28.05.2013 Views

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

CARLO SINI SCRIVERE IL FENOMENO - Filosofia.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Non tanto però, o non soltanto, la suddivisione della phone in<br />

sillabe alla quale pensa De Saussure; ma qualcosa di più originario<br />

e, per così dire, proprio la parola che va ridata alle cose.<br />

Cioè l’articolarsi stesso del mondo in quella sembianza di oscillazione<br />

che è l’evento della presenza e dei suoi segni.<br />

Che questo articolarsi ci sia venuto detto con delle coppie di<br />

opposizioni che riecheggiano le parole dei presocratici, di P<strong>it</strong>agora,<br />

di Empedocle o di Eracl<strong>it</strong>o (luce-tenebre, amore-odio,<br />

giorno-notte, maschio-femmina e così via), è cosa singolare. E<br />

un fatto che già le categorie aristoteliche non riguardavano più<br />

l’articolarsi originario e duale del mondo, come forse lo pensava<br />

Anassimandro, ma le forme del giudizio sul mondo. La ver<strong>it</strong>à,<br />

diceva Heidegger, era così presa sotto il giogo della «esattezza»<br />

(orthotes), cioè della corrispondenza tra parole e cose, ma della<br />

ver<strong>it</strong>à come manifestativ<strong>it</strong>à (aletheia) del mondo non era più fatta<br />

questione. Accadeva così quell’oblio del precategoriale o del<br />

pre-predicativo che sia Husserl sia Heidegger hanno inteso rivendicare,<br />

riferendolo alle origini della filosofia. E questo r<strong>it</strong>orno<br />

al precategoriale si sta configurando per noi come un r<strong>it</strong>orno alla<br />

scr<strong>it</strong>tura originaria dell’esperienza. Il che comporta una trasformazione<br />

della fenomeno-logia in una fenomeno-grafia. Ciò comporta<br />

altresì il suo configurarsi come una «prassi di nuovo genere»,<br />

una «prassi teorica», come già Husserl auspicava.<br />

Sul filo di questa prassi che veniamo avvistando e «disegnando»<br />

può cap<strong>it</strong>are che l’essere che svanisce in un soffio, nascondendosi<br />

e scomparendo dietro la phone delle parole metafisiche,<br />

come videro Heidegger e Derrida, non sia affatto l’ultima frontiera<br />

del pensiero e del suo sconcertante eclissarsi nell’età della<br />

scienza e della tecnica e nelle chiacchiere ideologiche dell’età<br />

dell’informazione e della democrazia del computer. Dietro il logos<br />

della fenomenologia, che riassume in sé il logos della filosofia,<br />

c’è un senso più profondo, un’articolazione più originaria.<br />

Entro questa articolazione la voce del filosofo può a sua volta<br />

comparire e farsi chiara nella sua radice genealogica: ver<strong>it</strong>à di<br />

una voce che già è detta e anzi scr<strong>it</strong>ta altrove; eco sviata di una<br />

traccia autografica; autopsia autografa del sapere della cosa stessa.<br />

Il «funzionario dell’uman<strong>it</strong>à», in altri termini, si può ravvisare<br />

162

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!