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NO ALLA NUOVA LINEA FERROVIARIA AD ALTA ... - Stop-bbt.it

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G.Poliandri, C.Campedelli, Trento, Bolzano – 30.11.2008<br />

formale, visto che l'impostazione originaria (in termini di caratteristiche di<br />

progettazione e organizzazione funzionale) non è stata praticamente cambiata 273 .<br />

In realtà, il nuovo riferimento all'alta capac<strong>it</strong>à è più che altro un tentativo poco<br />

felice di mascherare i crescenti insuccessi, i costi in vertiginosa cresc<strong>it</strong>a e - in fondo<br />

- la sostanziale non credibil<strong>it</strong>à dei programmi infrastrutturali TAV del 1991 e del<br />

2001: inducendo a pensare che ora si tratta di altro. Ma, come si vedrà per accenni<br />

in questo paragrafo, i problemi prodotti dall'alta veloc<strong>it</strong>à ferroviaria (passeggeri o<br />

merci che sia) sono sempre gli stessi e anzi, se possibile, aggravati dalla pretesa di<br />

sovrapporre e combinare le due modal<strong>it</strong>à. Per essere un po' più precisi, risulta che il<br />

neologismo dell'alta capac<strong>it</strong>à fu introdotto nel febbraio 1997 dal Ministro dei<br />

Trasporti Burlando in una relazione nel corso di una verifica sui programmi TAV in<br />

uno dei rami del Parlamento, dove però specificò che i caratteri del progetto non<br />

erano soggetti a cambiamento (restando quindi nuove linee separate dalla rete<br />

ordinaria, alimentazione a 2x25 kV, veloc<strong>it</strong>à di punta di 300 Km/h).<br />

Senza alcuna idea di esaurire un argomento di per sé molto ampio, si riporta di<br />

segu<strong>it</strong>o qualche spunto sintetico a propos<strong>it</strong>o dei consumi energetici globali e dei<br />

caratteri tecnici molto impattanti che una linea ferroviaria ad alta veloc<strong>it</strong>à presenta.<br />

In qualche caso, a scopo riassuntivo, si ripetono dati già scr<strong>it</strong>ti in altre parti di<br />

questo lavoro. Tutte le informazioni sono tratte da: a) lavori e interviste e lavori del<br />

Prof. Angelo Tartaglia del Pol<strong>it</strong>ecnico di Torino, consulente tecnico per i Com<strong>it</strong>ati<br />

NoTAV della Valsusa; b) FEDERICI M., Univers<strong>it</strong>à degli Studi di Siena, Dipartimento<br />

di Chimica, Dottorato di Ricerca in Scienze Chimiche XVI, ciclo 2000-2001, Dr. M.<br />

FEDERICI, "Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto in diversi livelli<br />

terr<strong>it</strong>oriali"; c) FEDERICI M., L'impatto ambientale delle linee ad alta veloc<strong>it</strong>à<br />

rispetto ad altri sistemi di trasporto terrestre, in AUTORI VARI, Travolti dall'Alta<br />

Vorac<strong>it</strong>à, c<strong>it</strong>., ed. ODR<strong>AD</strong>EK, 2006; Ponti M., Una pol<strong>it</strong>ica per i trasporti <strong>it</strong>aliani, ed.<br />

Laterza, 2007.<br />

In linea generale si può sostenere che la quant<strong>it</strong>à complessiva delle risorse e degli<br />

inquinamenti dovuti al trasporto ferroviario merci ad alta veloc<strong>it</strong>à è paragonabile al<br />

trasporto individuale su strada ed è molto superiore a quella del trasporto merci su<br />

strada. Sotto il profilo energetico-ambientale e sotto il profilo dell'impatto<br />

termodinamico il trasferimento delle merci dalla gomma all'alta veloc<strong>it</strong>à e alta<br />

capac<strong>it</strong>à ferroviaria è privo di giustificazioni. Non ci si riferisce quindi alle linee<br />

ferroviarie ordinarie, dove l'impatto ambientale del trasporto di un passeggero/km o<br />

di una tonnellata/km è meno di un terzo di quello su strada.<br />

273 E' un vero spasso leggere come invece la società RFI descrive questa mutazione (download del<br />

6.8.2007 dal s<strong>it</strong>o www.rfi.<strong>it</strong>): "Nel 1997-1998 il programma Alta Veloc<strong>it</strong>à ha sub<strong>it</strong>o una radicale<br />

revisione, che ha avuto il suo elemento più visibile nel cambio stesso di nome: da Alta Veloc<strong>it</strong>à ad Alta<br />

Capac<strong>it</strong>à. Non si tratta evidentemente di una semplice questione di termini, la nuova denominazione<br />

rappresenta un profondo ripensamento della filosofia di fondo. Alla base delle nuove linee veloci oggi<br />

in costruzione ed in progettazione c’è un nuovo modello di esercizio integrato, l’Alta Capac<strong>it</strong>à appunto,<br />

indispensabile per favorire lo sviluppo della domanda di trasporto atteso per i prossimi anni. In<br />

quest’ottica opera TAV, la società che progetta e realizza le nuove linee veloci, all’interno di RFI. Le<br />

attiv<strong>it</strong>à di TAV si integrano quindi nei programmi di RFI di potenziamento infrastrutturale avviati sulle<br />

principali direttrici, nel sistema dei valichi e nei nodi metropol<strong>it</strong>ani, oltre che sulle nuove linee AV/AC,<br />

Alta Veloc<strong>it</strong>à/Alta Capac<strong>it</strong>à, e nella realizzazione delle nuove stazioni".

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