. S<strong>it</strong>uazione ancora più assurda nella eventuale futura linea Torino-Lione dove, nel tratto<br />
del tunnel previsto nella Valle di Susa, circolerebbero meno di 5.000 passeggeri al giorno ammesso<br />
che i treni fossero costantemente pieni. Per questi ed altri dati significativi cfr. TARTAGLIA A., Una<br />
soluzione in cerca di problema, in AUTORI VARI, Travolti dall'Alta Vorac<strong>it</strong>à, c<strong>it</strong>.. Da un altro punto di<br />
vista, vale ricordare che oggi neanche per i treni a media e lunga percorrenza la s<strong>it</strong>uazione è pos<strong>it</strong>iva:<br />
solo un centinaio di corse sono in attivo, 200 circa coprono i costi, 350/400 non sono in equilibrio, 50<br />
hanno perd<strong>it</strong>e pesanti (vedi MARTINELLI L., L'ultima corsa. Binario a senso unico, in "Altreconomia", n.<br />
92, marzo 2008).