CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
todo fenomenologico: la sospensione del giudizio, o epochè, e<br />
la descrizione del vissuto coscienziale «ridotto» nella sua originaria<br />
relazione noetico-noematica. Dunque sin da allora non eri<br />
d’accordo. Infatti non lo era, e non per motivi secondari. In sostanza<br />
Heidegger chiede se il rapporto intenzionale tra la coscienza<br />
e la cosa sia un luogo originario, in grado di mostrare la<br />
cosa stessa, o se esso non sia invece già catturato proprio da<br />
quell’obiettivismo logico-scientifico che Husserl voleva combattere.<br />
A questa impostazione «canonica» della fenomenologia Heidegger<br />
oppone: non la coscienza e l’oggettiv<strong>it</strong>à che è suo correlato,<br />
ma l’essere dell’essente che si scopre e si ricopre è il luogo<br />
originario. Non l’essere della coscienza, ma il disvelarsi<br />
dell’ente per il quale la coscienza è già sempre un essere-nelmondo.<br />
Se si guarda alla coscienza intenzionale, cioè al suo essere<br />
sempre coscienza-di qualche cosa, si guarda a un luogo derivato,<br />
e non originario; perché originario è appunto il «qualche<br />
cosa» che alla coscienza anz<strong>it</strong>utto si rivela. Essenziale per la coscienza<br />
è la disvelatezza dell’ente, il suo originario farsi fenomeno<br />
per lei, ma non per virtù sua. E questa disvelatezza che<br />
detiene il segreto della cosa stessa e quindi il «senso» della cosa.<br />
Che ci sia il mondo, e non piuttosto nulla, è il vero enigma.<br />
Il senso della cosa è quindi duplice. Esso è un «movimento»<br />
(una kinesis) che da un lato mostra l’ente; dall’altro lato però<br />
anche r<strong>it</strong>ira e lo oscura, lo cela nel nascondimento (Verbergung),<br />
nella lethe. In altre parole: il senso dell’essere si da a<br />
vedere negli enti nei quali appunto si manifesta. Detto in termini<br />
husserliani (ed è di qui che Heidegger è part<strong>it</strong>o), il senso<br />
dell’essere è la Umwelt «spir<strong>it</strong>uale» che accompagna ogni uman<strong>it</strong>à<br />
«storica». Il senso dell’essere per i greci, la «cosa stessa»<br />
che si fa fenomeno per loro, sono i loro Dei e Demoni, è la<br />
loro natura, la loro arte e la loro scienza, la loro filosofia. Ma<br />
poi l’uman<strong>it</strong>à medievale si da a vedere in tutt’altra Umwelt, sicché<br />
altrimenti è vissuta la natura, non ci sono più gli Dei ma il<br />
Dio cristiano, altre sono «nozze, tribunali ed are». Ora, questo<br />
«movimento» stesso è l’enigma dell’essere, la sua «storic<strong>it</strong>à» e<br />
«destinal<strong>it</strong>à». Ed è di fronte a questo movimento che la feno-<br />
103